Carissimi fratelli e sorelle,
il tempo quaresimale conduce il pellegrinante popolo di Dio alla Pasqua di Resurrezione, alla celebrazione del mistero Pasquale di Cristo Signore. La Quaresima è il tempo della purifi cazione del cuore, del rinnovamento della vita e della conversione agli insegnamenti del Vangelo: riconciliazione e di pace. Camminiamo con sentimenti di umiltà seguendo i santi segni della Chiesa. In questo tempo di grazia ci accompagni ancora l’icona del Cenacolo di apre tutto se stesso alla vita di grazia. «Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la Ecco l’ora della salvezza. L’ora della nuzialità di Cana raggiunge rinnovando ogni fi bra del nostro essere. In Lui tutto è Amore e nulla sfugge dal Suo essere Misericordia infi nita. lo: tempo dedicato alla preghiera, alla meditazione e a gesti concreti di Quaresima e, così, arriviamo devotamente ai piedi della Croce di Cristo e al Giardino di grazia nuova che inaugura l’inizio della vita della Gerusalemme, «genesi d’amore», «piano superiore» della fede, spazio originario della comunione, dove nella celebrazione della Santa Eucarestia, nel dono di un Pane spezzato che si offre a noi completamente, senza esitazione, per la vita del mondo, ogni fedele discepolo del Signore sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fi no alla fi ne» (Gv 13,1). il suo culmine. Questa è l’ora dell’amore vero, pieno, intenso e donato. Senza fi nzione alcuna, senza infi ngimenti, Gesù «li amò sino alla fi ne» (Gv 13,1). Per questo l’Eucarestia ha un sapore diverso, quello dell’amore che dimentica e perdona, accoglie e santifi ca. Fino all’ultimo istante, fi no all’ultimo respiro, il Testimone fedele si manifesta come pienezza dell’Amore, come Dono per tutti, Amore che genera rinnovan« Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, fi glio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era A prendo il proprio cuore alla vo- lontà del Padre che tutto scelta da Dio chinarsi sull’uomo, annullarsi Nell’intimità cinto» (Gv 13, 2-5). Atutto aveva riversato su di Lui, il Maestro pronto a fare ritorno in Cielo, compie un gesto di intensa umiltà, segno indicatore della via per rivelare il Suo progetto d’amore: per rinnovarlo dal di dentro. del Cenacolo di Gerusalemme, il Cristo si alza e depone le vesti. In piedi, si presenta come il Buon Pastore disposto a tutto per il Suo gregge, dinanzi ai discepoli increduli, depone le vesti per annunciare che il Signore della storia è «venuto non per essere servito ma per servire» (Mc 10,45). Il Mestro sta in piedi perché l’atto di spogliazione servirà da monito ai presenti chiamati a rinunciare alle vesti dell’orgoglio e della presunzione, della falsità e della vanagloria. Chinandosi sui piedi dei discepoli, il Signore rivela che la misura dell’Amore è l’Amore senza limiti, assoluto e generativo, l’Amore che non prova vergogna, l’Amore che riscalda il cuore freddo di chi ha scelto logiche fragili e passeggere. La lavanda dei piedi è il Profumo di Dio nel Cenacolo di Gerusalemme laddove gli uomini incontrano il Cristo, il Servo obbediente, il Maestro che insegna ad unire i cuori in un sentimento d’amore. Unico. Nel Pane e nel Vino il Cristo consegnerà il segno della salvezza, la sorgente dell’eternità. Non riusciamo ad alzarci, a spogliarci del nostro «io», a versare l’acqua pura nel catino della nostra esistenza; non riusciamo ad essere trasparenza umile di condivisione di passioni autentiche perché macchiati dalle nostre presunzioni. In questa Santa Quaresima Giubilare vogliamo chinarci in segno profondo di condivisione e d’amore, in segno profondo di vita semplice e umile, in segno profondo di accoglienza e di compassione. Lui si è chinato su ciascuno di noi, si è umiliato nel silenzio di una notte divina. Cercando veri spazi di preghiera e meditazione, trasformiamoci in acqua pura, cristallina, purificatrice e nel catino della nostra esistenza raccogliamo le impurità che non ci permettono di aderire al Suo Messaggio. Sarà Lui, asciugatoio di tenerezza a renderci nuovi, a ungere i nostri piedi del balsamo dello Spirito per una nuova stagione missionaria. «E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno perché le cose di prima sono passate» (Ap 7,17; 21,4).
Noto, 5 marzo 2025, Mercoledì delle Ceneri
✠ Salvatore Rumeo, Vescovo di Noto