La Diocesi in pellegrinaggio a Siracusa per Santa Lucia. Il Vescovo: “Lucia ci insegna a vedere con gli occhi nuovi della fede”

Il ritorno delle spoglie di Santa Lucia nella sua città di origine, Siracusa, è stato salutato da una folla di fedeli e devoti, provenienti da ogni parte della Sicilia. Dopo 10 anni – questa visita segue quella storica del 2004 – ritorna dunque il corpo della Santa, custodito a Venezia, all’interno di una teca di cristallo. Le sacre spoglie resteranno in città sino a lunedì 22 dicembre.
 
Riguardo alle vicende storiche legate al culto della martire siciliana, si racconta che il corpo della Santa, prelevato a Siracusa nel 1040 dai Bizantini di Giorgio Maniace, giunse a Costantinopoli; da qui venne, successivamente, trafugato dai Veneziani, che conquistarono la capitale bizantina nel 1204, e portato a Venezia dove è attualmente conservato e venerato nella chiesa di San Geremia.
 
In occasione di questo storico evento, le Diocesi siciliane hanno organizzato pellegrinaggi nella città aretusea, per onorare le spoglie della vergine e martire siracusana. Nel quadro delle celebrazioni, giovedì 18 dicembre, è toccato alla Diocesi di Noto onorare la Santa. Il Vescovo Mons. Antonio Staglianò, presso la Basilica di Santa Lucia al sepolcro, ha presieduto l’Eucaristia, insieme con i presbiteri e i diaconi della Chiesa netina, che hanno accompagnato i fedeli degli otto vicariati, in alcuni dei quali, come Ispica, Pachino e Pozzallo, la devozione a Lucia è molto sentita.
 
“Santa Lucia ci insegna concretamente quale è la luce necessaria per la nostra vita, per essere felici – ha così esordito Mons. Staglianò nella sua omelia – abbiamo bisogno di luce, per camminare, per non cadere, una luce che riempia di senso la nostra vita”.
 
Il Vescovo, facendo riferimento al martirio di Lucia – alla quale, secondo la tradizione, sarebbero stati estirpati gli occhi – ha esortato i fedeli a riscoprire lo “sguardo” della fede: “Chiediamo a Lucia di poterci vedere, con gli occhi della fede, di sgranare gli occhi per riconoscere il volto del Signore, così come si è mostrato in Cristo”.
 
Questa nuova “visione” ha proseguito ancora Mons. Staglianò, “ci apre pure alla vista dei fratelli, che invocano il mio amore, poiché è nell’amore che conoscono me stesso, nella bellezza della mia umanità, ‘vedendo’ Dio in me”.
 
Infine il Vescovo ha raccomandato di vivere in maniera autentica la devozione alla Martire siracusana, da credenti veri, che incarnano e testimoniano il Vangelo, nella verità della fede e dell’amore, fuggendo il “teatrino” di una religiosità senza cuore: “Non la ‘religione’, ma la fede e la carità ci salveranno”.