Il cammino sinodale della diocesi di Noto: il punto del cammino

La nostra chiesa locale di Noto sta vivendo il cammino sinodale come un tempo di grazia.  In sintonia con la solenne apertura celebrata da papa Francesco il 10 ottobre 2021 per la Chiesa universale, la fase diocesana è iniziata il 20 ottobre con la celebrazione eucaristica in cattedrale, con la partecipazione di una rappresentanza di tutte le comunità ecclesiali, dei Consigli Pastorali Parrocchiali e i delegati delle Aggregazioni laicali. Alla fine della celebrazione è stata consegnata alla comunità diocesana, tramite i Vicari Foranei, la lettera di avvio del cammino sinodale “Al ritmo dello Spirito, la comunione di fratelli in missione”.

Subito dopo l’apertura del cammino diocesano si è tenuta la prima assemblea sinodale, nei giorni 25 e 26 ottobre 2021, su “Comunione, Missione, Partecipazione”, con due Relazioni del teologo prof. Pino Ruggieri e le testimonianze sul Secondo Sinodo Diocesano fatte dal prof. Maurilio Assenza e dal prof. Antonio Sichera.

La Chiesa di Noto ha infatti una lunga tradizione di cammino ecclesiale comunitario culminata nel Secondo Sinodo Diocesano dal tema “Incontrare Cristo lungo le strade”, voluto da Mons. Salvatore Nicolosi di v.m. come recezione e attuazione del Concilio Vaticano II.

Per coordinare le tappe del cammino diocesano si è passati poi alla costituzione della Segreteria sinodale e della Equipe, per la formazione dei referenti e degli animatori dei gruppi sinodali e per affiancare l’impegno dei parroci e delle comunità di parrocchie.

Primo impegno della Segreteria diocesana è stato quello di fornire un questionario-tipo, esemplificato sulle domande indicate nel Vademecum offerto dalla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, per avviare l’ascolto e il confronto nei singoli gruppi sinodali. E’ stata inoltre formulata e diffusa in maniera capillare una preghiera sul cammino sinodale diocesano, da affiancare all’Adsumus proposto dalla Segreteria generale. Fin da subito sono stati coinvolti i tre Monasteri di clausura, Benedettine del Santissimo Sacramento, Carmelitane Scalze e Visitandine, per accompagnare le comunità ecclesiali nel processo sinodale. Allo stesso modo, i ministri straordinari della santa comunione hanno coinvolto gli ammalati nell’offrire al Signore le loro preghiere e la loro sofferenza perché lo Spirito Santo possa aprire i nostri cuori e la nostra intelligenza alla comprensione della Parola e dei segni dei tempi. Questo primo periodo di cammino è stato caratterizzato da momenti di ascolto, di condivisione e scambio di esperienze, fatte circolare attraverso una pagina speciale su ogni numero del nostro periodico “La Vita Diocesana”.

Esperienza significativa di esercizio sinodale sono state le Assemblee del Presbiterio diocesano.

Dopo aver superato un iniziale scetticismo, dovuto all’idea che il cammino sinodale fosse un’ulteriore attività da aggiungere a quelle già esistenti, nei singoli vicariati le comunità hanno cercato in tutti i modi di lasciarsi mettere in questione, senza chiudersi in sterili autodifese, ascoltando l’anelito del popolo con lo scopo di poterne intercettare i reali bisogni, attivando processi più che ricercando soluzioni immediate.

In tutti i vicariati e in molte parrocchie si sono avuti momenti formativi per riflettere sulla sinodalità come essenza stessa della Chiesa e per illustrare le tappe del cammino sinodale.

Così come indicato, i primi ad essere stati coinvolti sono stati i Consigli Pastorali come luogo di partecipazione responsabile, di comunione e missione delle parrocchie.

Purtroppo, a motivo della diffusione dei contagi per il Covid19 nel nostro territorio, nei mesi di dicembre  2021 e gennaio e febbraio 2022 le attività hanno subito un notevole rallentamento per l’impossibilità dei gruppi sinodali di potersi incontrare di presenza. La ripresa del cammino al termine della pandemia ha visto poi la diocesi di Noto pienamente inserita con entusiasmo fin dall’inizio nel progetto di cammino sinodale delle Chiese in Italia.

Durante la fase narrativa, l’attenzione è stata rivolta all’ascolto, ai vari livelli (diocesano, vicariale e parrocchiale, e nelle altre comunità ecclesiali), in due direzioni, sia ad intra e sia ad extra.

Si è così iniziato con l’ascolto di quante e quali urgenze fossero sentite come prioritarie, sia da parte dei fedeli che frequentano abitualmente la vita ordinaria delle nostre comunità ecclesiali, sia da parte di quella fascia di fedeli che occasionalmente sono presenti agli eventi pastorali (ad esempio feste patronali e ricorrenze varie) e alle celebrazioni sacramentali (battesimi, cresime, prime comunioni, matrimoni, funerali). Ma si è prestata anche attenzione alle voci dei cosiddetti “lontani” ed “esterni” all’esperienza di fede, per ascoltare quali fossero le loro attese riguardo alla Chiesa e alla testimonianza dei cristiani nel mondo.

