Comunicato Stampa>>
Il Vescovo di Noto Mons. Antonio Staglianò oggi rende noto il suo messaggio per il tempo liturgico dell’Avvento per aiutare tutti i fedeli nel prepararsi al Santo Natale. Il tempo di Avvento è per i cristiani un “tempo liturgico” importante – scrive il Vescovo di Noto – per chi vuole prepararsi al Natale, cioè alla memoria della venuta nella carne del Figlio di Dio, il piccolo di Betlehem che è una “buona notizia” di speranza, di pace e di amore per tutta l’umanità, per ogni uomo “di buona volontà”. L’Avvento – secondo il prelato – diventa perciò, per i credenti, l’attesa instancabile di Dio che scende in mezzo a noi e rinnova tutte le cose nella venuta del Messia, figlio di Dio nella carne umana, atteso per lunghi secoli e nato nella povertà di Betlemme.
L’Avvento è l’attesa come dimensione fondante del nostro vivere. Noi tutti attendiamo l’orario di lavoro, l’ora di pranzo, attendiamo il 18° compleanno dei nostri figli, attendiamo l’avanzamento di carriera. Va bene, è tutto legittimo. Ma non basta per colmare il senso vero dell’attesa umana: i credenti devono attendere, nella concretezza della preghiera e di piccoli gesti quotidiani di carità, il giorno ultimo in cui il Figlio dell’Uomo ritornerà, consapevoli che l’avvento di Cristo nella storia – e, in modo particolare, nella nostra vita -, non è prevedibile. L’attesa cristiana – continua Mons. Staglianò – non si configura come deresponsabilizzazione; anzi essa chiede di porre segni concreti di speranza, di assumere le ansie degli uomini e delle donne del nostro tempo, le esigenze più profonde delle nostre città.
Il Vescovo di Noto elenca alcune iniziative di solidarietà della diocesi che nascono proprio dal desiderio di voler sostenere le attese più vere della nostra gente, a partire dai più deboli: la denunzia dell’emergenza sanitaria sollevata dalla questione degli ospedali di Noto-Avola, la firma di un patto sociale con i Comuni del territorio per il superamento della grave crisi sociale che vivono, la vicinanza espressa ai piccoli commercianti e artigiani che a Modica, e non solo, vivono schiacciati dal peso dei debiti di natura fiscale.
Il Signore sta alla porta e bussa continuamente, perché al di là delle cose materiali, della bramosia del potere, dei soldi e del piacere, ognuno di noi – afferma il Vescovo – lo faccia entrare nel suo cuore, appagando finalmente il bisogno di un Oltre a cui spesso non sappiamo dare un nome, ma che ci rende sempre inquieti: desiderio di infinito, desiderio di Dio che nulla può tacitare, tanto meno i surrogati che la società offre a buon mercato.
L’Avvento – scrive il vescovo – c’impone un cambiamento, in quanto l’ascolto della sua Parola non può lasciare indifferenti né tantomeno inoperosi. Dirsi cristiani è ben poca cosa: occorre esserlo e dimostrarlo nella vita concreta. Dobbiamo sentirci ospiti e pellegrini di questo mondo, rinunciando alle tentazioni di sentirci arrivati e appagati. Dobbiamo credere che Gesù sia ancora, ogni giorno, in mezzo a noi, che siano gli uomini a renderlo vivo con le loro azioni e con le loro decisioni e che nello scenario di questo mondo, tanto seducente quanto effimero, passi tutto velocemente, tranne l’Amore di Dio.
A conclusione l’Avvento invoca per tutti un coraggio nuovo: nessuno deve avvilire la speranza che ogni giorno porti una nuova rivelazione della nostra irripetibile bellezza e della bellezza incommensurabile di ogni anima. Preghiamo intensamente dunque, in tempo di Avvento. Preghiamo tutti!
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