Auguri pasquali al Carcere di Noto

 “Giuda, prima che tradire il Figlio di Dio, con il suo tradimento ha tradito se stesso”. Così ha esordito ieri mattina Mons. Staglianò in visita alla Casa Circondariale di Noto. “Pietro, che era il capo degli apostoli – proprio perché era il capo – avrebbe tradito Gesù ancor più di Giuda! Eppure si è pentito del suo insano gesto ed ancora oggi è considerato colui al quale Gesù ha consegnato gli esordi della Chiesa; Giuda invece ha fatto una fine terribile”.
Una riflessione parecchio dialogata quella del Vescovo con i detenuti di Noto, come è ormai consuetudine – dove il termine non va a sminuire la genuinità del gesto – nelle settimane precedenti il Natale e la Pasqua. Insieme al Direttivo, al Corpo di Polizia Penitenziaria, all’Equipe educativa e al Cappellano del Carcere, dopo un breve momento introduttivo con la preghiera di un carcerato, il Vescovo ha proposto ai detenuti una riflessione sull’importanza del perdono, della conversione e della bellezza del vero volto del Dio amore. “Il Dio di Gesù Cristo non si allea con nessun popolo per muovere guerra verso un altro popolo. Il Dio di Gesù Cristo è solo amore e tutti nel mondo sono figli suoi: tutti, nessuno escluso!”.
Una riflessione dai risvolti anti-cattolicesimo-convenzionale, la cui convenzione risiederebbe nei riti – per lo più teatrali – delle sacre rappresentazioni che popolano le nostre città durante la Settimana Santa. “Le sacre rappresentazioni saranno belle – ha più volte detto il Presule – ma non sono presenza vera di Cristo. Cristo lo possiamo invece incontrare quando ci riuniamo insieme nelle Sacre Liturgie e celebriamo i misteri che la Chiesa ci consegna”.
Al termine del momento, lo scambio degli auguri pasquali con ogni detenuto, al quale Mons. Staglianò ha personalmente consegnato il proprio messaggio di Quaresima.