Il Viandante e l’Ombra #6

 In verità al Viandante erano passate per la mente – in un istante che pure durò, e non terminava, tanto era straziante – le scene di alcuni milioni di esseri umani smagriti e ridotte a pelle e ossa e poi introdotti in forni crematori nell’Olocausto di qualche “stralcio di tempo” fa. La selezione etnica in nome della razza pura aveva trasformato gli uomini in bestie, come a dire che la purezza della razza stava nella bestialità basica dell’animale, in quell’impulso a uccidere, per “volontà di potenza”, che guarda all’altro come il nemico da eliminare, da annientare, da annichilire. Mai gli umani giunsero a tanta bassezza disumana, in una barbarie indicibile che a suo tempo si concluse, almeno ufficialmente. In quel “punto di tempo” era proprio il 75° anniversario della Liberazione nel bel Paese e si festeggiava comunque, come si poteva, a causa del morbo e dell’imposto distanziamento sociale. Del resto, per anni – ricordò il Viandante- alcuni diedero la caccia a quei razzisti darwinisti che si erano rifugiati in altre nazioni mascherandosi, capitando per altro il caso di alcuni che addirittura furono accolti sotto copertura, perché intellettuali e scienziati, da sfruttare contro gli avversari della “guerra fredda”.
 
Quanta stranezza tra gli umani! Dotati di logos- in ampi settori- sono servitori della forza oscura che li porta a ricercare armi sempre più pericolose di sterminio di massa, armi chimiche o anche “virali”. Per il potere, per i soldi, per la supremazia si commettono tanti delitti, nell’oscuramento universale della coscienza che pure dal profondo resta luminosa e invoca pietas, umanità: come un grande appello a restare umani, a non trasformarsi in bestie.
 
L’ombra si meravigliò di questa meditazione sapiente che il Viandante sussurrò dentro un cuore mesto. Perché -chiese -tanta infelicità? Perché ascoltava qualcuno, in quella piazza di senatori, sospettare che il Coronavirus fosse frutto di bioingegneria. Altri invece sostenevano che era del tutto naturale, passato da animali agli esseri umani. E tutti avevano ragione. Ritorna l’ossimoro: un “ossimoro situazionale”? Una fitta di freddo attraversò, questa volta, le viscere del viandante. E parlò all’ombra con la solennità di un pronunciamento sapiente: “è che oggi diventa sempre più difficile distinguere tra naturale e artefatto, tra reale e virtuale.
 
Tempi difficili verranno, tempi di profeti (di sventura o meno, non si sa): perché quando non si potrà distinguere del tutto, allora dominerà solo la confusione e nella confusione gli sciacalli predatori potranno fare il loro sporco gioco, indisturbati del tutto”
(Lo pseudo Nietzsche al tempo del Coronavirus).