LETTERA AI SACERDOTI, DIACONI E RELIGIOSI PER IL GIOVEDÌ SANTO

Il sapore dell’Eucarestia

Carissimi fratelli in Cristo,

questo è il nostro giorno, la nostra ora!
L’ora del silenzio e della preghiera, l’ora in cui il grazie di tutti per il dono del Sacerdozio sale umile e devoto nel Cielo di Dio. Questo è il tempo di grazia che illumina e sostiene il nostro  sacerdozio, il tempo per credere, sperare e amare! È il tempo di Colui che, scegliendoci e chiamandoci a Sé, ci invia ad essere «sale della terra e luce del mondo» (Mt 5,13).
Nel cuore del Cenacolo di Gerusalemme contempliamo il mistero d’amore che fortifica la nostra fede e il nostro umile discepolato. Ultima Cena. Locuzione impropria per annunciare ciò che ha inizio, ciò che fonda, ciò che segna la genesi della mensa eucaristica e del servizio fraterno. Ciò che non ha fine.
La fonte di ogni ministero ecclesiale e del nostro essere sacerdoti di Cristo!

Gesù si ritrova con gli amati discepoli per la celebrazione della Sua Pasqua e svela  pienamente il Suo grande Amore, sconfinato e misericordioso. Prima di tornare al Padre, infatti, il Redentore lascia ai Suoi amici il comandamento dell’amore fraterno, segno distintivo del Regno dei cieli!

«Si alzò da tavola, depose le vesti e, preso  un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita» (Gv 13,4). È la vocazione di chi è stato scelto dal Maestro Divino per una missione senza confini. Oggi, nello scorrere del tempo, vogliamo stare con Lui e di Lui vogliamo parlare alla nostra gente desiderosa di ascoltare «parole di vita eterna» (Gv 6,68).

Alziamoci anche noi fratelli e la nostra vita sia colma di autentica e feriale testimonianza.
Liberiamo il cuore da ciò che ci rende schiavi, mediocri e inoperosi. Il Santo popolo di Dio ha bisogno di vedere in noi uomini innamorati di Cristo! Chiniamoci come segno profondo di condivisione e d’amore, umile segno di vita semplice e piena, segno radioso di accoglienza e di compassione. Perché Lui maternamente  si è chinato su ciascuno di noi e sulle nostre debolezze. Si è umiliato nel silenzio di una notte drammatica.
Partendo dal Cenacolo di Gerusalemme, laddove gli uomini incontrano il Cristo, il Servo obbediente e il Maestro, uniamo i cuori in un sentimento d’amore. Unico. Nel Pane e nel Vino, infatti, celebriamo il mistero della nostra fede, la sorgente dell’eternità. Il Cenacolo ci insegna che la via è segnata da tanto tempo: la via della misericordia, via di evangelico dono senza riserve. Amore donante e oblativo! La Sua è la via di coloro che si spendono per gli altri senza misura, senza la sterile logica del calcolo e del profitto. La via di chi ha passione d’amore e che conduce alla bellezza e alla graziosità.

Il nostro è il profumo di un comandamento nuovo che detta i ritmi dell’esistenza e spinge all’amore e alla tenerezza. Profumo di Dio che si fa via per raggiungere il Cielo, verità per la notte degli uomini, vita per chi è chiamato a risorgere dalla cenere dei propri fallimenti!

Una sola è l’Eucarestia e, così, uno è il popolo santo di Dio. E Gesù promette lo Spirito Santo, «Colui che guiderà alla verità tutta intera!» (Gv 16,13). Un solo corpo, una sola famiglia, senza barriere, senza steccati, senza menzogne e senza limiti; e la strada della Chiesa diventa la strada di tutti, la comunione una realtà vera, il volto del prossimo un’icona da accogliere e amare.
«Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13). Alleanza d’amore rivelata e donata gratuitamente nel Vangelo dell’Eucarestia!

Mettersi alla ricerca di Dio: questa è la vocazione di ogni sacerdote! Partire non per chiedere segni e trovare risposte ma per incontrare il Pane della vita, «il pane vivo disceso dal Cielo!» (Gv 6,38).
Chi si ciba dell’Eucarestia porta già in sé il Paradiso e la Sua Gloria, trova nell’umile Pane Colui che dà lo spirito e la vita, ci insegna a servire, ad essere discepoli della Misericordia, a diventare Eucaristia, pane spezzato per la vita dei fratelli.
Diventare Eucaristia. Questa è la vocazione dei credenti, di chi riconosce il Cristo come Buon Pastore, Salvatore e Redentore. In Lui l’uomo diventa una sola cosa con Dio. Nutrendoci di Cristo diveniamo testimoni di Vangelo vivo riuscendo a scorgere la luce del Paradiso o le insidie del maligno nel cuore dei fratelli.

L’Eucarestia ci rende capaci di attirare e incantare. Ai piedi della Mensa Eucaristica l’uomo attinge la forza della fede in un Dio ferito per amore. Come ci ricorda Papa Francesco «facciamo del nostro ministero un’icona della Misericordia, la sola forza capace di sedurre ed attrarre in modo permanente il cuore dell’uomo».
Prendere per mano e accompagnare alla fede e alla vita cristiana: questo è il compito delle nostre comunità che, sostenute dalla perseveranza, dalla pazienza e dalla costanza, investono risorse ed energie per iniziare alla vita di fede con la «fantasia creatrice» dello Spirito di Dio.
Lasciamoci affascinare dalla Sua capacità di fermarsi, di toccare la carne ferita dei fratelli che vivono accanto a noi o che incrociano per la prima volta le nostre strade.
Lasciamoci avvolgere dalla Sua Misericordia. Risplenda sulle nostre comunità il volto del perdono, del sapersi offrire e presentarsi agli altri come puro dono. Ecco l’Eucarestia, amore senza misura, passione d’amore.

Siamo stati chiamati a lasciare le reti e le barche del nostro «io» e accogliere il Suo invito ad essere «pescatori di uomini» (Mc 1,17), a riscaldare i cuori di tanta gente bisognosa di una parola di consolazione e di molta cura e attenzione.
«Li amò sino alla fine» (Gv 13,1). Per questo l’Eucarestia ha un sapore diverso, quello dell’amore che dimentica e perdona, accoglie e santifica. Il sapore che dovrebbe avere la nostra vita!

Auguri fratelli!

Vi abbraccio tutti, uno per uno, assieme ai carissimi Diaconi, Religiosi e Religiose e ai Fedeli tutti della nostra Chiesa diocesana presenti nelle diverse parrocchie affidate alle Vostre premurose cure.

Grazie per la vostra vita sacerdotale!

LETTERA AI SACERDOTI, DIACONO E RELIGIOSI PER IL GIOVEDÌ SANTO

Noto, 6 aprile 2023 
Giovedì Santo
Vostro 
+ Salvatore Rumeo Vescovo