Giovanni Caccamo sulla Pop Theology: una via di bellezza per la rinascita della nostra umanità

Pubblichiamo sul nostro sito, le suggestioni del Cantautore Giovanni Caccamo, ospite lo scorso agosto del I Festival di Pop Theology nella nostra diocesi.
Il giovane cantautore siciliano racconta la sua esperienza e le emozioni vissute nella serata conclusiva del Festival, nella quale ci ha intrattenuto con alcune delle sue canzoni e poi in un dialogo con il vescovo di Noto, monsignor Antonio Staglianò, ci ha offerto le sue riflessioni sulla vita, sulla musica, sull’arte, come canali di comunicazione che arrivano al cuore delle persone, offrendo prospettive di senso e messaggi di speranza.
Ecco di seguito le “impressioni” di Giovanni Caccamo:
 
 
Quest’estate ho avuto il piacere di tenere un concerto, nell’ambito del primo Festival di Pop-Theology, nella città di Noto.

In quell’occasione mi sono confrontato con Mons. Staglianò, vescovo della diocesi di Noto e promotore della Pop-Theology, sull’argomento, rimanendone colpito e affascinato e riconoscendo, peraltro, diversi punti di congiunzione con il mio approccio alla vita, alla musica e all’arte.

Qualche giorno fa ho letto il Manifesto della Pop-Theology in 10 punti, scritto proprio dal Vescovo, che riassume il suo progetto pastorale e mi sono soffermato a riflettere sul secondo punto, dedicato ai linguaggi dell’Arte e alla Spiritualità.

Da sempre l’arte ha avuto, per l’uomo, un ruolo fondamentale. È il segno tangibile, emotivo, del suo passaggio sulla terra. Attraverso l’arte, è come se l’uomo riuscisse consciamente o inconsciamente a trasporre la propria anima in qualcosa di prezioso e trascendentale. L’opera diventa così mezzo di contemplazione per la vita stessa. Il grande potere salvifico insito in ogni opera d’arte, che sia pittorica, scultorea, musicale o di altra natura, è dato dal fatto che dinnanzi ad essa, l’uomo, è in grado di abbandonarsi alle emozioni più pure e viscerali, liberarsi dai suoi istinti e dai dolori per entrare in empatia con quella bellezza in modo profondo, sincero e primordiale.

La spiritualità, la ricerca di Dio, i grandi interrogativi dell’uomo, hanno certamente contribuito alla creazione di una parte di questa bellezza. L’arte dunque è un atto caritatevole dell’uomo per sé stesso, attraverso lo sguardo di Dio; un cardine di equilibrio tra fede e vita, una delle forme più auliche di comunicazione che, talvolta, risulta essere più efficace del linguaggio stesso.

Nell’arte, possiamo cercare e trovare le nostre verità e spesso, per apprezzarla, non occorre per forza esserne conoscitori, ma lasciarsi trasportare dalle emozioni che ne scaturiscono e che ci fanno vibrare.

Con la sua raffinata bellezza, l’arte, ha l’incredibile potere di trasformare i nostri sentimenti in una nuova speranza, attraverso un linguaggio universale.

Oggi più che mai, l’arte, la bellezza, possono nutrirci e aiutarci nella costruzione di una nuova condivisione e consapevolezza; nella rinascita della nostra umanità.

Giovanni Caccamo, cantautore