Coronavirus. Noto. Un questionario per progettare un futuro nuovo di Chiesa

 Come annunciato nella lettera indirizzata alla diocesi su come progettare una ripartenza “umana e cristiana” (non solo economica), dopo i giorni di isolamento a causa della pandemia di Covid-19, il vescovo di Noto, mons. Antonio Staglianò, propone alla comunità diocesana un primo questionario, elaborato insieme al Consiglio Episcopale, da diffondere in maniera capillare in tutte le comunità parrocchiali e realtà ecclesiali del territorio diocesano, “perché tutti voi – fedeli laici, religiosi e religiose, diaconi e presbiteri – possiate anche raccontare ciò che lo Spirito del Risorto vi suggerisce, per cominciare già da adesso ad immaginare un nuovo volto di Chiesa per la nostra amata Diocesi”. (Lettera del vescovo sulla “nostra ripartenza”, 25 aprile 2020)
Scopo del questionario è quello di riflettere come comunità cristiana per immaginare un nuovo futuro di Chiesa dopo la pandemia. “Questo primo questionario lavora sui ‘fondamentali’ – annuncia mons. Staglianò – cammin facendo provvederemo a elaborarne altri su contenuti più specifici della nostra esperienza di fede cattolica nel territorio diocesano”.
 
Il “questionario 1” verte su dieci punti, una sorta di “decalogo” per orientarsi in questo tempo dove si è costretti a ri-modulare il vissuto di fede personale ed ecclesiale. A partire da questa sfida occorre dunque ripensare il cammino futuro della Chiesa che è in Noto, con l’impegno di poter sempre più e sempre meglio corrispondere alle esigenze di una sequela cristiana che sia coerente e credibile.
 
I dieci punti su cui la comunità diocesana è chiamata a confrontarsi riguardano:
1.   La riscoperta della dimensione “domestica” e “familiare” della Chiesa;
2.   Relazioni/relazionalità (coppia, genitori/figli, scuola, lavoro, politica);
3.   Il tempo e la sua valorizzazione, perché non sia solo “tempo che passa” ma “tempo” riempito di senso;
4.   Il consumismo e la sfida di recuperare – dopo la pandemia – l’essere più che l’avere, imparando stili di condivisione e di solidarietà;
5.   La “questione ambientale”, per ripensare un rapporto nuovo con il creato e divenirne “custodi”;
6.   Stili di vita più solidali, “buone pratiche” di amicizia e di prossimità per migliorare la qualità della vita;
7.   La comunicazione in tempo di pandemia: comprendere gli strumenti digitali sempre come mezzo e mai come fine. La sfida di un uso saggio della cultura digitale (vedi i social) a servizio della persona;
8.   Il mondo della scuola, le sfide educative e lo studio di forme di “carità intellettuale” per la formazione umana, oltre che intellettuale;
9.   Fede cristiana e problemi sociali, riscoperta della loro necessaria simbiosi, per un cristianesimo meno “alienato” e più “incarnato”;
10. Rinnovamento ecclesiale sulla scia della “Evangelii gaudium” di Papa Francesco, la sfida di una Chiesa in uscita, più missionaria e compagna nel cammino dell’uomo.