Il Vescovo riflette sulla Pop Theology al “Sant’Apollinare” di Forlì

Il nostro vescovo, mons. Antonio Staglianò, terrà stasera, 24 ottobre, alle ore 21, la prolusione in occasione dell’apertura dell’anno accademico 2018/19, dell’Istituto di Scienze Religiose “Sant’Apollinare” di Forlì.
“Pop-Theology per tutti. Una possibilità di ripensare e riscrivere la Teologia a servizio della gioia del Vangelo” è il titolo della Lectio Magistralis del vescovo di Noto. Il presule netino sta portando avanti da alcuni anni una riflessione teologica e un progetto pastorale di evangelizzazione attraverso il registro comunicativo della musica, mediante la “cantillazione” di alcune canzoni di musica pop, al fine di veicolare, con un linguaggio “popolare” (da qui l’espressione Pop Theology) il messaggio cristiano, per intercettare le domande di senso dell’uomo contemporaneo, con alcuni testi significativi della musica leggera.
“L’uomo si sta lentamente riducendo a consumo, merce, numero, massa – ha dichiarato mons. Staglianò – eppure, gli esseri umani sono straordinari, fantasiosi, creativi, con grande successo nel campo della tecnologia. Sul terreno dell’amore, però, appaiono carenti, delusi e frustrati. Fatti per amare (Nek), proprio l’amore, però, non riesce. Perché? La risposta si trova nella canzone di Renato Zero, intitolata ‘Gesù’: ‘Gesù non ti somigliamo più!’. Quando l’umanità si allontana dall’umanità di Gesù, ‘la terra in ginocchio sta! Soli, più soli di sempre’. Nelle attuali condizioni di paura dell’umanità odierna, colpita dalla barbarie del terrorismo internazionale mascherato di religione fondamentalista, è necessario presentare ai giovani ‘con intelligenza e umiltà’ il modello umano di Gesù, la sua umanità ricca di amore e di pace, di tolleranza e di dedizione, di fiducia e di rilancio delle energie positive, belle e buone, di ogni essere umano”.
“La Pop-Theology – ha osservato ancora il vescovo – ‘Teologia popolare’, s’incarica di pensare criticamente il ‘cattolicesimo convenzionale’, svecchiando la predicazione cristiana, affinché la fede non rischi di diventare solo una maschera religiosa, senza riferimento al Dio di Gesù e alla sua umanità”.