Celebrato a Noto il XXXVI anniversario di sacerdozio del Vescovo Staglianò
Ieri, martedì 20 ottobre 2020, il nostro vescovo, monsignor Antonio Staglianò, ha ricordato il suo trentaseiesimo anniversario di ordinazione presbiterale.
Per loccasione, una Messa di ringraziamento è stata celebrata nella Chiesa di San Carlo a Noto, nel rispetto delle misure anticovid; a stringersi attorno al pastore della Chiesa netina, il vicario generale, monsignor Angelo Giurdanella e i parroci del vicariato, insieme con il Seminario Vescovile e la corale della Cattedrale, che ha animato la celebrazione. Numerosi i fedeli presenti che hanno voluto manifestare il loro affetto, mediante la preghiera e la prossimità filiale.
Nella sua omelia, monsignor Staglianò ha voluto sottolineare il dono del sacerdozio per la sua vita, raccomandando ai sacerdoti presenti di custodire il ministero ricevuto il giorno dellordinazione; ha quindi rimarcato che i presbiteri sono allinterno del Presbiterio come un unico corpo, in comunione col vescovo, anche quando questa comunione viene mortificata da egoismi o chiusure individualiste, per cui il prete rischia di sentirsi fuori da questo corpo, in un ‘spazio che non corrisponde più alla verità della sua vita.
Da qui un‘ulteriore esortazione per i sacerdoti, primi collaboratori dellordine episcopale nellannuncio del Vangelo, a vivere con autenticità quanto promesso il giorno dellordinazione, vale a dire filiale rispetto e obbedienza al vescovo.
La predicazione del vescovo di Noto sul Dio di Gesù Cristo che ama e non castiga, ma perdona usando misericordia, va riconosciuta dentro quel carisma certo di verità che sussiste in forza del sacramento dellordine episcopale - ha osservato monsignor Staglianò - e in questo vi chiedo di aiutarmi: ‘sminuzzare per il popolo di Dio, di cui siamo servi, questa predicazione, questo annuncio, quanto il vostro vescovo, in forza del ministero episcopale, vi comunica per loggi che viviamo.
Per fare questo - ha sottolineato - non basta una formale obbedienza, se non cè filiale rispetto al vescovo, poiché il rispetto filiale sta allobbedienza, come lanima al corpo; diversamente i preti rischiano di diventare ‘funzionari delle cose sacre, semplici esecutori di quanto viene loro chiesto.
Proprio perché non è un funzionario o un burocrate, il prete ha una missione ben delineata: collaborare il vescovo nel servizio al popolo di Dio, formando le coscienze alla vita buona del Vangelo, animando una pastorale più missionaria, più estroversa, più dinamica, vincendo così la tentazione dellautoreferenzialità che fa sterile il suo ministero.
Proprio per questo, il vescovo ha caldeggiato unazione pastorale più incisiva, anche a partire dallanimazione della carità, in particolare nella città di Noto attraverso due realtà che monsignor Staglianò ha sempre promosso con convinzione: la mensa di San Corrado e la Bottega solidale, segni di quella sollecitudine che ci fa avvertire lurgenza di sentirci Fratelli tutti, sulla scia dellultima Enciclica di Papa Francesco che porta appunto questo titolo così emblematico, appello che il cristianesimo ha sempre raccolto nella pratica dellamore fraterno, persino ai nemici, secondo il comandamento nuovo di Gesù: Se il prete annuncia questo - ha concluso il vescovo - sta predicando il Vangelo.