«INCROCIO DI SGUARDI»

Azione liturgica della Passione del Signore Basilica Cattedrale San Nicolò
18-04-2025

Cari fratelli e sorelle,

quest’oggi le mie povere parole vorrebbero soltanto essere di aiuto e non confondere il silenzio e la preghiera. Tanto grande è ciò che abbiamo davanti, tanto superiore alle nostre idee e ai nostri sentimenti, tanto dolorosa è la Passione e la morte dell’innocente, del Figlio di Dio fatto uomo.

Il primo nostro compito è quello di guardare. Guardare al Crocifisso. «Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me» (Gv 12,32), ha detto Gesù nell’imminenza della sua Passione, citando un celebre episodio del Libro dei Numeri (cf. Nm 21,8-9). «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così è necessario che sia innalzato il Figlio dell’Uomo». (Gv 3, 14)

Il nostro sguardo distratto e occupato da mille immagini che ci distolgono dalla vera fede, ha bisogno di contemplare il dolore inaudito del Crocifisso. In un primo momento, forse, esso potrebbe suscitare commiserazione, pena e pietà. Siamo dinanzi ad un uomo innocente che «ha preso su di sé tutti i nostri errori, i nostri peccati, le nostre ferite e le nostre debolezze» come dice il profeta Isaia (cf. Is 53,4-5). Gesù Cristo, morendo inchiodato sulla croce, ha vinto e cancellato il peccato degli uomini.

Guardare al Crocifisso significa non solo immedesimarsi con il suo dolore quanto piuttosto aprire il nostro cuore, stupito e grato, all’immensità del suo amore e della sua carità. La Croce è la cattedra della Misericordia di Dio e sulla croce Gesù annuncia il mistero più grande: quello del perdono. «Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34).

Guardando il crocifisso, ci possono essere di grande aiuto le parole di Paolo: «Ha amato me e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20). Gesù ha dato la vita per tutti gli uomini e tutte le donne di tutti i tempi. E tra questi ci siamo tutti. Con le nostre sofferenze!

Tutto il suo dolore, le sue sofferenze e il suo amore, sono un dono che Egli fa direttamente a ciascuno di noi.

In questo Venerdì Santo, giorno della celebrazione della Passione del Signore, la Chiesa rivolge a tutti noi un invito a lasciarci educare dalle parole della Bibbia, così come le troviamo nell’Antico e nel Nuovo Testamento. Tutte quelle parole che dicono di Lui. Tutto converge a Lui. I profeti, e in particolare Isaia, hanno preannunciato molti aspetti della Passione e del sacrificio espiatorio di Gesù. I Vangeli ci raccontano questi fatti. San Paolo e gli altri autori del Nuovo Testamento riflettono continuamente su questi temi, vero e unico fondamento della nostra fede. La crisi della fede è crisi di ascolto. Non riusciamo più a credere alla potenza della Parola del Signore e preferiamo dare ascolto alle vuote parole che ci circondano.

Apriamo con gioia e gratitudine il libro della Parola di Dio, lasciamoci introdurre ad essa da coloro che la amano e la conoscono maggiormente. Leggendo e rileggendo i testi che la Chiesa considera ispirati, Parola di Dio stesso, riusciremo a comprendere sempre più le dimensioni dell’amore e del sacrificio di Cristo per noi. E di conseguenza riceveremo in dono tanta forza e tanta luce per abbracciare le nostre croci quotidiane, per entrare nelle sofferenze e nelle prove che sono chieste a ciascuno di noi.

Queste le parole dello scrittore cristiano Mario Pomilio: «Rideva un pagano dei cristiani perché osservano un sol li­bro. Ma un santo vescovo, che l’aveva udito, gli raccontò questa novelletta: “Una volta un dottore incontrò il Cristo Gesù: Si­gnore, io so bene che tu fosti il Messia e quel che pronunziasti è pieno di sapienza. Ma come può essere che un sol libro basti in eterno a tanta gente? Gli rispose Gesù: Egli è vero quel che tu dici. Ma tu non sai che il popol mio lo riscrive ogni giorno”».

Guardare al Crocifisso significa capire la distanza infinita che esiste fra Dio e noi, colmata da Lui con la sua discesa sulla terra, col suo curvarsi sulla nostra umanità. Significa dare luce ai nostri dolori e alle tante sofferenze che stanno dentro il nostro cuore o che piegano il nostro corpo.

Dinanzi al Crocifisso impariamo il silenzio, la debolezza di Dio, e allo stesso tempo la sua potenza luminosa e attrattiva. Impariamo il suo indefettibile desiderio di essere presente in tutti i luoghi della nostra vita e di attirarci a sé, non con la forza dell’imposizione, ma con la trasparenza della sua vita, con il fascino della sua umanità.

L’adorazione della croce, che tra poco vivremo, faccia fiorire in noi il desiderio di amare Cristo, di conoscerlo meglio, di riceverlo nell’Eucaristia, per essere trasformati dalle innumerevoli grazie che egli non si stanca mai di donare ai suoi figli.

Sia lodato Gesù Cristo!