Gmg 2008, Sydney chiama Noto

Tra i testimoni del Vangelo che hanno accompagnato la preparazione dei giovani alla Gmg di Sydney e che in queste ore stanno scandendo i momenti della veglia con il Papa, anche Maria Goretti, la santa di Corinaldo, la ragazza uccisa a 12 anni nel 1902 a Ferriere di Conca per aver voluto difendere la sua purezza, di cui gli organizzatori della Gmg sottolineano le parole di perdono pronunciate per il suo aggressore. Sul perdono della piccola Maria e sul pentimento e sulla conversione del giovane che la uccise, Alessandro Serenelli, avvenuta nella cella n.45 del carcere di Noto dal 2006 trasformata in cappella, verte  l’intervista al Vescovo Mariano Crociata a cura della redazione di Radio GMG, la sezione radiofonica del sito ufficiale della Giornata mondiale della gioventù di Sydney. Potete ascoltare lo speciale su Santa Maria Goretti e l’intervista a mons. Crociata realizzata in diretta telefonica con l’Australia.


 


 

Discorso del Papa – Veglia con i con i giovani. Sabato 19 Luglio    word

Omelia del Papa. Celebrazione Eucaristica Domenica 20 Luglio    word

 

SPECIALE

Reportage dall’Australia/1

 

da Sydney Vincenzo Grienti

 

Le strade di Sydney si colorano di bandiere, di giovani, di pellegrini che hanno fatto un lungo viaggio per incontrare il Papa. E’ un continente giovane, quello australiano, multiculturale, ricco di contraddizioni, ma dal 15 luglio 2008, cioè dall’inizio della Giornata mondiale della gioventù è terra di risveglio cristiano. “La Gmg sarà l’occasione per risvegliare la fede in questo continente” dice padre Mauro Conte, scalabriniano che da undici anni vive a Brisbane dove c’è una folta comunità di italiani. Il religioso infatti sottolinea come spesso nelle parrocchie non c’è una effettiva aggregazione e sacerdoti, catechisti e animatori hanno non poche difficoltà. “Niente è per caso, neanche la Gmg” dice Fabio, ventenne di Verona. “Qui a Sydney si respira un’aria di festa, ma ciò non toglie la partecipazione ad un evento di Chiesa e di fede”. Momenti intensi di spiritualità che si alternano ad attimi che rimangono impressi nelle menti e nei cuori di questi giovani che credono in Dio, ai valori, nel Papa. Più di 500mila lo hanno accolto a Barangaroo, il molo dove il battello con Benedetto XVI è attraccato. Partecipatissima anche la Via Crucis di venerdì 18 luglio, preludio alla veglia che ha visto migliaia di giovani all’ippodromo di Ranwick. Qui i ragazzi del Papa hanno pregato insieme con lui, lo hanno ascoltato e hanno seguito i suoi insegnamenti.  “La vita non è governata dalla sorte, non è casuale. La vostra personale esistenza è stata voluta da Dio, benedetta da lui e ad essa è stato dato uno scopo!” ha detto Benedetto XVI nel discorso alla Festa di accoglienza dei giovani sul molo di Barangaroo. “La vita non è un semplice succedersi di fatti e di esperienze, per quanto utili molti di tali eventi possano essere. È una ricerca del vero, del bene e del bello. Proprio per tale fine compiamo le nostre scelte, esercitiamo la nostra libertà e in questo, cioè nella verità, nel bene e nel bello, troviamo felicità e gioia – ha aggiunto il Papa -. Non lasciatevi ingannare da quanti vedono in voi semplicemente dei consumatori in un mercato di possibilità indifferenziate, dove la scelta in se stessa diviene il bene, la novità si contrabbanda come bellezza, l’esperienza soggettiva soppianta la verità”. Ma la Gmg è anche una grande manifestazione di gioia, di vicinanza dei giovani verso un pontefice che, come dice Giovanni, 30 anni di Lecce “parla con parole semplici a tutti gli uomini della Terra”. Di momenti di incontro e di dialogo tra i giovani nostri connazionali e gli italo-australiani non ne sono mancati.  “È stata un’esperienza straordinaria avere il Papa in mezzo a noi: eravamo tutti sulla barca con le nostre bandiere, contenti per i momenti che stavamo vivendo” racconta Ryan Stichweh, giunto in Australia dalla West Virginia (Usa) per incontrare Benedetto XVI, e che oggi pomeriggio ha avuto la fortuna di compiere, assieme a poco più di 200 giovani, la traversata da Rose Bay a Barangaroo sulla nave che accompagnava il Santo Padre. “Molto emozionate” anche Tran Huuong Quyen, partite dal Vietnam per partecipare alla Gmg di Sydney. Mentre Eddy Dorairajah e Valerie Chen, malesi, si sono addirittura potute avvicinare al Papa: “Siamo riusciti a salire sul ponte della nave e l’abbiamo visto da vicino. Lo abbiamo salutato, sventolando la nostra bandiera. Lui ha ricambiato il saluto… è stato straordinario”. “Sono felice, un vero privilegio”, rimarca Yvette Necheine; “anche se non ho potuto parlare direttamente con lui, perché la sicurezza era veramente enorme, l’ho visto e mi ha colpito la sua semplicità”. Sulla nave anche Sebastian LaCroix, canadese, e Wasan Sadik, australiana di origine irachena: “Abbiamo letto degli inni, cantato e l’aria era piena di gioia. Abbiamo anche danzato e tutti insieme sventolavamo bandiere e foulard per salutare i giovani che attendevano il Papa”. Alcuni giovani hanno pure pranzato con lui il 18 luglio e sono rimasti colpiti dalla normalità del Papa “dal suo essere alla mano”. A raccontarlo è Fidel Mateos Rodriguez, uno dodici ragazzi che ha pranzato con il Papa a Sydney, con un pasto a base di zuppa di patate dolci, pollo con piselli e torta al limone. “Il Pontefice, quando mi ha visto, mi ha sorriso e ha detto: «Spagna, Spagna»; io gli ho risposto che il mio Paese lo attende a braccia aperte quando vorrà venire”. Il giovane ha portato in dono al Papa un rosario, un libro sul progetto della pastorale giovanile in Spagna e un’immagine di San Giacomo apostolo, la cui tomba è al Santuario di Santiago di Compostela, “perché – aggiunge – il cammino di Santiago è il simbolo dell’Europa cristiana”. Ma la Gmg è stata anche un momento di dialogo interreligioso ed ecumenico. “Che possa continuare ad illuminare l’umanità nell’amore dell’uomo, dei fratelli e delle sorelle” il rabbino della grande sinagoga di Sydney, Jeremy Lawrence, rivolgendosi a Benedetto XVI nell’incontro con i leader delle altre religioni. “Incontri come questi evidenziano i tratti in comune piuttosto che le differenze”, ha affermato il rabbino elencando le posizioni comuni su questioni come la difesa dell’ambiente, della vita, del diritto, della giustizia, contro l’oppressione e la persecuzione. “La Gmg rappresenta il suo impegno nella prosecuzione di questo dialogo – ha aggiunto Lawrence – e per il bene dell’umanità dobbiamo far diventare lo straniero un vicino e il vicino un amico, trasformare gli stereotipi dei cristiani, ebrei e musulmani in esseri umani, in amici e cooperatori nella costruzione di un villaggio globale condiviso”. All’incontro con il Papa ha partecipato anche Lacey Josie, membro della delegazione ebraica che ha detto al cronista: “La cosa che mi ha colpito è il fatto che abbia voluto conoscerci e parlare uno ad uno. Io gli ho parlato anche in tedesco, avendo origini teutoniche e lui ha sorriso in maniera sorpresa. Sono sicura che fosse felice di questo incontro ed era chiara la sua gratitudine. Abbiamo apprezzato il suo discorso pieno di buoni auspici per il futuro del dialogo”.

