Migranti. Staglianò: La Sicilia sia terra di accoglienza

 In meno di due mesi, in Sicilia, si sono verificati dieci episodi di violenza, aventi come vittima delle persone di colore. Gli ultimi a Partinico, dove un diciannovenne senegalese è stato insultato e picchiato e a Lercara Friddi, dove un ballerino di colore è stato colpito a calci in viso. Un crescendo di violenza che suona come campanello di allarme “xenofobo”, in una terra accogliente e sempre in prima linea nell’accoglienza dei migranti. 
 Il vescovo di Noto, mons. Antonio Staglianò, in qualità di delegato della Conferenza Episcopale Siciliana per le migrazioni, è intervenuto in merito a questi inquietanti fatti, dichiarando che “le aggressioni contro i migranti in Sicilia, sono figlie della paura, alimentata da un clima di impunità che rischia di essere la miccia che fa esplodere la violenza di persone comunque già profondamente ideologizzate”.
A fronte di questa escalation di violenza, mons. Staglianò sottolinea tuttavia come “la Sicilia continua ad essere una terra di accoglienza, sono migliaia gli episodi che ogni giorno lo dimostrano, dal lavoro delle comunità di accoglienza alle politiche di integrazione in tutte le diocesi siciliane”. A testimonianza di questa apertura verso gli immigrati, il vescovo ricorda il battesimo di un bambino eritreo, approdato con la madre e il fratellino al porto della città rivierasca, da lui celebrato a Pozzallo lo scorso 31 luglio. 
Sulle politiche migratorie adottate dal governo, il presule non nasconde le sue preoccupazioni: “Molti fedeli che la domenica vengono a Messa, hanno le stesse posizioni del ministro Salvini, sulla questione migranti. Posizioni in palese contrasto con quanto dice Papa Francesco”. L’auspicio del vescovo, che si fa preghiera, è che la politica possa “affrontare finalmente la questione migranti con la ‘pietas’ che da sempre contraddistingue il nostro popolo. L’Italia è chiamata ad umanizzare l’Europa”.