«MARIA DONNA DELL’ATTESA E DELL’ASCOLTO»

Omelia in occasione della Peregrinatio Mariae a Noto - Basilica Cattedrale
28-09-2024

Ora sei qui Maria, nella nostra casa. Grazie perché continui a visitare la nostra vita, le nostre comunità parrocchiali, le nostre associazioni, i nostri gruppi e le nostre confraternite, la nostra trepidante attesa per l’incontro ultimo e definitivo con il Figlio Tuo Gesù nel Regno dei giusti e dei santi.

Quello nostro, sulla terra, è il tempo fervente e orante, del già e non ancora, di ciò che Dio ha fatto per noi nella grazia abbondante scaturita dalla morte e resurrezione del Figlio e di ciò che sarà la nostra vita futura. Non lasciamoci distrarre dalle cose del maligno ma volgiamo la mente e il cuore alle cose di lassù. Attendiamo tutti con viva fiducia la venuta del Salvatore!

Abbiamo voluto fortemente, come comunità diocesana, in occasione del 180mo anniversario di fondazione della Chiesa di Noto, che si celebrasse la Peregrinatio Mariae, perché come discepoli del Signore vogliamo incontrarci ai piedi di quella donna che ha ascoltato, creduto, amato e servito il Signore che si è rivestito della nostra umanità.

Maria è la donna dell’attesa per eccellenza, in Lei l’attesa fu incondizionata, al di fuori di ogni logica umana.

Scriveva Santa Teresa di Gesù Bambino: «Non bisognerebbe dire di Maria cose inverosimili o di cui non si ha certezza. Un discorso sulla santa Vergine, per essere fruttuoso, deve mostrare la sua vita reale, quale il vangelo fa intravedere, e non la vita supposta. Bisognerebbe descrivere la Vergine non come inaccessibile, ma come imitabile; bisognerebbe dire di lei che ha praticato le virtù nascoste, che viveva di fede come noi».

«Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria».

Genesi d’amore nella pienezza del tempo. Scende l’Amore dal cielo e il soffio di Dio rinnova la vita di tutta la terra. Nazareth, piccolo villaggio della Galilea, cuore della Terra di Dio. E il Signore venne ad abitare nel grembo immacolato di una fanciulla della Galilea dove il canto umile dei profeti e ogni pensiero umano s’innalzavano religiosamente verso il Cielo.

Dove le strade polverose e aride degli uomini raccontavano di infinite storie di infedeltà e di misericordia e detto del Si di una fanciulla che ha donato il suo grembo all’Ombra potente dell’Altissimo. Totalmente plasmata dalle mani di Dio.

Maria icona della terra di Dio. Dove l’orizzonte sconfinato si perde nel riflesso di luci che ascoltavano silenti, nella notte, le voci degli uomini che raccontavano ai loro figli, attorno ad un fuoco, i prodigi dei patriarchi e dei profeti. E tutto questo trovava respiro e corpo nel grembo di Maria, terra di Dio.

Nella storia degli uomini, nelle pieghe più interne dei loro drammi e dei loro sogni apparve la storia di Dio. E nella sua eterna storia un fisso pensiero di traboccante amore: l’uomo e le sue ferite.

Come un mistero d’amore infinito! Come un lungo e litanico canto d’amore e di misericordia! Creati a Sua immagine e somiglianza, icona dell’amore divino, sui volti quotidiani dei viandanti dell’umanità s’annida, ora, un riflesso di Luce, di abbondante grazia e sorprendente mistero.

Un desiderio infinito e raggiante viaggia umile nei pensieri dei pellegrini di ogni tempo: vedere il volto di Dio, contemplarLo da amico e confidente. «E i miei occhi lo contempleranno non da straniero» (Gb 19,27).

E per questo Tu, o Signore, hai posto lo Sguardo su un piccolo villaggio, su una piccola dimora dove una fanciulla coltivava i suoi sogni e custodiva gelosamente le Scritture nel proprio cuore: giardino di Dio, giardino di misericordia! «La vergine si chiamava Maria» (Lc 1,27).

 Rituale della grazia e della tenerezza. Di buon mattino, come tutte le fanciulle di Nazareth, Maria si recava alla fontana per attingere l’acqua. Limpida scorreva riempiendo le brocche delle giovani del villaggio. E il lento procedere del ritorno inondava di grazia e di ineffabile luce le case di Nazareth.

 Rituale dell’alleanza. Un canto s’innalzava tra le case della piccola Nazareth, per tutti una melodia risuonava in un cantico divino. Dio visita il suo popolo. «Le misericordie del Signore non sono finite» (Lm 3,22). E gli occhi colmi d’amore del carpentiere Giuseppe rivelavano a tutti la purezza di un incontro.

 Rituale dell’amore. Corri Maria, corri o Madre, ora, per le nostre strade e attingi per noi l’acqua salutare della salvezza. In questa peregrinatio, o Maria, raccontaci della tua giovinezza, dei tuoi pensieri, del tuo Amore.

Procediamo anche noi verso la Fontana per attingere cristallina la gioia di un incontro e tendere le mani sul viso radioso di chi sta per dire il suo umile Sì. Suscita in tanti giovani il seme e la bellezza della vocazione perché dicano a Cristo il loro umile, semplice e totale.

La pienezza del tempo colma di grazia una casa, una fanciulla, un cuore. Maria, dolce Maria. Posò graziose le mani sul grembo e sentì palpitare la vita. La Fonte e la Pienezza di ogni vita. «E il Verbo si fece carne» (Gv 1,14). Dio è in mezzo a noi.

Adesso la nostra è vera storia e tutto si rivolge a Lui, l’Emmanuele, il Dio con noi. Irrompe nel tempo e nelle dolenti fragilità degli uomini e la tenda adagia di consolante e misericordiosa presenza.

Condivisione di pieno amore e di piena attesa per le promesse fatte ai Padri e ora dispiegate sul volto di una fanciulla. «Rallegrati Maria, perché hai trovato il favore di Dio» (Lc 1,28).

 Follia d’amore per una fanciulla. Alleanza d’amore per tutti noi. Dio è fedele alle sue promesse. Maria attende, ascolta, crede e canta, esulta ed ama. Nella casa di Maria c’è posto per tutti: per gli uomini di buona volontà e per gli smarriti di cuore. Il cuore della Madre accoglie ed è un sicuro rifugio per tutti noi.

 Casa di Maria, casa di Nazareth. Le faccende di casa, così come il lavoro di ogni nostra madre, esaltano la bellezza e la carità di Maria che educa il Figlio all’obbedienza e all’amore. La vita feriale della Vergine di Nazareth è segno, per il piccolo Gesù, di servizio e carità.

La Casa di Maria è una dimora aperta, senza confini, senza limiti, dove si lavora e si vive nella pace e nell’amore. Tutti in quella Casa troviamo un angolo dove poter contemplare l’Amore di Dio presente nella vita degli uomini.

Tutti in quella Casa scorgiamo i segni della carità. Troviamo la sorgente della vocazione all’Amore. Casa di Maria, casa degli uomini! La nostra Casa!

 Lungo il cammino sulle vie della nostra terra, concedi o Vergine Maria, che i cuori di tutti, in modo particolare dei giovani, si aprano al Vangelo del Figlio Tuo, le mani si stringano in alleanze di pace e di perdono, l’olio della consolazione possa sanare le ferite del corpo e dello spirito, le lampade della preghiera e della speranza possano illuminare le notti insonni di chi ha smesso di amare. Risana i nostri cuori, Maria, e donaci la vera luce «quella che illumina ogni uomo» (Gv 1,9): Cristo tuo Figlio. E così sia!