Successivamente, con il lancio a livello nazionale dei Cantieri di Betania, la comunità diocesana è stata coinvolta nel cammino ulteriore di verifica e riflessione sulla base delle tematiche dei tre Cantieri, così come proposte nei sussidi forniti dal Comitato per il cammino sinodale nazionale, seppur con un leggero ritardo nell’avvio dovuto al periodo di sede vacante e all’avvicendamento del vescovo diocesano.

Di fatto, ogni gruppo  sinodale si è confrontato sulla base dei Cantieri e ha lavorato con il metodo proposto dai sussidi. Da tutte le parti è scaturita l’esigenza e l’impegno di trovare strade nuove per una presenza viva e diffusa della Chiesa “nella città degli uomini” dove vive il popolo di Dio.

In tanti casi il confronto e il discernimento sulle tematiche dei Cantieri ha portato anche alla scelta di nuove iniziative parrocchiali o di gruppo da vivere insieme con spirito missionario.

Il frutto del confronto nei Cantieri, è stato inviato dai Referenti diocesani al Comitato nazionale per l’avvio della nuova tappa del cammino, la “fase profetica”.

Momento fondamentale per il lancio di questa nuova tappa è stato il tradizionale convegno di inizio d’anno pastorale (20-21-22 settembre 2023), con la scelta, quest’anno, di viverlo in chiave di assemblea sinodale. Dopo la relazione di Mons. Erio Castellucci sul cammino sinodale, nel primo giorno, il secondo giorno ha visto, a livello vicariale, la formazione di tavoli sinodali con i membri dei consigli pastorali parrocchiali e vicariali e i rappresentanti delle aggregazioni laicali e delle altre componenti del popolo di Dio. Questi gruppi sinodali si sono confrontati su quattro schede tematiche: A  – La missione secondo lo stile di prossimità; B  – La formazione alla fede e alla vita; C – Per una liturgia che incontra la vita; D  – La Chiesa, una casa comune; formulati in base alle “cinque costellazioni”, proposte dalla CEI per questa fase di discernimento. Le sintesi, confluite nella fase finale diocesana il terzo giorno, hanno costituito la base per il successivo lavoro di confronto e discernimento da continuare lungo i tempi forti del nuovo anno liturgico 2023 – 2024, ritmato sui vari momenti del cammino dei discepoli di Emmaus in rapporto alle quattro schede tematiche: A) AvventoNatale –  Le attese dei discepoli e le attese del mondo. Nell’incarnazione il Verbo si fa compagno di viaggio dell’umanità; B) Tempo per annum dopo l’Epifania – Gesù aiuta i discepoli a rileggere la loro storia; C) Quaresima – L’incontro con Gesù genera il cambiamento del cuore e della vita; D) Pasqua / Pentecoste –  il Risorto dona uno sguardo nuovo e muove alla gioia della condivisione.

Le proposte concrete scaturite serviranno come base per la elaborazione del progetto pastorale diocesano da attuare a partire dal prossimo anno pastorale 2024 – 2025.

Le risonanze raccolte finora ci sembrano tutte propositive e stimolanti, sarebbe difficile evidenziarne qualcuna in particolare. Dai tavoli sinodali emerge l’esigenza di far crescere sempre più la comunità cristiana anzitutto a livello parrocchiale perché la parrocchia è il primo “luogo” dove la chiesa vive e si colloca per la sua testimonianza di fede nel “mondo”: e questo potrebbe contribuire a ridarle coraggio e freschezza nella vita liturgica e nell’annuncio. Insieme, per crescere nello stile sinodale, si auspica sempre più la nascita di iniziative a livello vicariale, per vivere la comunione tra parrocchie, superando la logica della chiusura campanilistica  e per mettere in comunione energie e risorse in vista di una testimonianza più incisiva nelle singole città della diocesi. Infine, l’esigenza verso la valorizzazione sempre più della dimensione diocesana, da parte del presbiterio e delle altre componenti del popolo di Dio, come esperienza viva e reale della Chiesa locale.

Un primo bilancio in itinere mostra che tutte le esperienze fatte nella nostra chiesa locale siano state arricchenti e stimolanti, in un contesto sinodale di “scambio di beni” reciproco.

Al termine di questi tre anni abbiamo imparato che già lo stesso camminare insieme (dalla preghiera comune al confronto, al dialogo e all’ascolto, alle attività che si fanno) è esperienza di fede condivisa e fonte di grazia che genera e rigenera sempre nella comunione. E abbiamo imparato anche che non bisogna aver paura a lasciarsi guidare dal soffio dello Spirito. Come è stato più volte ribadito, è davvero lui il protagonista del Sinodo. Lo abbiamo sperimentato all’azione in persone e momenti in cui non si pensava potesse essere lui ad agire. Se davvero vogliamo essere “Chiesa in uscita” sarà allora importante rimanere nel Cenacolo con Maria in preghiera. Sarà l’irruzione dello Spirito a spalancarci le porte del mondo e della storia.