L’Avvento “itinerante” del Vescovo nelle Parrocchie della Diocesi

Nel pomeriggio di Sabato 10 dicembre scorso, il Vescovo si è recato presso la chiesa Madre di Pozzallo per conferire ad un gruppo di giovani il sacramento della Cresima. Nella sua omelia ha sottolineato l’importanza di “risorgere in un cristianesimo autentico, cercando di eliminare il più possibile il cattolicesimo convenzionale”. “Come avrebbe detto nella liturgia del giorno il profeta Isaia, – ha proseguito – il nostro cristianesimo altro non è che un ‘imparaticcio di usi umani’ (cfr. Is 29, 13) che viene scambiato per culto al Signore”. Resta chiaro che il Cristianesimo autentico e vero “vive nell’amore di gesti di carità che aprono i nostri occhi sui bisogni dei fratelli che non hanno da mangiare, da bere, da vestire, nella solitudine, di quelli che perdono le energie della vita progressivamente”.
Spostandosi poi da Pozzallo, per celebrare un’altra Cresima, ad Ispica, il Vescovo ha voluto far visita al M° Corrado Iacono, persona molto sensibile, colpito da malattia ed immobilizzato in una carrozzella. Mons. Staglianò, che già lo aveva visitato altre volte, si è molto emozionato ricordando la sua figura di giovane signore da messa quotidiana, impegnato nel servizio alla corale della sua parrocchia.
Dopo aver pregato insieme a lui, anche implorando il dono della guarigione, si è poi spostato presso la chiesa di Santa Maria Maggiore. Nell’omelia ha nuovamente ribadito il tema già lanciato nel suo messaggio natalizio: che l’avvento sia quella palestra in cui ci possiamo esercitare a togliere le maschere a Dio. “Cerchiamo di vivere nella contemplazione del suo vero volto – ha proseguito – togliamo a Dio la maschera di Dio-violento, del Dio che ci manda il dolore, il terrore, la malattia, l’incidente stradale. Cominciamo a contemplare il vero volto di Dio che è solo amore per tutti e che attraverso gesti concreti di solidarietà ci fa diventare esploratori della misericordia in una Chiesa che non vive soltanto il cattolicesimo dentro le sue mura, ma che comincia a vivere sempre più il cristianesimo fuori dal recinto del sacro, dentro le vie belle della santità delle opere di misericordia corporali”.