 

Reportage dall’Australia/2


Sydney, veglia a Randwick: migliaia di giovani di tutto il mondo sono in silenzio insieme con Benedetto XVI davanti all’eucaristia, fonte e culmine della vita cristiana. L’immenso prato verde di è l’immagine significativa di una fede giovane e ricca di valori. Una immagine che non rimane una foto ricordo, ma diventa storia di tutti i giorni, inculturazione del Vangelo, messaggio positivo a tutto il mondo di giovani credenti in valori come la vita, la famiglia, la solidarietà nei confronti degli ultimi della terra, il dialogo costruttivo tra culture diverse e la pace tra i popoli. Bandiere, volti in preghiera, colori, mani giunte, occhi lucidi per la gioia sono le istantanee di  una Giornata mondiale della gioventù che, come ha detto il Santo Padre nell’Angelus del 27 luglio scorso, è stata “come un mosaico multicolore, formato da ragazzi e ragazze provenienti da ogni parte della terra, tutti riuniti dall’unica fede in Gesù Cristo”. Incontri come quello di Sydney lasciano il segno in Australia e in tutto il mondo. Il pellegrinaggio di migliaia di ragazzi partiti da ogni angolo della terra per incontrare il Santo Padre non è una Woodstock cattolica come più volte è stata definita da alcuni organi di stampa. Al contrario è  il risultato di un grande pellegrinaggio attraverso il pianeta, per manifestare come la fede in Cristo ci renda tutti figli dell’unico Padre che è nei cieli e costruttori della “civiltà dell’amore” come ricordato da Giovanni Paolo II prima e da Benedetto XVI oggi. E’ questa la differenza tra una manifestazione come tante e l’evento giovanile mondiale che si è svolto dal 15 al 20 luglio 2008 nel New Walles Southern. L’accoglienza nelle famiglie, i gemellaggi tra le parrocchie, i momenti di preghiera e di riflessione, hanno lasciato una traccia profonda nella
coscienza collettiva. In Australia i ragazzi della Gmg sono stati chiamati dalla gente “Young pilgrims of the world, cioè giovani pellegrini del mondo. Una bella espressione che coglie l’essenziale di queste Giornate internazionali volute da Giovanni Paolo II. La Gmg di Sydney è stata la XXIII, ma ogni volte è come se fosse la prima. La veglia serale nel cuore della città, sotto la Croce del Sud, è stata una corale invocazione dello Spirito Santo, mentre la grande Celebrazione eucaristica di domenica 21 luglio ha ancora una volta posto l’accento sul sacramento della confermazione. Ventiquattro giovani di vari continenti, di cui 14 australiani hanno ricevuto lo Spirito Santo invitando tutti i presenti a rinnovare le promesse battesimali trasformando la Gmg 2008 in una nuova Pentecoste dalla quale tutti sono ripartiti per la stessa missione degli apostoli ai tempi di Gesù. Tutto ciò sulla scia di grandi modelli di santi e di beati del passato come il Beato Piergiorgio Frassati, le cui reliquie sono collocate nella Cattedrale di Sydney e venerate da un
ininterrotto pellegrinaggio di giovani: “Ogni ragazzo e ragazza è invitato a seguire il loro esempio, a condividere l’esperienza personale di Gesù, che cambia la vita dei suoi amici con la forza dello Spirito Santo, lo Spirito dell’amore di Dio” ha detto Benedetto XVI. Parole che hanno entusiasmato tutti i giovani, compresi gli oltre 10mila ragazzi e ragazze provenienti dal nostro Paese. Le strade di Sydney si sono colorate di bandiere, di pellegrini che hanno fatto un lungo viaggio per incontrare il Papa. Ad ospitarli un continente giovane, quello australiano, multiculturale, ricco di contraddizioni anche per via delle “questioni” mai irrisolte legate agli aborigeni, ma dal 15 luglio 2008, cioè dall’inizio della Giornata mondiale della gioventù è stata una terra di risveglio cristiano. Lo si è visto al molo di Barangaroo quando circa 500mila hanno accolto il battello con Benedetto XVI. Partecipatissima anche la Via Crucis di venerdì 18 luglio, preludio alla veglia. “La vita non è governata dalla sorte, non è casuale. La vostra personale esistenza è stata voluta da Dio, benedetta da Lui e ad essa è stato dato uno scopo!” ha detto Benedetto XVI nel discorso alla Festa di accoglienza dei giovani. “La vita non è un semplice succedersi di fatti e di esperienze, per quanto utili molti di tali eventi possano essere. È una ricerca del vero, del bene e del bello. Proprio per tale fine compiamo le nostre scelte, esercitiamo la nostra libertà e in questo, cioè nella verità, nel bene e nel bello, troviamo felicità e gioia – ha aggiunto il Papa -. Non lasciatevi ingannare da quanti vedono in voi semplicemente dei consumatori in un mercato di possibilità indifferenziate, dove la scelta in se stessa diviene il bene, la novità si contrabbanda come bellezza, l’esperienza soggettiva soppianta la verità”. Parole forti che hanno lasciato il segno, momenti intensi che si sono aggiunti a quelli che hanno vissuto i giovani italiani e con essi la delegazione italiana della Conferenza Episcopale Italiana volata a Sydney per dare un servizio ai 38 vescovi italiani che hanno partecipato alla Gmg e per supportare attraverso il Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei i ragazzi del nostro Paese in sinergia con il consolato italiano a Sydney e la protezione civile italiana. Momenti come “Viva Agorà”, l’incontro dei giovani italiani con gli italo-australiani a Sydney presentato da Lorena Bianchetti il 16 luglio presso l’Entertainment Centre, hanno registrato attimi di orgoglio nazionale soprattutto per il messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. I momenti intensi non sono stati vissuti solo dal palco ma anche dalla platea che è diventata parte attiva dello spettacolo. Non sono mancati i racconti di viaggio dei giovani che dal nostro Paese hanno affrontato ore di volo e chilometri di asfalto lungo la terra dei canguri per salutare il Papa e pregare con il Pontefice. Altro momento è stato il pellegrinaggio alla Saint Mary Cathedral per rendere grazie alla Madonna di Loreto. Gli italiani si sono radunati nel sagrato della Cattedrale alla presenza del cardinale George Pell, Arcivescovo di Sydney, del cardinale Stanislao Rylko, Presidente del pontificio consiglio per i laici, del vescovo Josef Clemens, Segretario del Pontificio consiglio per i laici, e del vescovo Giuseppe Betori, Segretario generale della Cei. Poi una celebrazione eucaristica ha visto la partecipazione di quasi mille persone tra italiani e italo-australiani e la conclusione con la delegazione italiana che ha donato una riproduzione della statua della Madonna di Loreto all’Arcidiocesi di Sydney, della croce di San Damiano alla comunità australiana e le mostre allestite dalla delegazione italiana in occasione della Gmg alla comunità italo-australiana nella persona di monsignor Domenico Ceresoli, Vicario episcopale dell’Arcidiocesi di Sydney per l’emigrazione. Tutte tappe, quest’ultime, che sono state raccontate con i linguaggi della multimedialità nel sito internet ufficiale italiano della Gmg www.gmg2008.it che ha fatto registrare quasi 500mila accessi nella sola settimana tra il 13 e il 21 luglio. Un record, se così si può dire, che mette in evidenza come quest’ultima Gmg australiana sia stata una Giornata mondiale mediatica.

