Nel giorno in cui la Chiesa ha ricordato la Vergine Maria ai piedi della croce e il martirio del Beato don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia, la diocesi di Noto si è arricchita di un nuovo sacerdote, un giovane originario di Ispica, don Andrea Amore, pronto adesso a incamminarsi sulla via esigente del Vangelo, mettendosi a servizio del popolo di Dio, nell’esercizio del ministero presbiterale conferitogli ieri sera, martedì 15 settembre, nella Basilica Cattedrale di Noto, dal vescovo, monsignor Antonio Staglianò.
Nel rispetto delle misure per contrastare l’attuale pandemia, la celebrazione si è svolta in un clima di festa e di intima gioia: tanti i fedeli presenti che si sono stretti attorno a don Andrea con l’affetto e la preghiera. Numerosi i sacerdoti che hanno concelebrato la Messa con il rito di Ordinazione, tra i quali i formatori del Seminario Vescovile: il rettore don Gaetano Asta, il vicerettore don Nello Garofalo e il direttore spirituale Padre Angelo Busà, mentre gli alunni del Seminario e compagni di don Andrea nel discernimento vocazionale, hanno animato il servizio liturgico.
Subito dopo la proclamazione del Vangelo, ha avuto inizio il rito di Ordinazione con la presentazione di don Andrea, seguita dall’omelia del vescovo Antonio che si è rivolto all’ordinando esortandolo a cogliere il mistero grande del sacerdozio ministeriale, attraverso il quale Dio si rende presente “sacramentalmente” in mezzo al suo popolo: “È il mistero di Dio e del suo amore che irrompe nella tua vita, caro don Andrea – ha affermato monsignor Staglianò – che entra nella tua carne fragile, con la promessa di dimorare in te e di fare di te qualcosa di meraviglioso, se sarai capace di mostrare con la tua esistenza che Cristo vive in te”.
Il vescovo ha poi ricordato a don Andrea il fine ultimo della sua nuova vita di sacerdote: “Tu sei prete non per ‘fare’ il prete, ma sei prete per diventare cristiano; sei prete, ma non smetti di essere discepolo di Gesù, di portare la croce che è l’impegno a vivere il ‘comandamento nuovo dell’amore’: ‘Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi’. Qui si vede il prete e il cristiano: nel perdono, nell’amore secondo la misura di Cristo, esteso persino ai nemici. Questo ti farà assomigliare a Gesù e ti farà essere come il ‘Bel Pastore’ che offre la sua vita per tutti”.
Monsignor Staglianò ha poi richiamato alla memoria il martirio di don Pino Puglisi, avvenuto per mano dei mafiosi il 15 settembre 1993 e l’uccisione di don Roberto Malgesini, un sacerdote di Como, assassinato da uno squilibrato proprio nella giornata in cui don Andrea è diventato sacerdote; rivolgendosi ancora all’ordinando lo ha incoraggiato nell’impegno del ministero, esortandolo a sentire vicini questi due sacerdoti martiri, come due “angeli custodi”.
Infine ha dispensato a don Andrea alcuni consigli “pratici” per essere un sacerdote “come vuole Dio” e “come vuole il vescovo”: “Sii uomo di preghiera, sii fedele alla Liturgia delle Ore; sii un pozzo che attinge sempre acqua alla sorgente, non una cisterna che prima o poi si svuota. Vivi l’impegno del celibato e sii casto nel cuore, libero per amare tutti con cuore indiviso: più amerai Gesù, più sarai capace di donarti a tutti; sii povero: quello che hai non ritenerlo un possesso, ma impara a condividerlo con i più poveri”.
Il rito ha poi raggiunto il suo culmine con l’imposizione delle mani e la preghiera di Ordinazione del vescovo che ha consacrato don Andrea “sacerdote per sempre”. Dopo la vestizione degli abiti sacerdotali, il vescovo ha unto le mani del novello presbitero con il Crisma, segno dello Spirito Santo e della sua forza, affinché le sue mani diventino le mani di Cristo; infine la consegna del pane e del vino, l’abbraccio di pace con il vescovo e la liturgia eucaristica, per la prima volta concelebrata da don Andrea, hanno completato una celebrazione sentita, commossa e devotamente partecipata.