«MARIA DONNA DELLA CONDIVISIONE E DEL SERVIZIO»

Omelia in occasione della Peregrinatio Mariae a Scicli Chiesa Madre - Scicli
06-10-2024

Il cammino di Maria verso la Casa di Elisabetta è immagine di Carità che sgorga dalla vita di chi ha incontrato il Signore. Maria è la piena di grazia e la sua strada benedice il cuore degli uomini. Camminando con Maria, la Chiesa, riscopre la bellezza della Carità, del Servizio e della Comunione.
Ieri come oggi il Signore raggiunge la vita e la storia di tutti. E oggi raggiunge la città di Scicli. Il tempo che noi viviamo è il tempo di Dio e nonostante le ansie e le inquietudini, le lotte e le tante contraddizioni che distolgono l’uomo dal tenere fisso lo sguardo verso il Cielo, Dio si fa carne, bambino, l’Eterno entra nel frammento del Tempo. Il nostro tempo, allora è Tempo di Dio.
La Vergine Maria risponde alla chiamata del Signore e consegna completamente e pienamente la sua vita all’Onnipotente. È la Madre del Signore, colei che vince il Maligno e allontana dall’uomo le tenebre del peccato. Oggi nella storia della salvezza ciascuno di noi, è chiamato dal Signore, a vivere come Maria…a mettersi in cammino.
Ancora una volta la strada con le sue insidie e pericoli. Bisogna partire, scommettere, rischiare…! Ci si ferma stabilmente dopo la fatica della strada solo per servire e fare della propria vita un dono perenne. Offerta d’amore oblativo.
La montagna è il luogo dell’incontro fra Dio e l’uomo. Il Signore sulla montagna manifesta il suo volere al popolo, stipula un’alleanza e ai discepoli affida le beatitudini.

La Vergine Maria, fra mille difficoltà e lo crediamo veramente, decise di affrontare la montagna per dare compimento al progetto di Dio: la Casa di Elisabetta fu la Sua meta.
Maria ha fretta non perché avverte in sé la stanchezza e il logorio del viaggio ma perché i tempi di Maria sono quelli di Dio. Non è più la fretta ansiosa degli uomini che vagano di qua e di là: è la fretta di Dio. L’Amore! Così deve palpitare il cuore di coloro che vivono il tempo dell’andare verso gli altri!
La Città è il luogo dove gli uomini abitano, vivono, scandendo il tempo della vita! Maria giunge nella Casa di Elisabetta e Zaccaria per offrire loro un dono prezioso: la presenza del Figlio di Dio.

Mettiamoci in atteggiamento di ascolto, sostiamo nella preghiera e decidiamo di partire con i nostri fratelli. Decidiamo di scalare in fretta la montagna, forse con qualche sosta di troppo, ma con la sicura convinzione e certezza che Maria, Scala al Paradiso, ci precede e ci incoraggia. Anche se dovessimo smarrire la strada.

“L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore…”». Inno d’amore ed esultanza nella casa dei poveri e degli ultimi, degli uomini di Dio, scelti e amati dal Signore. Maria canta la storia della salvezza e il dispiegarsi dell’Eterno per un gesto d’amore infinito. «Dove abbonda il peccato, sovrabbonda la Sua misericordia» (Rm 5,20)! E Dio che si ri-corda del suo amore svela all’uomo se stesso.

Paul Claudel, scrittore, poeta e drammaturgo francese, perse la fede durante la sua gioventù. La sua era, possiamo dire, una fede ereditata per tradizione. La scoperta di Dio, la conversione che lo trasformerà completamente, avverrà più tardi, quando quasi per caso entra nella cattedrale di Notre-Dame di Parigi, e sente cantare il Magnificat. Claudel racconta ciò che sentì:

Stavo in piedi, in mezzo alla folla, accanto al secondo pilastro, all’entrata del coro. Fu allora che si produsse l’evento che domina tutta la mia vita. In un attimo il mio cuore fu toccato. Io credetti. Avevo provato improvvisamente il sentimento lacerante dell’innocenza; l’eterna infanzia di Dio.  Credetti con una tale forza di adesione, con un tale innalzamento di tutto il mio essere, con una convinzione così decisa, con una certezza ricca di dubbi, che in seguito né i libri, né i ragionamenti, né le sorti di una vita agiata hanno potuto scuotere la mia fede. Dio esiste, Dio è qui, Dio è qualcuno: è una persona come me: mi ama, mi chiama. Je crus! Bisogna cedere infine! O porta, bisogna far entrare l’ospite; cuore fremente, bisogna accettare il padrone. Qualcuno che sia dentro di me più me stesso di me.[1]
Maria è la protagonista di un gesto tanto rivoluzionario che rimarrà come apripista per tutti coloro che vogliono prendere sul serio Dio. Maria canta la sua storia, la racconta, la condivide, ha il coraggio di guardare anche avanti, al futuro e ricorda che Dio disperde i superbi nei pensieri del loro cuore, rovescia i potenti e gratifica gli umili, ricolma di beni chi è affamato e a chi si crede ricco lo lascia a mani vuote. Maria dice tutto questo mentre sa che dovrà fare i conti con le angherie di Erode, le incomprensioni dei vicini, la povertà dell’esilio forzato in Egitto.

Come sei bella Maria, Madre del Silenzio!
Vorrei che Tu insegnassi al cuore dell’uomo
che il Figlio Tuo è la Parola del Padre
nel frastuono tumultuoso dei nostri giorni.

Come sei bella Maria, Madre dell’Ascolto!
Vorrei che Tu insegnassi al cuore dell’uomo
che solo accogliendo la voce del Padre
possiamo realizzare i nostri sogni.

Come sei bella Maria, Madre della Preghiera!
Vorrei che Tu insegnassi al cuore dell’uomo
che solo contemplando il Cielo
possiamo amare e servire la Terra.

Come sei bella Maria, Madre dell’Amore!
Vorrei che Tu insegnassi al cuore dell’uomo
che la carità è un andare verso gli altri
perché il Verbo è venuto in mezzo a noi.

Come sei bella Maria, Madre della Pace!
Vorrei che Tu insegnassi al cuore dell’uomo
che la pace è un dono del Padre
per le crepe delle nostre Case.

Come sei bella Maria, Madre del Risorto!
Vorrei che Tu insegnassi al cuore dell’uomo
che il Paradiso è la Casa di tutti,
rifugio sicuro dell’uomo viandante.

Come sei bella amica mia, vieni nella nostra dimora,
Tenda dell’Altissimo, vieni nel nostro cuore.
Fa che nelle nostre case regni l’amore,
che i nostri gesti parlino di misericordia
che i nostri passi affrettino di perdono
che i nostri volti abbondino di sorriso
che le nostre lacrime bagnino di fortezza
che i nostri sogni orientino di eternità
che la nostra Vita fiorisca in santità. Amen

[1] Paul Claudel, Opere poetiche. Antologia di testi religiosi, a cura di Alessandro Maggiolini, Ed. Cantagalli, Siena 2009, 12.