 

 

DOPO SYDNEY, LA TESTIMONIANZA DI DON SALVATORE GIORDANELLA

 

Una Gmg all’insegna della missionarietà. Così don Salvatore Giordanella, direttore dell’ufficio missionario della diocesi, definisce Sidney 2008. A maggior ragione che lui, la Giornata mondiale della Gioventù australiana, l’ha vissuta facendo prima tappa nelle Filippine. Una settimana intensa, ospite, insieme al gruppo di circa 40 persone partite da Roma con il Movimento giovanile missionario (MGM), dei padri e delle suore missionarie. “Nelle Filippine abbiamo conosciuto la fede fervida di un popolo povero dal punto di vista materiale, ma ricco spiritualmente – racconta don Salvatore -. Seconda tappa del nostro viaggio, invece, è stata Melburn. Qui siamo stati insieme agli emigrati italiani, ospiti nelle loro case e nelle parrocchie. Soprattutto erano emigrati di prima generazione, quindi persone adulte trasferitesi in Australia a partire dagli anni Cinquanta. Ma anche di seconda generazione. Quindi i figli, nati e cresciuti lì, lontano fisicamente dall’Italia ma ancora attaccati emotivamente alla cultura italiana. Diversa, invece, la condizione della terza generazione, che in tutto e per tutto può dirsi di australiani, di sole origini italiane. Di questi ragazzi soprattutto ci ha colpito la lontananza da un cammino di fede impostato su solide basi pastorali.  A Melburn, purtroppo, appena arrivati abbiamo visto tante parrocchie vuote di giovani. Anche per questo, l’esperienza della Gmg è stata provvidenziale per l’Australia, come ha detto il cardiale Pell”. Da Melburn, infine, verso Sydney, la meta del grande raduno e dell’incontro con il Santo Padre, dove l’esperienza missionaria si è caratterizzata con “il dare testimonianza agli altri, soprattutto ai ragazzi australiani, della nostra fede in Cristo. E’ come se avessimo ridonato quello che avevamo ricevuto durante la nostra permanenza nelle Filippine: la gioia autentica del cuore che può essere frutto solo di una esperienza di amore, quello con la A maiuscola che Cristo ci ha insegnato – commenta don Salvatore -. I colori delle vesti tradizionali degli aborigeni, la musica e le bandiere colorate, hanno fatto splendere su Sidney una luce nuova, che ha avuto la sua massima espressione nel coraggio della testimonianza da parte di tanti giovani della loro fede, quindi nel loro silenzio di fronte a Cristo Esposto Eucaristia, nella rappresentazione della Via Crucis e nelle mani giunte delle migliaia di giovani raccolti in preghiera per le strade della città”. “Dopo la permanenza nelle Filippine, dove le chiese erano sempre piene, a partire dalla Messa delle 7 del mattino, e le comunità tutte con una profonda carica spirituale – continua il direttore dell’Ufficio missionario – confrontarsi con il materialismo che caratterizza la cultura australiana ci ha fatto sentire all’improvviso un senso di vuoto. Tanta ricchezza materiale, eppure tanta povertà”. Un contrasto così forte da fare nascere spontanea una domanda: ma allora la fede fervida, fresca e gioiosa, è solo dei poveri? “Nel provare a comprendere tanta contraddizione – dice don Salvatore – ci vengono in aiuto le parole di Papa Benedetto XVI e il suo monito a non cedere al relativismo. Se una volta, infatti, la tentazione era quella dell’assolutismo e del comunismo, come di fenomeni culturali che volevano schiacciare la presenza di Dio nella vita dei popoli e delle nazioni; oggi la grande tentazione è proprio quella del relativismo, figlio dell’opulenza e della cultura del consumismo, quindi del materialismo sfrenato che purtroppo sempre di più caratterizza gli stili di vita dei paesi cosiddetti benestanti e industrializzati”. (a cura di Laura Malandrino)