Noto. Apertura del cammino sinodale e ordinazione di tre sacerdoti

Foto di Pietro Gennaro

Mercoledì 20 ottobre 2021, il vescovo Monsignor Antonio Staglianò, apre il cammino sinodale nella diocesi di Noto, durante una Celebrazione Eucaristica (che sarà trasmessa in diretta streaming sul Canale YouTube e Facebook della Diocesi di Noto) nella splendida Cattedrale di Noto, durante la quale ringrazierà il Signore per i 37 anni di Presbiterato e consacrerà tre nuovi sacerdoti per la Chiesa netina: don Carmelo Morana, don Crescenzio Mucia e don Rocco Zuppardo.

In apertura della fase diocesana del Sinodo Universale, il Presule netino consegnerà una lettera alla comunità diocesana, riunita nella Chiesa Cattedrale, gioiello del Barocco siciliano.

Nel suo messaggio, Monsignor Staglianò auspica per la sua diocesi un cammino dove potersi raccontare “la vita e la fede”, una “narrazione” che parta “dalla storia che il Signore vuole fare con ciascuno di noi”, per poi includere l’apertura a ogni fratello e sorella, sulla via di una coraggiosa e radicale conversione che abbia il coraggio di “abbandonare un cattolicesimo convenzionale, per convertirsi a un cristianesimo vivo”.

Il vescovo fa poi memoria del Sinodo vissuto nella diocesi (1992-1996) – sotto la guida del suo predecessore, Monsignor Salvatore Nicolosi – come stimolo per vivere con rinnovato slancio quello attuale.

Nella sua lettera, il pastore della Chiesa netina fa inoltre riferimento alla Pop-Theology, una modalità comunicativa del Vangelo che con spirito critico ricerca i semi del Vangelo nei molteplici linguaggi della cultura, dell’arte, della musica.

Da anni il Presule netino porta avanti questo progetto teologico-pastorale per veicolare in maniera più “popolare” e “incarnata” i contenuti del Vangelo, alla luce di un “dialetto della fede” che si avvicini di più al sentire della gente.

Infine il Vescovo manifesta il suo impegno di pastore ad “accogliere e raccogliere le vostre voci e soprattutto ogni gemito, e in modo particolare i gemiti di tanto dolore in questo tempo segnato dalle ferite di tante crisi (la pandemia, la perdita del lavoro, il dramma dei migranti, le guerre …), ma anche i gemiti del parto di un mondo nuovo”.

(Foto di Pietro Gennaro)