Modica. Il Vescovo consacra la Cappella del “Boccone del povero”

Si è svolta ieri sera, 16 giugno, a Modica, la dedicazione della Cappella dell’Istituto “Boccone del povero”, dove le Suore Serve dei Poveri si occupano con generosa dedizione delle persone anziane.
 
La dedicazione a Maria Immacolata Madre della Misericordia, ricorda l’impegno della congregazione fondata dal Beato Giacomo Cusmano, che spese il suo ministero sacerdotale a favore dei fratelli più poveri. Nella stessa circostanza è stato celebrato il Giubileo della Famiglia Cusmaniana, con le suore, gli ospiti, i collaboratori e i volontari della casa.
 
La celebrazione è stata presieduta dal nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, che nella sua omelia ha evidenziato come il tempio fatto di pietre, per quanto bello e pregevole, sia solo un’immagine del tempio di pietre vive che è la Chiesa, il Corpo di Cristo, i battezzati.
 
“Davide voleva costruire una casa al Signore – ha aggiunto il Vescovo – ma è il Signore stesso che edifica una casa per lui, donandogli una discendenza. Questo tempio non può contenere Dio, più di quanto non lo ‘conteniamo’ noi umani. L’uomo è fatto per accogliere Dio, per diventarne sua dimora”.
 
“Questa Cappella è dedicata a Maria Madre della Misericordia – ha concluso Mons. Staglianò – per noi la misericordia ha un nome: Gesù, rivelazione dell’amore Dio, l’amore di Dio fatto persona. Ecco cos’è la misericordia per noi uomini! Non è un’astrazione, ma la carità di Dio che prende corpo, attraverso il nostro operare a favore dei fratelli”.
 
Al termine della liturgia di dedicazione, il Vescovo ha benedetto un dipinto, opera del Maestro Giovanni Rosa, raffigurante la Vergine Maria, sotto il cui manto sta la casa “Boccone del povero” di Modica e a rappresentanza del popolo di Dio, sulla cima di una scala, simbolo delle vette alte della carità, il nostro Vescovo benedicente, con i poveri, i piccoli del Vangelo e con le suore che attualmente abitano la casa. Un’immagine evocativa dell’impegno di una “carità senza limiti” (questo è il motto del Beato Cusmano) per i cristiani, che vivono e mettono in pratica il comandamento nuovo dell’amore.
 
Un momento di convivialità fraterna ha infine concluso la giornata di festa per tutta la famiglia Cusmaniana.