«LE PALME DELLA MISERICORDIA»

Omelia della Domenica delle Palme Basilica- Santa Maria di Betlem
13-04-2025

«Benedetto colui che viene nel nome del Signore: è il re d’Israele». (Antiphona ad Introitum Dominicae in Palmis).

 Sul monte degli Ulivi risuonano voci simili a quelle che, una volta, furono ascoltate nei campi vicini a Betlemme: «Pace in terra e gloria nel più alto dei cieli!» (Lc 19, 38).

Le stesse voci echeggiano nella liturgia odierna. È la Domenica delle Palme. Seguiamo nello spirito la folla che salutava Gesù, mentre Egli entrava a Gerusalemme. Essa avvertiva in Lui il Messia: Colui che doveva venire dalla stirpe regale di Davide per salvare Israele.

Tra qualche giorno, il sublime «Osanna» si cambierà in un grido tenebroso: «Crocifiggilo». E questo grido prenderà realtà, diventerà un fatto concreto. Sull’altura del Calvario, fuori le mura di Gerusalemme, si solleverà la croce, sulla quale Gesù di Nazaret renderà la vita,

Chi era quest’Uomo? Chi sei tu o Cristo? Domanda di sempre che attraversa il cuore di ogni uomo.

L’Apostolo Paolo risponde con le parole della Lettera ai Filippesi; «Cristo Gesù pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di Servo e divenendo simile agli uomini». (Fil 2, 6-7).

Ecco la piena verità messianica. Quindi, Gesù non era soltanto Uomo, discendente di Davide, ma Colui che esiste nella natura divina, il Figlio di Dio che assunse la condizione di servo e divenne simile agli uomini.

Questa è la piena verità messianica di Gesù Cristo. La verità, che Simone Pietro confessò, un giorno, nei pressi di Cesarea di Filippo: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16, 16).

Gli abitanti di Gerusalemme non erano capaci di proclamare questa verità nel giorno dell’arrivo di Gesù per la festa di Pasqua.

Chi era quest’Uomo? Chi sei tu o Cristo?

In Gesù arriviamo a comprendere, illuminati dallo Spirito di Dio, cos’è veramente la Misericordia divina, chi è la Misericordia: il Dio-uomo, che prende in sé la Misericordia del Padre, desidera teneramente e compassionevolmente soffrire con l’umanità prendendo su di sé i peccati e le miserie di tutti ed innalzare l’uomo ad un’intimità così intensa da poter rivelare la Buona Novella: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14, 23).

Il Figlio di Dio è venuto a rivelare il Padre nella pienezza del suo amore per l’edificazione del Regno; è la sua unica fondamentale missione (cfr. Gv 1, 18). La Misericordia di Dio, nel Nuovo Testamento, assume un volto, diventa tangibile, può essere vista, udita e contemplata (cfr. 1Gv 1, 1) perché si è resa visibile e si è manifestata nella persona di Gesù Cristo, l’unigenito Figlio del Padre (cfr. Gv 1, 18).

Il Verbo che dall’eternità era Dio ed era rivolto verso Dio divenendo carne e venendo ad abitare in mezzo a noi (cfr. Gv 1, 1.14), sin dalla sua venuta nel mondo rivela in pienezza il volto del Padre. Egli è l’icona del «Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione» (2 Cor 1,3), immagine di colui che è origine e fonte della misericordia e la dona generosamente e gratuitamente all’umanità.

Gesù non solo ha predicato il messaggio dell’amore e della misericordia ma l’ha vissuto profondamente perché, svuotando se stesso e diventando simile agli uomini (cfr. Fil 2, 7), si è chinato su ogni umana ferita, facendosi prossimo di ogni uomo provato dal dolore fisico o morale e fasciando le piaghe dei cuori spezzati (cfr. Is 61, 1).

Sin dall’inizio del suo ministero Gesù, richiamandosi alle parole del profeta Isaia, si presenta nella sinagoga di Nazareth come l’Unto del Signore inviato per annunciare il lieto messaggio ai poveri, per proclamare la liberazione ai prigionieri, per dare la vista ai ciechi, per liberare gli oppressi e annunciare l’anno di grazia del Signore (cfr. Lc 4,18).

La novità del messaggio di Gesù consiste nel fatto che esso è rivolto in maniera definitiva a tutti, senza distinzioni, nessuno escluso. I destinatari prediletti della Buona notizia sono i poveri e i peccatori, cioè coloro che si trovano ai margini della realtà sociale e dell’alleanza. Ciò significa che in Cristo la misericordia del Padre suo si estende fino alle periferie più lontane, abbracciando così l’intera umanità, comprendendo tutti, sia dentro che fuori gli antichi confini dell’alleanza mosaica. Tutto questo è espresso nell’insegnamento di Gesù e soprattutto nei suoi atteggiamenti, nel suo sedersi a mensa con i pubblicani e i peccatori, nella sua compassione verso i malati (cfr. Mt 14, 14), nella sua commozione di fronte al dolore di una mamma che ha perso il suo unico figlio (cfr. Lc 7, 13), di fronte alle persone che vede smarrite come pecore senza pastore (cfr. Mc 6, 34), di fronte al dolore di Maria che ha perso il fratello Lazzaro (cfr. Gv 11, 33).

La compassione di Cristo è rivelativa della misericordia del Padre e la prossimità di Gesù con le sofferenze dell’umanità è la manifestazione più concreta e tangibile della vicinanza del Padre: «Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14, 9); nella relazione di Gesù verso il Padre e verso i fratelli comincia a dischiudersi e rendersi conoscibile quella dinamica di dedizione personale e reciproca che costituisce il cuore della vita divina e l’intimo motore dell’azione misericordiosa di Dio nella storia.

Come si presenta Gesù alla folla che lo circonda e lo segue nel suo cammino verso Gerusalemme? Quando gli chiedono chi sia, riprende le parole profetiche di Isaia che presentano il Messia come colui che guarisce gli infermi, fa camminare i paralitici e vedere i ciechi, colui grazie al quale coloro che non avevano più vita ricominciano ad averne (cfr. Mt 11, 5; Lc 7, 22; Is 26, 19; 35, 5-6; 61, 1). Tali sono i gesti che definiscono Gesù: gesti di misericordia. Tutti i gesti di Cristo sono segni concreti di misericordia.

L’episodio della donna adultera, riportato dall’evangelista Giovanni, ci fa capire bene chi è Cristo (cfr. Gv 8, 1-11). Cristo, Amore Misericordioso, rimane da solo con la miseria. Ecco tutta la vita di Cristo, ecco tutto il Vangelo: la Misericordia dinanzi alla miseria di una povera donna. Questa povera donna, che simboleggia l’umanità peccatrice, questa povera donna sola dinanzi a Cristo, viene completamente perdonata. La sua miseria viene assunta dalla Misericordia.

Sia lodato Gesù Cristo!