«GUGLIELMO E LA FOLLIA PER CRISTO»

Omelia in occasione della Festa di San Guglielmo - Chiesa Madre – Scicli
02-05-2025

Follia o innamoramento. Qualcuno potrebbe dire: il tratto è breve. E se la santità è pura follia allora affermiamo che se non lo si ama, il Cristo non lo si può seguire e noi non siamo folli. I santi sono i folli di Dio.

La nostra storia è legata in maniera indissolubile a fatti, persone e avvenimenti che raccontano la bellezza della faticosa arte dello stare con viva passione dentro la città degli uomini. Ci sono sogni, opere e testimonianze che rimangono per sempre scolpite sul calendario della vita a ricordo del nostro pellegrinaggio terreno. Siamo tutti impegnati nella ricerca affannosa della santità e di affiancare i passi di chi semina, credendoci fortemente, in ogni parte del mondo, armonia e concordia!

Fare memoria, oggi, di San Guglielmo, significa, adoperarsi perché la santità ritorni ad essere il sogno di tutti.

Tutti siamo alla ricerca del vero volto dell’umanità, della sua identità e di quella insopprimibile nostalgia di Cielo che alberga nel cuore dell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio (cfr. Gn 1,26-28).

Nel tempo salvifico di Dio, segnato dalla misericordia, nelle trame più nascoste della storia della salvezza, gli uomini di buona volontà non hanno dimenticato la nostalgia del Cielo.

In un tempo così incerto e frazionato siamo chiamati a ritrovare la forza profetica della speranza. Si tratta di raccogliere, coltivare e far affiorare nel santuario della coscienza e nelle storie di vita delle persone, le tessere di un mosaico originario, che può essere ricercato e ritrovato anche dentro alla molteplicità dei singoli frammenti, anche nel vuoto di fragili domande, di risposte non trovate o non date: un progetto capace di donare speranza e pienezza ad ogni singola vita.

«Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch’io sono stato conquistato da Gesù Cristo. Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù» (Fil 3,12-14).

Il popolo ha visto in Guglielmo lo sforzo di una imitazione feriale di Cristo, la ricerca della santità fatta di rinunce semplici e quotidiane, l’esercizio della pazienza, della mitezza, della benignità, dell’umiltà, delle opere di misericordia. Tutti questi sentimenti gli sciclitani li avvertirono in Guglielmo in modo alto, come i netini li avvertirono in Corrado: questa è la via della santità che non va derisa ma va posta come condizione per raggiungere il Cielo.

Guglielmo si innamorò di Cristo follemente a tal punto che decise di abbandonare tutto per seguire il Maestro. La gente avvertì di avere in lui un punto di riferimento, un amico (come è bella e spontanea la sua storia di amicizia con il compare Gruccione!), un appoggio al momento del bisogno, uno che per gli amici è pronto a rimboccarsi le maniche e ad accorrere in suo aiuto.

In questa sua fedeltà a Dio che si tramuta in vicinanza all’uomo, gli sciclitani avvertirono l’odore della santità  –  come poi lo avvertiranno nella vita del Servo di Dio fra Giorgio Lutri – e per questo gli si affezionarono e lo vollero bene al punto che gli vollero dare sepoltura non nel cimitero comune nel sagrato della chiesa, ma in una tomba all’interno della chiesa come era prerogativa dei nobili e degli ecclesiastici importanti, anzi nella tomba degli stessi conti di Modica, preparata per ogni loro evenienza.

La santità di Guglielmo è il cammino che ogni cristiano, in forza della fede, può fare in questa vita, anche quando questa scelta risulta «impopolare» e «ingenua»: In un mondo in cui tutti amano accaparrarsi quanto più possibile, il Signore fa una promessa piuttosto chiara: seguirlo, anche a costo di passare per ingenui. Questo non è un investimento a perdere, perché se semini amore, prima o poi te lo farà raccogliere… e con gli interessi! Da qui il centuplo: se sei persona di comunione, non avrai problemi ad essere circondato da veri amici; se sei uomo o donna capace di condividere quello che hai con chi è nella difficoltà, avrai modo di trovare chi con te farà altrettanto; se sei sufficientemente umano, anche se il percorrere la tua strada ti dovesse portare lontano o a scontrarti con i tuoi affetti, Dio troverà il modo per mettertene sulla tua strada altri.

Questa santità è a portata di tutti. Anche oggi è importante scoprire la santità nel popolo santo di Dio: nei genitori che crescono con amore i figli, negli uomini e nelle donne che svolgono con impegno il lavoro quotidiano, nelle persone che sopportano una condizione di infermità, negli anziani che continuano a sorridere e offrire saggezza. La testimonianza di una condotta cristiana virtuosa, vissuta nell’oggi da tanti discepoli del Signore, è per tutti noi un invito a rispondere personalmente alla chiamata ad essere santi.