La nostra Chiesa di Noto ha vissuto due momenti di grazia con l’ordinazione di due nuovi diaconi il 14 Gennaio 2017 l’ordinazione di Don Andrea Pitrolo e il 15 gennaio di don Pietro Zisa
Don Andrea Pitrolo.
“ Padre, ascolta la nostra preghiera: guarda con bontà questo tuo figlio, che noi consacriamo come diacono perché serva al tuo altare nella santa Chiesa……; perché compia fedelmente l’opera del ministero……; sia sincero nella carità, premuroso verso i poveri e i deboli, umile nel suo servizio, retto e puro di cuore….” Con queste parole il Vescovo ha imposto le mani su Andrea e ha pronunciato la preghiera consacratoria sabato scorso, 14 gennaio, a Scicli nella Chiesa del SS. Salvatore, affollatissima, alla presenza della famiglia dell’ordinando, delle autorità, dei tanti amici, dei superiori del Seminario, dei numerosi presbiteri e dei confratelli seminaristi. Il Vescovo Antonio nell’omelia ha esplicitato il senso delle parole pronunciate nella preghiera di consacrazione. “ In che cosa, carissimo Andrea, devi dare testimonianza?” . In quello che abbiamo imparato a Natale. “ E cioè, che la fede cristiana che contempliamo, ci viene da Dio stesso, che ha creato un nuovo movimento d’amore; nuovo perché prima non c’era e si è realizzato con la venuta di Gesù” I cristiani, allora, “ sono coloro che seguono Gesù e ne mettono in pratica i suoi gesti d’amore”. Cosi che “ tu diventi diacono, il cielo si squarcia su di te e la tua sarà una formazione interiore che ti porterà ad assumere la stessa configurazione di Gesù, che è la Carità. La Carità e l’Amore dello Spirito ti configura a Gesù e tu diventi come Gesù nell’opera della Carità. Devi vivere gesti corporei di carità, non perché sei diacono, ma perché sei cristiano”. In che cosa deve consistere, allora, il servizio del diacono, si è chiesto il Vescovo? E’ presto detto : “Deve insegnare al popolo santo di Dio la novità e cioè che Dio è Amore in Gesù, è sempre Amore, solo Amore. Anche con il canto : dov’e carità e amore, qui c’è Dio”. E, infine, “ prega il Signore perché ti aiuti ad aver la rettitudine del cuore, perché possa fare di te uno strumento della sua pace, della sua carità”. Visibilmente commosso, Andrea Pitrolo, diacono della Chiesa cattolica, ha ringraziato tutti, rivolgendo un pensiero particolare alla sua famiglia che lo ha generato e che ha facilitato, in tutti i modi, la sua scelta di donarsi totalmente alla Chiesa di Dio e al suo popolo.
Don Pietro Zisa
È troppo poco quello che l’uomo potrebbe fare, eppure che cosa di grande, di infinito è quello che noi possiamo desiderare; ma è sempre troppo poco perché il mistero racchiude, il mistero è grande, il mistero è sempre più, è sempre più grande. È troppo poco che noi cattolici, specie quelli inseriti nel “cattolicesimo convenzionale” ma anche quello della cosiddetta “carità”, guardando a Gesù vediamo solo quello che vogliamo vedere.
Il Vescovo, durante la celebrazione di ordinazione diaconale di don Pietro Zisa, avvenuta il giorno successivo, domenica 15 gennaio, a Scicli, nella parrocchia “ Madonna del Carmine” , esortando i confratelli nel presbiterio e nel diaconato ha invitato tutti, ogni porzione del popolo di Dio, a mettere in gioco se stessi, ad andare oltre a quella che è la semplice catechesi per l’evangelizzazione, agendo fattivamente facendo sempre più di quel “troppo poco”. Mons. Staglianò, così parlando, ha presentato la figura del Battista, spezzando la Parola della liturgia del giorno, che ha preparato la via, che ha annunciato con coerenza Colui che porta la salvezza al mondo intero. È troppo poco però guardare in Gesù la sua bella umanità ma bisogna scendere nella profondità di questa umanità per scorgerne la bellezza del Figlio di Dio, l’Agnello di Dio che si è fatto carne.
Rimane poco per un cristiano che Dio rimanga un sentimento, una immaginazione infinita, uno che è Signore e che è più grande. Occorre conoscere che il Signore, nella fede, è l’Assoluto cioè in te, accanto a te, più interiore a te che te stesso; e a maggior ragione per un diacono chiamato al servizio della carità questa esortazione deve diventare l’alimento base di ogni giorno, la presenza reale di Dio nella propria vita per portarlo agli altri nel servizio, nel ministero, nella vita.
A don Pietro, il Vescovo Antonio ha parlato proprio di servizio, di un servizio diaconale che altro non è che un servizio cristiano, di tutti i cristiani. Ciò che Pietro andrà a fare nelle chiese della nostra diocesi, nelle strade delle nostre città, non lo farà per il ministero ricevuto ma per la fede ricevuta, per la vocazione ad essere di Cristo, cioè cristiano!
“Io ti accolgo nell’amore”, così ha detto Gesù oggi a Pietro, scegliendolo come figlio benedetto e consacrato di questa porzione di Chiesa, e così lo Spirito che, come abbiamo sentito nel vangelo, si è posato su Gesù, secondo la testimonianza di Giovanni da Gesù è donato a tutte le genti, è donato ai discepoli perché vadano nel mondo battezzandoli in Dio, immergendoli cioè nell’Amore e non più nell’acqua della purificazione, della penitenza e del perdono ma ormai nell’oceano dell’amore di Dio.
Il Vescovo ha poi concluso così rivolgendosi al neo diacono: “caro don Pietro, da qui oggi si origina un corpo nell’amore, un corpo che si sviluppa corporalmente e tu lo vedi dalla gente che seguendo Gesù, ad un certo punto si innamorano sempre più di Lui. Lo Spirito di Gesù che è amore sia sempre con te, nella tua missione, nella tua vita perché la cosa nuova avvenuta nel mondo, continui ad avvenire ancora oggi attraverso il servizio che svolgerai nel ministero ordinato”.