A Modica il Giubileo dei Giornalisti “Comunicare per condividere, ascoltare e accogliere al tempo di Francesco”

“Anche il giornalismo è un problema di cuore. Come sta il tuo cuore? Dal cuore che hai, si vede quello che scrivi. C’è bisogno di purificazione. Senza purificazione del cuore la realtà non si vede e non si può raccontare. Le cose raccontate sono state prima generate dentro e perciò possono essere comunicate” . Con queste parole il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò ha concluso l’interessante Convegno che si è tenuto sabato scorso 7 maggio, a Modica, presso la Casa don Puglisi. E’ stata una duplice occasione: la celebrazione del Giubileo regionale dei giornalisti in occasione della cinquantesima Giornata mondiale delle Comunicazioni e il Corso di formazione continua per giornalisti “Comunicare per condividere, ascoltare e accogliere al tempo di Francesco”. La formazione professionale continua dei giornalisti, diventa così una opportunità di crescita, di interscambio culturale e di incontri interessanti, sia dal punto di vista professionale che sul piano umano.

 
Uno di questi incontri, come si diceva, si è svolto oggi a Modica, organizzato dall’UCSI Sicilia (Unione Cattolica Stampa Italiana), dall’Ufficio regionale per la Cultura e le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Siciliana, in collaborazione con gli Uffici delle Comunicazioni Sociali delle diocesi di Noto, Ragusa e dell’arcidiocesi di Siracusa, con la Federazione Nazionale Stampa Italiana, delegazione della Sicilia, l’Ordine dei giornalisti di Sicilia, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e la Federazione Italiana Stampa Cattolica.
Il tema della giornata, “Comunicare per condividere, ascoltare e accogliere al tempo di Francesco” è stato sviluppato da Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto, delegato regionale della CESi per le Comunicazioni Sociali e la Cultura, da Mons. Maurizio Aliotta, Preside dello Studio Teologico “San Paolo” di Catania, e dal prof. Maurilio Assenza, presidente della Fondazione Comunità “Val di Noto”, direttore della Caritas Diocesana di Noto e responsabile della Casa don Puglisi.
I relatori sono stati preceduti dai saluti di Domenico Interdonato, presidente dell’Ucsi Sicilia, Riccardo Arena, presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Santo Gallo componente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e Ignazio Abbate, sindaco di Modica.
La relazione di monsignor Aliotta, ammantata di umili e semplici riflessioni e descrizioni di come misericordia ed umiltà non possano e non debbano fare a meno l’una dell’altra, ha, di fatto, veicolato la testimonianza vera e vissuta di chi non ha bisogno di gridare al mondo come vivere ed in che modo, perché è ciò che comunica quotidianamente.
Il prof. Maurilio Assenza, ha, come sempre, incantato la platea perché egli non relaziona, non descrive, non parla, ma semplicemente testimonia, trasmette, scava una breccia nel cuore di chi ascolta. “La sua comunicazione è sempre meno teorica e più esperienziale, è Epifania di vissuti reali”, ha detto mons. Staglianò di Maurilio Assenza.
Agli interventi dei due relatori è seguita la Celebrazione Eucaristica presieduta dal vescovo Staglianò che, durante l’omelia, ha trattato il tema della comunicazione sul quale ha investito molto per arrivare al cuore dei giovani che altrimenti si perderebbero nei meandri delle cose facili, degli ipermercati. Il Vescovo di Noto ha detto che la comunicazione con i giovani va reinventata usando anche le canzoni di Sanremo. L’importante è comunicare la Verità e il messaggio con qualunque mezzo, non una comunicazione falsante, perché il Vescovo di Noto non è un cantante ma un predicatore che sperimenta un nuovo modo di comunicare e permettere ai ragazzi di mettersi in ascolto.
Monsignor Staglianò di recente ha visitato un luogo dove c’è molta disabilità ed è stato accolto da uno striscione su cui era scritto : ”credo negli esseri umani che hanno il coraggio di ESSERE UMANI. L’Amore ha vinto, vince e vincerà”.
L’amore, ha ribadito il Vescovo, diventa evento nella comunicazione, nell’amore per l’altro. Quello dei giornalisti è un Giubileo per la restituzione della verità, dell’etica della comunicazione, presupposto della verità. E non si tratta di elaborare una teoria della verità; cattolici o no, i giornalisti hanno bisogno di una conversione interiore. Come sta il tuo cuore? Dove lo hai messo? . Utilizzando una frase popolare – “ Ku yelan avotoné?” ( come sta il tuo cuore” appresa nel recente viaggio-pellegrinaggio effettuato in Messico) Mons. Staglianò ha detto che l’ intelligenza e la scrittura giornalistica riflette come hai il cuore. Anche i non credenti, quelli seri e non negligenti, sanno che la loro vita è un cammino di purificazione.
La purificazione del cuore – ha affermato il Vescovo- genera occhi limpidi e quindi vedi la realtà. Come fai a vedere la realtà se non hai gli occhi limpidi e quindi un cuore puro? E come fai a comunicare, anche solo leggendo, se non hai interiorizzato quello che leggi?
Le parole – ha concluso Mons. Staglianò – sono state prima generate nell’interiorità. Quando scrivi un articolo, scrivi quello che hai deciso nella tua coscienza. I fatti spariscono non appena accadono. Tu sei dentro il racconto del fatto e così come lo scrivi e con la punteggiatura che usi, dai ad esso il significato. L’interpretazione che tu giornalista doni agli altri nella comunicazione. La parola è elemento della comunicazione, ma comunicare vivendo. La Misericordia arriva quando, passando dalla Porta Santa cambierete, perdonerete ai vostri fratelli. Il giornalista racconta i fatti con la sua inevitabile interpretazione. Generare prossimità oppure dominio e lacerazione.