Carissimi confratelli sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, gentili autorità civili e militari, carissimi Don Salvo Bella arciprete-parroco della Chiesa Madre di Pozzallo oggi doppiamente in festa, fra Danilo Tremolada, vicario provinciale, fra Enrico Voltolini, maestro dei postulanti, carissimi fratelli provenienti dalla comunità di Farneto, carissimi Michele e Lina, Noemi e Luigi, familiari di Rosario: oggi, festa della Madonna del Santo Rosario, eleviamo un vivo rendimento di grazie per quello che l’amore di Dio opera per la Chiesa e per il mondo intero attraverso il «sì» di chi a Lui si consegna…
Il cammino di Maria verso la Casa di Elisabetta è immagine di Carità che sgorga dalla vita di chi ha incontrato il Signore. Maria è la piena di grazia e la sua strada benedice il cuore degli uomini. Camminando con Maria, la Chiesa, riscopre la bellezza della Carità, del Servizio e della Comunione.
Ieri come oggi il Signore raggiunge la vita e la storia di tutti. E oggi raggiunge la città di Scicli. Il tempo che noi viviamo è il tempo di Dio e nonostante le ansie e le inquietudini, le lotte e le tante contraddizioni che distolgono l’uomo dal tenere fisso lo sguardo verso il Cielo, Dio si fa carne, bambino, l’Eterno entra nel frammento del Tempo. Il nostro tempo, allora è Tempo di Dio…
La Festa di oggi, carissimi fratelli e sorelle, ci porta dentro il Cuore di Dio e noi non possiamo che adorare, ringraziare e fare memoria per tutti i benefici ricevuti gratuitamente dalla premura del Signore: senza farne memoria diventiamo estranei a noi stessi, senza memoria ci lasciamo trascinare via come foglie dal vento.
Fare memoria è ritornare con la forza del cuore ai legami più forti, è sentirsi parte di una storia meravigliosa e avvincente, è accogliere il respiro di Dio nella nostra storia. La memoria non è una cosa privata, è la via che ci unisce indissolubilmente a Dio e agli altri. Per questo nella Bibbia il ricordo del Signore va trasmesso di generazione in generazione, va raccontato di padre in figlio, come si legge nel Libro del Deuteronomio: «
Ora sei qui Maria, nella nostra casa. Grazie perché continui a visitare la nostra vita, le nostre comunità parrocchiali, le nostre associazioni, i nostri gruppi e le nostre confraternite, la nostra trepidante attesa per l’incontro ultimo e definitivo con il Figlio Tuo Gesù nel Regno dei giusti e dei santi.
Quello nostro, sulla terra, è il tempo fervente e orante, del già e non ancora, di ciò che Dio ha fatto per noi nella grazia abbondante scaturita dalla morte e resurrezione del Figlio e di ciò che sarà la nostra vita futura. Non lasciamoci distrarre dalle cose del maligno ma volgiamo la mente e il cuore alle cose di lassù. Attendiamo tutti con viva fiducia la venuta del Salvatore!
Abbiamo voluto fortemente, come comunità diocesana, in occasione del 180mo anniversario di fondazione della Chiesa di Noto, che si celebrasse la Peregrinatio Mariae, perché come discepoli del Signore vogliamo incontrarci ai piedi di quella donna che ha ascoltato, creduto, amato e servito il Signore che si è rivestito della nostra umanità.
Carissimi fratelli e sorelle
a tutti voi giunge il mio affettuoso saluto. Al Signor Sindaco, Dott. Corrado Figura, al Vice Prefetto, alle Autorità civili e militari, alla Dott.ssa Amelia D’Angelo, Dirigente della Polizia di Stato locale che ha concluso il suo mandato a Noto, ai portatori di San Corrado e dei Cilii, alle Dame e ai Cavalieri del Santo Sepolcro, ai pellegrini di Pachino e Rosolini che, camminando nel cuore della notte, hanno raggiunto in preghiera l’Arca di San Corrado, ai fedelissimi devoti del nostro Santo Patrono provenienti da ogni parte della Diocesi o che ci seguono via social, a tutti voi il mio personale benvenuto!
Carissimi fratelli e sorelle,
carissimi confratelli sacerdoti e diaconi, oggi, mentre celebriamo la Solennità del Corpus Domini, fermiamo devotamente la nostra attenzione sul centro vitale della nostra fede: l’Eucarestia, il Corpo e il Sangue di Cristo Morto e Risorto.
Contempliamo un piccolo e semplice pezzo di pane in cui è nascosto ma presente il volto misericordioso del Signore Gesù. Avviciniamoci con spirito di profonda umiltà a questo tesoro misterioso e luminoso, segno della povertà e della ricchezza di Dio. Lasciamoci rapire da questa fonte inesauribile di Grazia e di Amore.
15 maggio 1844 – 15 maggio 2024. 180 anni della nostra vita, del nostro camminare insieme ai santi e ai volti comuni di questa meravigliosa terra che ancora oggi risplende della luce del Vangelo di Cristo. Della Sua potenza!
Siamo qui, dinanzi a Gesù Eucarestia, carissimi confratelli sacerdoti, religiosi e religiose, seminaristi, gruppo Scout Noto 1, carissimi fratelli e sorelle in Cristo.
Oggi è festa per la Chiesa di Noto ed è una gioia per me poter essere con voi, nella nostra splendida Cattedrale, in occasione dell’anniversario della fondazione della nostra Diocesi. E come segno di gioia e di gratitudine al Signore, ai piedi dell’altare, campeggia la Bolla originale Gravissimum sane munus promulgata in data 15 maggio 1844 con il sigillo e la firma chirografa di Papa Gregorio XVI…
Fratelli e sorelle,
ci ritroviamo in un luogo santo dove la fede è stata pregata, celebrata, predicata, incarnata dai seguaci di San Domenico e magnificamente dipinta da Fra Giovanni da Fiesole, il Beato Angelico. Qui la santità è di casa. I santi ci insegnano le vie di Dio e i loro sentieri intrisi di vera umanità raccontano la fatica del credere e l’arduo impegno a raggiungere le alte vette del Paradiso.
Anche noi questa sera vogliamo, sull’esempio della vita di preghiera del Venerabile Giorgio La Pira, salire «sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri». Il convento di San Marco è stato il suo monte, il rifugio della sua anima, la fucina di un umanesimo cristiano che si è rivelato in un cammino di santità frequentato da letterati, politici, umanisti e gente comune.