«CRISTO RISORTO, SPERANZA NOSTRA»

Domenica di Resurrezione Basilica – Cattedrale San Nicolò
20-04-2025

Carissimi fratelli e sorelle vi giunge il mio saluto nel giorno di Pasqua, vi porto il saluto dei nostri fratelli ospiti della Casa di Reclusione di Noto che ho incontrato quest’oggi di buon’ora per la celebrazione della Santa Messa: chiedono preghiere per loro e per le loro famiglie.

Saluto il Vicario Generale, Mons. Ignazio Petriglieri, Don Maurizio Novello, parroco della Cattedrale e don Stefano Modica, Rettore del Seminario. Oggi preghiamo per i nostri seminaristi e per chi ha aperto il proprio cuore al Signore. Sosteniamo anche economicamente il Seminario. Facciamo sentire la nostra vicinanza.

«Non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risuscitare dai morti» (Gv 20,9). La Pasqua del Signore segna la storia del compimento delle antiche profezie, che avevano preannunciato gli eventi della Passione, morte e risurrezione di Cristo quale sigillo di rinascita e di speranza per tutta l’umanità peccatrice.

Più volte nei racconti pasquali delle apparizioni del Risorto, Egli, il Maestro svela ai suoi apostoli, stupiti ed increduli, che quanto è accaduto era scritto e che in Lui si attua il “sì” di Dio a tutte le promesse ed attese del suo popolo e dell’umanità intera.

La Pasqua è l’annuncio di questo “sì” di Dio a quanto ogni uomo porta dentro il cuore: niente di ciò che è veramente umano è al di fuori di questa nuova umanità che nasce dalla Pasqua e rivela il grande “sì” di Dio per ogni uomo e per ogni realtà della sua vita. Risorge Cristo e risorgerà l’uomo. La Sua è resurrezione nostra.

Una speranza umana profondissima, che la Pasqua accoglie e rilancia con forza, è quella di poter sperimentare l’amore nella sua pienezza di gioia e di relazione profonda con Dio e con le persone con cui ci si sente uniti da vincoli strettissimi di amicizia o di un progetto comune di vita, come accade per il Matrimonio nella famiglia e per la vocazione al presbiterato e alla vita consacrata.

Cristo risorto ha vinto la morte con la forza dell’amore che lo ha sorretto sino alla fine; un amore di perdono, di dono di sé e di gratuità.

La speranza in Lui è fonte perenne di questo amore che Egli ci offre e che possiamo gustare e costruire giorno per giorno nelle nostre case. E anche quando sperimentiamo divisioni, incomprensioni, rotture che sembrano insanabili, la Pasqua del Signore ci assicura che tutto può ricominciare, perché nessun obiettivo è impossibile per chi crede in Cristo risorto.

Come ben ci descrive il Vangelo di oggi, Giovanni, il giovane discepolo del Signore, corre veloce verso il sepolcro; Pietro, più avanti negli anni, va adagio. Ma entrambi guardano alla stessa meta, vedono il sepolcro vuoto e credono, perché sono uniti nella stessa esperienza del risorto.

È questa la speranza della comunità cristiana del nostro tempo: quella di poter contare su giovani, adulti e anziani che camminano insieme verso il Signore: i giovani, con il loro entusiasmo, tracciano la strada del futuro e gli adulti e anziani confermano la fede in Cristo risorto, con la coerenza e perseveranza della loro vita, e diventano testimoni di speranza anche per la società divisa.

Rimane determinante nell’animo di ogni uomo la speranza di un mondo di giustizia e di pace per tutti; di rispetto e promozione della dignità di ogni persona, soprattutto dei più deboli, ammalati e sofferenti, indifesi, discriminati ed emarginati.

La Passione e risurrezione del Signore confermano che Dio è dalla parte dei deboli, di chi soffre e dona a tutti la certezza di poter contare sul Suo aiuto, sulla forza del Suo amore che giudica il male e lo vince, perché esso non è più forte del bene.

La Pasqua del Signore ci rivela che l’ultima parola definitiva per l’uomo non è pronunciata dalla violenza, dal sopruso, dall’ingiustizia, dalla morte dell’innocente, ma dall’amore, dalla libertà e dalla vita.

Questa vittoria non è utopia o sogno irrealizzabile, ma concreta possibilità, fondata sulla fede: di essa, ogni cristiano e uomo di buona volontà è chiamato a farsi carico.

L’impegno quotidiano per testimoniare il “sì” di Dio in Gesù Cristo risorto può dare il via ad un’umanità diversa, meno egoista e meno protesa al solo proprio tornaconto, sia personale che sociale, ma più solidale ed ospitale verso ogni persona.

Purtroppo, nel nostro mondo si diffonde sempre più una cultura dominante che illude l’uomo, assicurandogli di avere ormai in mano le chiavi del paradiso su questa terra: un futuro di benessere e di felicità, garantito dal progresso della scienza, della tecnica, della medicina, della libertà assoluta del proprio io, di un costante ed irreversibile sviluppo economico e sociale.

Così, l’uomo contemporaneo coltiva l’illusione che il regno dell’uomo possa scalzare quello di Dio, considerato troppo lontano ed utopistico. In realtà, ogni giorno ci si rende conto che nessun regno terreno può durare a lungo senza Dio e che ogni progresso dell’umanità, ogni speranza, se sono privi di riferimento a Lui, conducono alla morte dell’uomo e a nuove e più pesanti schiavitù.

Noi stiamo con un Dio che possiede un volto umano e che ama, in Gesù suo Figlio, ogni uomo e tutta l’umanità. Il suo regno non è immaginario e lontano, posto in un futuro che non arriverà mai, ma è certo, perché assicurato dalla presenza del Suo Figlio risorto da morte, vincitore dell’ultimo nemico dell’uomo: il peccato che conduce alla morte.

Cari fratelli e sorelle, a tutti confessiamo, mentre crediamo con il cuore e testimoniamo con la carità, la bella preghiera della sequenza pasquale: «Cristo, mia speranza, è risorto. Sì, ne siamo certi, Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza».

Buona Pasqua a tutti!