AVVENTO. MESSAGGIO DEL VESCOVO PER LA PRIMA DOMENICA: DIO APRE STRADE… ANCHE NEL DESERTO

Quante le strade che un uomo farà …
Dio apre strade anche nel deserto!
 
Stiamo attraversando tempi di smarrimento. Spero che avvertiamo forte, dentro di noi, il grido della mamma del piccolo Joseph di sei mesi, morto appena dopo essere stato salvato dal naufragio. Avanza il deserto nel mondo ogni volta che muore un bambino per i drammi della povertà, della fame, della guerra. Avanza il deserto dentro di noi se ogni dramma umano non suscita commozione e desiderio di impegno per un mondo più giusto. Come scrive papa Francesco all’inizio della sua lettera enciclica “Fratelli tutti”, «nel mondo attuale i sentimenti di appartenenza a una medesima umanità si indeboliscono, mentre il sogno di costruire insieme la giustizia e la pace sembra un’utopia di altri tempi. Vediamo come domina un’indifferenza di comodo, fredda e globalizzata, figlia di una profonda disillusione che si cela dietro l’inganno di un’illusione: credere che possiamo essere onnipotenti e dimenticare che siamo tutti sulla stessa barca» (n. 3).

Eppure, anche nel deserto, Dio apre strade! Il papa le indica a tutti gli uomini invitando alla fraternità e all’amicizia sociale, possibili solo se superiamo la censura moderna su Dio, che ci ha resi tutti orfani e nemici, e se ci apriamo – nel riconoscimento del Padre di tutti – alla speranza, a partire dai tanti semi di bene che Lui continua a seminare nell’umanità. Uno sguardo che diventa audacia operosa, per questo capace di farci diventare collaboratori di Dio nel costruire strade anche nel deserto: «La speranza – scrive ancora il papa – è audace, sa guardare oltre la comodità personale, le piccole sicurezze e compensazioni che restringono l’orizzonte, per aprirsi a grandi ideali che rendono la vita più bella e dignitosa» (n. 55).

Ci aiutano tanti profeti e testimoni. Papa Francesco cita San Francesco, ma anche altri fratelli non cattolici come Martin Luther King, Desmond Tutu, il Mahatma Gandhi. E conclude con Charles de Focauld, il quale ci aiuta a comprendere la possibilità radicale di collaborare con Dio che apre strade anche nel deserto: l’identificazione con gli ultimi! Essi infatti, come ci ha detto il nostro Sinodo, sono un luogo teologico! Ecco perché “Fratelli tutti” non è sociologia ma teologia, teologia credente! Ritorna allora forte e attuale l’invito del nostro Sinodo diocesano, con intuizioni che oggi sono messi in evidenza anche dal papa: «I poveri appaiono al centro del mistero del Regno di Dio. Essi non sono solo persone da aiutare, ma, con la loro esistenza, segnano il luogo in cui anche noi dobbiamo collocarsi se vogliamo stare con il Dio di Gesù Cristo» (decisione sinodale 46). Per questo il nostro Sinodo già allora aveva insistito sulla necessità di una “Chiesa in uscita”, in uscita dalla mondanità e dall’autoreferenzialità, per vivere abbandonata al Padre e amica dei poveri suoi prediletti: «Per stare in questo luogo dobbiamo scrollarci di dosso il fariseismo da persone per bene [io lo chiamo “cattolicesimo convenzionale”!], uscire dalle nostre sicurezze, abbandonare la corsa al benessere egoistico, essere liberi dai compromessi con i poteri di questo mondo, ritrovare l’essenza vera della vita assieme a quanti cercano la giustizia e la pace».

Un dono grande il nostro Sinodo, attuale, che riprendiamo per vivere quest’Avvento in tempo di pandemia come tempo in cui convertirci alla povertà evangelica. E così far risplendere la paternità di Dio che tutti ci vuole fratelli, «gridando il Vangelo con la vita» – come amava dire il beato Charles de Focauld. Egli ci aiuta a vivere questa tensione come il nostro desiderio più profondo, reso possibile da una fede radicale e totale: «Padre mio, io mi abbandono a te, fa di me ciò che ti piace. La tua volontà si compia in me, in tutte le tue creature. Non desidero altro, mio Dio» – con lui preghiamo, ritrovando la fiducia dei bambini e la saggezza dei piccoli del Vangelo. Allora ancora oggi si apriranno strade nel deserto, e l’umanità potrà vivere un’epoca nuova della storia.
 
 
+don Tonino, vescovo
 
 
 
(IN ALLEGATO, IN FONDO ALLA PAGINA, IL PDF DEL MESSAGGIO DEL VESCOVO PER LA PRIMA DOMENICA DI AVVENTO)