Nella splendida cornice del barocco netino, sul sagrato della Basilica del Santissimo Salvatore a Noto, si è aperto ufficialmente il festival della Pop Theology; la prima edizione, dal titolo: Lanima cerca un senso, larte la esprime, ha visto una notevole partecipazione di spettatori, tra cui diversi turisti richiamati dalla musica, mentre passeggiavano nel corso principale della città.
Con il canto del Magnificat ha preso il via la serata inaugurale, nella quale è stata offerta una chiave di lettura della Pop Theology, che da qualche anno, grazie allimpulso pastorale di Mons. Antonio Staglianò, vescovo di Noto, si sta facendo strada nel mondo accademico e pastorale. Si tratta propriamente di una modalità comunicativa del Vangelo, un progetto teologico e pastorale che utilizza i registri comunicativi dellimmaginazione e della creatività, per parlare di Dio e delluomo, con un linguaggio accattivante, immediato, popolare, a partire dalle sollecitazioni offerte dallarte nelle sue svariate declinazioni: la musica, la poesia, la letteratura, il cinema, le arti visive.
Una serata che ha offerto molti stimoli di riflessione, senza per questo appesantire il pubblico: aperta con la buona musica del maestro Giannino Amore e con lintensa voce di Carmeluccia Tarascone, ha visto poi lintervento di Tonino Solarino, psicoterapeuta e organizzatore della manifestazione, il quale ha focalizzato la sua riflessione sui bisogni dellanima alla ricerca di pienezza, di bellezza, di verità alla sua vita; una ricerca che ha a che fare essenzialmente con la relazione, poiché luomo ha bisogno dellaltro che lo faccia sentire vivo, di una intimità con Dio, con sé stesso e con i suoi simili, per ritrovarsi e ritrovare il senso che dà spessore e valore alla sua esistenza.
La serata è stata poi impreziosita dalla relazione di Giuseppe Nifosì, storico e critico darte, che ha tenuto un intervento su Oltre la tela: guardare linfinito, cercare Dio. Il professore attraverso un excursus storico-artistico, ha intravisto gli elementi di una Pop Theology anche nellambito della pittura, sottolineando come luomo grazie allarte e alla creatività ha potuto molte volte relazionarsi - talvolta serenamente, altre volte in maniera dolorosa e drammatica - con il mistero di Dio.
Lultima parte della serata ha visto il contributo di Mons. Antonio Staglianò alla Pop Theology, attraverso alcuni suoi interventi, a partire dal confronto con alcune canzoni da lui musicate o cover di canzoni famose, adattate per parlare di Dio e delluomo. Si sono esibiti oltre al maestro Amore e alla cantante Carmeluccia Tarascone, anche il diacono Franco Agosta, recentemente nominato direttore dellUfficio diocesano di Pop Theology, e Alessia Casalino, che ha brillantemente suonato il violino. Sono stati diversi i pezzi suonati, alcuni scritti direttamente dal Vescovo come Sibilo di infinito, altri rivisti sulle note di canzoni già conosciute, come Io sono un noi, ma anche una rivisitazione di Mia Martini con Almeno tu nelluniverso. La serata si è conclusa con Imagine di John Lennon, anchessa in parte rivista dal Vescovo, che ha cantato e suonato al pianoforte, insieme ai presenti sul palco.
Nelle canzoni pop si può ravvisare un ‘discorso su Dio, tracce della sua presenza - ha evidenziato il vescovo Staglianò - anche se nascoste, per questo credo che la musica e le canzoni siano come un aratro: solcano lanima, seminando parole di speranza, da cui vengono fuori frutti significativi, germi di bene.
La Pop Theology è ‘dire-bene (benedire) di Dio e delluomo - ha ancora rimarcato il vescovo - contro le distorsioni di un cattolicesimo convenzionale che ci consegna un Dio ‘a nostra immagine e somiglianza, più incline alla vendetta che non al perdono per i suoi figli, quel Dio violento che abbatte cavalli e cavalieri di Egitto, del quale Gesù di Nazareth avrebbe bestemmiato, predicandone invece la misericordia e la mitezza. La serata si è conclusa con linvito allultimo appuntamento del festival per questanno, il concerto di Giovanni Caccamo, il 29 agosto, al Teatro DEstate sempre a Noto.