Eccellenza Reverendissima, caro don Antonio,
ho appreso con dolore della morte di Mons. Francesco Guccione e ho subito desiderato far giungere a Te e alla Chiesa di cui sei pastore la mia partecipazione al comune cordoglio per la sua perdita, inseparabile dalla speranza che ci anima sul destino definitivo di un uomo che è stato senza ombre, nella fede e nel ministero, interamente di Dio e della Chiesa.
Mi permetto di pensare che la sua lunga esistenza, soprattutto negli ultimi anni diventata interamente preghiera, sia stata una benedizione protratta oltre il consueto per il bene della Chiesa netina. La conoscenza che ho avuto di lui nel breve periodo della mia permanenza a Noto, mi ha subito trasmesso la certezza che le nostre Chiese e i nostri presbiteri sono misteriosamente sorretti dalla presenza di figure come la sua, capace di tenere desta in tutti la coscienza di chi veramente sia un uomo, un credente, un prete; la coscienza di che cosa sia coerenza e rettitudine, amore e dedizione incondizionata al Signore e alla Chiesa; la vivida memoria di ideali a cui tendere senza riserve e di confini da non oltrepassare ad ogni costo. Sono convinto che il Signore si sia servito di lui in modo singolare per il bene della nostra Chiesa e per il pieno compimento della missione che abbiamo ricevuto. Con questi pensieri accompagno questi giorni di congedo dalla sua figura terrena e mi unisco alla corale preghiera di suffragio, sicuro che ora la sua preghiera, trasfigurata nell’intimo colloquio con l’Eterno, continuerà con tanto maggiore efficacia l’intercessione che così tenacemente egli ha qui quotidianamente elevato al cospetto dell’Altissimo.
Con i miei fraterni saluti nel Signore.
✠ Mariano Crociata, vescovo di Latina, Terracina, Sezze, Priverno