Grazie Eccellenza per la Sua Parola, per averci incoraggiato a camminare tenendo fisso lo sguardo sull’essenziale. Grazie per la Parola spezzata e per il suo incoraggiamento ad essere fedeli discepoli del Signore in un mondo attraversato da crisi e sofferenze.
La mitria, la croce pettorale e l’anello che lei ha indossato in questa messa e il pastorale con cui ha manifestato a noi l’amore e il sostegno del Buon Pastore sono quelli che il 6 ottobre 2007 lo accompagnavano mentre veniva consacrato Successore degli Apostoli e le veniva affidata la Chiesa di Noto. Grazie di questa delicata attenzione che manifesta il Suo amore per Noto e la Sua Chiesa.
Carissimi fratelli e sorelle
La nostra fede ci fa riconoscere San Corrado come il testimone di Dio che, convertitosi, ha fatto della preghiera, dell’Eucarestia e della carità, il centro della propria vita.
Il Santo eremita continua ancora oggi ad essere segno luminoso per coloro che sono alla ricerca di Dio e vogliono crescere nella fede e nella carità.
Nella Lettera apostolica del 14 settembre 1989 San Giovanni Paolo II scriveva al compianto Mons. Salvatore Nicolosi che «la comunità diocesana, che ha San Corrado quale suo speciale Protettore, a buon diritto ne ricorda le virtù, consapevole che la testimonianza della vita di un santo costituisce per ogni tempo un messaggio da raccogliere e un modello da imitare».
Cosi come ci ha ricordato Mons. Crociata accogliamo con spirito di profonda umiltà gli insegnamenti del Santo Patrono. In questo tempo giubilare ricerchiamo spazi e tempi intensificando la preghiera personale, il silenzio e la contemplazione del mistero di Dio che nel Figlio Suo Gesù ha redento il mondo.
A San Corrado affido la Chiesa netina, il nostro Seminario, i sacerdoti e i religiosi, le famiglie, i portatori del Santo e dei cilii, la corale della Cattedrale, gli anziani, gli ammalati, i giovani, i ragazzi, i bisognosi, coloro che soffrono nel corpo e nello spirito, coloro che, attraversati da mille difficoltà o preoccupazioni, sentono la vita come un peso e non come un inno all’amore e alla gioia. Mettendo da parte ogni ostacolo e difficoltà lavoriamo per il bene e la pace di tutti.
Il prossimo 15 maggio alla presenza del Cardinale Matteo Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana chiuderemo solennemente, qui in Cattedrale, le celebrazioni del 180mo di fondazione della Diocesi. Saranno mesi intensi in cui, dopo aver accolto il documento finale del Sinodo della Chiesa italiana e facendo memoria pastorale dei tavoli sinodali, insieme lavoreremo per la stesura degli Orientamenti diocesani, strumento indispensabile per la riforma della Chiesa e per il cammino delle nostre comunità parrocchiali.
Ai devoti, ai portatori di San Corrado, ai portatori dei cilii, alle confraternite, a quanti si adoperano per la festa del Santo Patrono, va la mia personale gratitudine.
Ho visto nei giorni dedicati al Santo Patrono la fede dei netini e la partecipazione di tanti devoti che dai Comuni viciniori a piedi, nel cuore della notte, hanno raggiunto l’arca del Santo.
In occasione del Giubileo Pellegrini di speranza, del 180mo anniversario di fondazione della Diocesi, a 510 anni dalla Beatificazione, a 400 anni dalla diffusione del culto nelle chiese francescane di tutto il mondo cattolico, l’Arca del Santo Patrono raggiungerà nella notte del 26 luglio l’Eremo di San Corrado di fuori e vi rimarrà fino al 9 agosto. Il 2 agosto sarà portata solennemente a Noto antica dove celebreremo la Santa Messa in suffragio delle vittime del terremoto del 1693. Il Santo tornerà in quel luogo dove amava pregare ai piedi del Crocifisso.
San Corrado è di tutti e tutti siamo legati a questo uomo che convertendosi ha parlato di Cristo e del Suo vangelo con una vita povera, semplice e austera. È mio desiderio che l’Arca di San Corrado, eccezionalmente, visiti le comunità di Pachino dal 19 al 20 agosto, di Avola dal 25 al 26 agosto, di Rosolini dal 2 al 3 settembre.
Il Passaggio di Corrado ci spinga a fare esperienza concreta di carità operosa, a riconoscere la «carne ferita di Cristo» nel prossimo, perché «la fede senza le opere è morta».
Grazie Padre Mariano…il Signore sia luce sul suo cammino e la Vergine Maria, Scala del Paradiso Le sia di rifugio e porto sicuro nel viaggio della vita. Ad multos!