Il Vescovo a Pachino in occasione del XXV anniversario di don Gaetano Asta

 Occasione di festa per le comunità cristiane sono gli anniversari cosiddetti “giubilari” (25°, 50°, 60°) di Ordinazione sacerdotale. Quest’anno 2017, come è già stato reso noto lo scorso 31 maggio al Pellegrinaggio diocesano al Santuario della Madonna della Scala, ricorre il 25° anniversario di Ordinazione di don Gaetano Asta, Vicario episcopale per la Pastorale e Parroco della chiesa Madre di Pachino.
Quella appena trascorsa è stata una settimana ricca di appuntamenti per la comunità di Pachino che si è stretta, attorno a don Gaetano, in ringraziamento a Dio per un traguardo raggiunto e per il dono di un sacerdozio che a sua volta è dono per gli altri. Durante la settimana, hanno presieduto le Ss. Messe quotidiane i Vescovi Mons. Giuseppe Malandrino, Rosario Gisana e Corrado Lorefice, originari della nostra Diocesi di Noto, spezzando il Pane e la Parola sulla Mensa. Sabato 10 è stata la volta del nostro Vescovo.
In un’aula liturgica piena di fedeli, le parole di Mons. Staglianò sono state di ringraziamento al Signore e di incoraggiamento a don Gaetano per continuare a vivere il suo ministero pastorale. In occasione dei primi Vespri della SS. Trinità, il presule ha ribadito che la vera identità di Dio ci viene rivelata da Cristo ed è quella di un Dio che è sempre e solo amore.
Al termine della celebrazione, Mons. Staglianò si è recato a far visita ad un giovane della comunità pachinese che la scorsa settimana, in un grave momento di sconforto, aveva tentato di togliersi la vita. Gli atteggiamenti del Pastore sono stati quelli di un padre dall’ascolto attento e premuroso nei confronti del proprio figlio. Il giovane, visivamente felice della visita del Vescovo, ha avuto modo di confrontarsi e confidarsi con lui.
Il fatto che nei momenti di sconforto siamo consapevoli di avere vicino Dio, fa sì che ogni Suo ministro possa adempiere fedelmente il compito affidatogli, sia esso nel grado dell’Ordine sacro o semplicemente battezzato. Dio si rende prossimo a noi attraverso i suoi ministri e attraverso chi si fa nostro prossimo quando ci troviamo incappati nei briganti. E a nostra volta, quando non siamo noi ad essere in bisogno, dobbiamo renderci in tutto quel buon samaritano che sa fasciare le ferite e prendersi cura di colui che ne necessita.