In archivio la Giornata Diocesana dei Giovani 2024

Con una Messa dinanzi al Mar Mediterraneo si è conclusa la GDG 2024. L’evento che ha coinvolto tutti i giovani della diocesi di Noto si è tenuto sabato e domenica scorsi, 20 e 21 aprile, a Pozzallo.
Circa 450 i ragazzi e i giovani provenienti dai nove comuni della Diocesi di Noto che si sono ritrovati in Piazza Marinai d’Italia, per vivere il tradizionale appuntamento della Giornata Diocesana dei Giovani, a conclusione di un lungo cammino.
La GDG, ripresa l’anno scorso dopo la pandemia del Covid-19, è un appuntamento annuale che vede impegnati i giovani delle diverse parrocchie lungo tutto l’Anno Pastorale.
L’evento, nonostante il tempo avverso, infatti il forte vento è stato compagno della due giorni, è iniziato sabato 20 con l’accoglienza organizzata dal Servizio di Pastorale Giovanile e i giovani di Pozzallo e si è concluso domenica 21.
La Chiesa che sogno: sabato, dopo l’animazione iniziale, è stato lanciato il tema della giornata “Amerai il finale” che riprendendo una canzone di Cesare Cremonini è stato legato alla tematica dei “Discepoli di Emmaus”, proposta da Mons. Salvatore Rumeo, Vescovo di Noto, come cammino pastorale della Diocesi.
Nel pomeriggio di sabato, i giovani dei diversi vicariati sono stati impegnati in cinque fontane di luce dal titolo: “La Chiesa che sogno”. Questo momento di formazione e condivisione ha permesso ai ragazzi e alle ragazze di dare il loro contributo al cammino sinodale che la Chiesa di Noto sta portando avanti. Le risposte date dai ragazzi sono state raccolte in una sintesi presentata al Vescovo durante la festa.
Più volte mons. Salvatore Rumeo ha detto che per lui la pastorale giovanile è quaderno bianco in cui a scrivere sono proprio i giovani protagonisti. E queste fontane di luce ne sono l’esempio. Questo momento ha permesso a ciascuno di rispondere a diverse domande e dare così il proprio contributo.
Nella serata dopo un momento di adorazione e preghiera, l’atteso incontro con il Vescovo di Noto a cui sono state poste delle domande, sintesi delle fontane di luce. Mons. Salvatore Rumeo non si è tirato indietro ma ha cercato di dare risposta a ciascuno e a tutte le domande. Un momento di grande condivisione e vicinanza tra il presule netino e i giovani.
In particolare il vescovo ha ricordato ai giovani presenti: “Lo spirito della GDG deve continuare nella vita delle nostre parrocchie. Perché la messa è gioia. La Chiesa ha bisogno di voi come voi avete bisogno della Chiesa”.
Di buon mattino, domenica, ha avuto inizio la seconda tappa della GDG 2024. Il momento conclusivo è stato la Santa Messa presieduta da Mons. Salvatore Rumeo e concelebrata da diversi sacerdoti che hanno accompagnato i giovani.
La Santa Messa, vissuta a Pozzallo, “terrazza del Mediterraneo”, come la definiva Giorgio La Pira, ha permesso di ricordare quanti hanno perso la vita in mare durante il loro viaggio di speranza.
Nell’omelia di domenica, giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, il vescovo mons. Salvatore Rumeo si è soffermato molto sul passo del vangelo, oltre a richiamare alcune tappe che come chiesa locale la Diocesi di Noto e i suoi giovani sono chiamati a vivere.
“Vogliamo ancora presentare il messaggio profetico del carissimo e indimenticabile Giorgio La Pira, sindaco santo della città di Firenze, che qui a Pozzallo nella Chiesa Madre della Madonna del Rosario è diventato cristiano” ha detto in apertura il vescovo di Noto.
“Vogliamo celebrare questa domenica quarta di Pasqua dedicata al Buon Pastore, ripensando alla nostra ‘pastoralità’ e alla ‘pastoralità’ del cristiano. Questa Messa costituisce per noi una sorta di mandato missionario, perché prendendo consapevolezza vogliamo vivere la stagione della missione che vi vede fuori nel mondo. Grazie alla ‘pastoralità’ possiamo andare verso gli altri. Noi siamo dinanzi a Cristo Buon Pastore e pellegrini di speranza, questo è il messaggio che dobbiamo coltivare nel prossimo anno” ha continuato mons. Salvatore Rumeo.
Nel corso dell’omelia il presule si è soffermato anche sul tema dei Discepoli di Emmaus e della delusione, sottolineando come “la speranza di Cristo deve nuovamente riscaldare il nostro cuore. Voglio insieme a voi pregare per i nostri sacerdoti e per i seminaristi e soprattutto per quanti si stanno interrogando. Dio chiama e bisogna rispondere con l’obbedienza della fede, un sì umile e semplice. La ‘pastoralità’ vuol dire essere chiamati ad annunciare il Vangelo. Siamo chiamati ad osservare, scrutare e vedere perché fondamentalmente siamo in grado di amare”.
Infine il vescovo ha invitato i giovani a non riporre i propri sogni nel cassetto, ma ad impegnarsi per realizzarli. In particolare ha ricordato ai presenti che “ci sono dei sogni che noi possiamo realizzare insieme, sogni che coincidono con il grande sogno di Dio. Dio vuole la nostra felicità e la nostra gioia, noi siamo la gioia la felicità di Dio” ha aggiunto mons. Salvatore Rumeo.
A conclusione della celebrazione il Vescovo ha ricevuto due segni: una maglia in dono con tutte le firme dei ragazzi accolti dai giovani di Pozzallo e la bandiera italiana usata a Lisbona dai giovani della Diocesi di Noto nella scorsa GMG.
Inoltre, durante l’omelia, il vescovo si è soffermato anche sulla delicata situazione che coinvolge alcune famiglie di Pozzallo residenti nelle palazzine IACP di Piazzale Italia. “Vogliamo – afferma mons. Salvatore Rumeo – manifestare la nostra solidarietà alla Città di Pozzallo in questo momento di grande sofferenza per la situazione di alcune famiglie. La nostra vicinanza va alle famiglie coinvolte e all’amministrazione comunale”.

Pierpaolo Galota