Il Portico di Betsaida: per accorgersi e accompagnare

È stata fissata per venerdì 12 ottobre alle ore 19,30 nel salone del Sacro Cuore l’inaugurazione della rete di pronta accoglienza “Il Portico di Betsaida”. L’esigenza è nota alle forze dell’ordine come alle parrocchie, ai servizi sociali come a singoli cittadini: una mamma litiga con il marito o la famiglia e resta per strada lei e soprattutto il bambino o i bambini, una famiglia subisce uno sfratto e resta per strada … Poi accade di tutto: scopri che il caso è più complesso di quanto non sembrasse, trovi una casa ove collocare la famiglia e questa la occupa e non puoi più accogliere altri … Ecco allora quanto maturato nel vicariato di Modica e annunciato lo scorso Corpus Domini insieme al microcredito per le famiglie dei piccoli commercianti colpite dalla crisi: una rete di tre case per l’accoglienza ma anche criteri che permettano passaggi controllati e tesi a sviluppare percorsi di promozione e inclusione. Una di questa case viene messa a disposizione dal Comune con l’impegno delle parrocchie – preso sia nel consiglio presbiterale che nel coordinamento vicariale – di pensare ai lavori necessari, risparmiando per questo sulle spese delle feste religiose; due, frutto di donazioni per i poveri più soli, vengono messe a disposizione dalla parrocchia di San Pietro (casa Sorelle Giurdanella) e dall’associazione don Puglisi (casa Anna Polara) e risistemate grazie al signifiativo e consistente contributo della Fondazione San Corrado Onlus che ha tra gli scopi proprio quello di promuovere segni nuovi della carità. L’intitolazione della casa centrale a don Giuseppe Diana, e la testimonianza di quanti nel suo nome lottano la camorra ricostruendo tessuti accoglienti ed economia sociale, ricorda la “misura” della carità evangelica, che parte dall’aiuto ma diventa condivisione e dono della vita. Ogni percorso di accoglienza comporterà peraltro una rete di relazioni ed una capacità di ritrovarela via della fraternità, della condivisione, dell’ospitalità, del mettersi in gioco, in alternativa alla mentalità mondana individualistica e strumentale (la crisi sta servendo anzitutto per diminuire la solidarietà, senza misurarsi con i più poveri ma con standard di vita ecessivi rispetto alle povertà del territorio e del mondo). Il “Portico di Betsaida” vuole anche rafforzare la logica del lavorare insieme guardando anzitutto al fine – avere a cuore i più deboli, nei quali per i cristiani c’è la visita del Signore. Si spera che si sviluppi, insieme a una solidarietà più convinta e coerente alla coscienza umana e cristiana, più cordialità, più misericordia, più franchezza, più correzione fraterna, più collaborazione, più ecclesialità. Il 12 ottobre gli interventi conclusivi del Sindaco, Antonello Buscema, e del nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, aiuteranno a ricordarci che c’è un “Patto contro la crisi” firmato due anni fa da Comune e Diocesi, con l’impegno a ritrovare – come amava dire Giorgio La Pira – l’anima delle nostre città nella capacità di volersi bene a partire dai più poveri, e di farlo con i fatti e con una lettura di ciò che è necessario per la crescita del territorio ritrovando anche il senso della politica vera nel bene comune.