La pop-theology di Mons. Staglianò muove i primi passi

Nella serata del 26 gennaio a Scicli, presso il Cine Teatro Italia, Mons. Antonio Staglianò ha portato dal palco un messaggio profondamente umano e quindi assolutamente cristiano. Organizzato dalla Comunità “Eccomi” di Scicli, l’incontro è stato una bella occasione perché il vescovo parlasse al pubblico presente, annunciando il Vangelo in parole e musica e utilizzando il registro di quella che lui stesso ha cominciato a definire “Pop Theology”. I giovani hanno proposto al vescovo i brani di Marco Mengoni a cominciare da “Credo negli esseri umani”, per poi passare all’ “Essenziale” e ad “Amen” di Francesco Gabbani, canzoni di Nek, Renato Zero e Patty Pravo, che il vescovo ha analiticamente commentato, combinando i diversi messaggi delle canzonette, quasi creando un dibattito tra loro, non mancando di inserire anche testi della grande Letteratura italiana come l’Infinito di Leopardi. Il gruppo dei giovani delle Cellule di Evangelizzazione, che fanno capo alla Comunità “Eccomi”, con alcuni mimi, hanno introdotto e concluso il messaggio che il vescovo ha predicato dal palco: l’invito a vivere un cristianesimo autentico, incarnato nelle opere di carità e perciò l’invito a smarcarsi da un “cattolicesimo convenzionale”, cioè da un cristianesimo vissuto dentro le sagrestie, solo rituale o cultuale, fatto di buone intenzioni e di preghiere che però non toccano la carne degli uomini, nei loro bisogni, nelle loro miserie e sofferenze. Il cattolicesimo convenzionale è un “cristianesimo senza incarnazione”, quindi solo forma senza contenuto, solo apparenza senza verità; il cattolicesimo cristiano è, invece, “in uscita” (Papa Francesco), e sottolinea il vescovo di Noto: “in uscita anche da certi schemi di predicazione e di annuncio che ormai non toccano nemmeno l’intelligenza dopo che da tanto tempo hanno smesso di toccare il cuore”. Forse occorre stravolgere da cima a fondo il nostro modo di predicare e di annunciare il vangelo. Si tratta comunque di un cristianesimo non stagnante, che ha il coraggio di fare ciò che annuncia, un cristianesimo capace davvero di cambiare il volto della nostra società perché dimostra di credere con i fatti in ciò che comunica.
I giovani hanno cantato e il vescovo si è inserito con le sue profonde riflessioni sulla bellezza dell’amore umano, sul sapore da dare alla vita attraverso la solidarietà, la prossimità, la cura e l’accoglienza da dare agli altri: “i giovani non equivochino proprio sull’amore, non commettano errori di valutazione, perché sull’amore si gioca davvero il gusto della vita e un futuro migliore per tutti”. Il vescovo ha utilizzato i testi delle “canzonette” per annunciare il Vangelo, davvero donando una serata di grande evangelizzazione, testimonianza e comunicazione della fede, non facendo mancare frecciate critiche nei confronti di quanti propiziano il disamore e costruiscono mura piuttosto che ponti. Emozionante anche la parte finale dell’evento, dove il vescovo ha cantato (questa volta si, che ha cantato) una canzone composta da lui e dedicata durante la serata a Giusy, una giovane donna e mamma, impegnata nella parrocchia del SS. Salvatore di Scicli, scomparsa nel mese scorso a causa di una brutta malattia. Con questa canzone dal titolo “Nel vuoto di te”, scritta originariamente per la morte del padre e del fratello, Mons, Staglianò ha affrontato il duro tema della morte, vissuto e presentato però alla luce della resurrezione. Altre tappe si stanno già organizzando attraverso la collaborazione della Comunità “Eccomi” di Scicli, affinché dopo il gli incontri di Modica e Pozzallo e di Scicli, si possano toccare i vari vicariati della diocesi per portare questo annuncio attraverso i nuovi registri che il vescovo di Noto sta sperimentando con successo.
Il vescovo ha concluso, dopo aver spiegato il suo lavoro sul rapporto “predicazione e musica”, con queste parole: “Ricordate sempre che il vostro vescovo non è un cantante che si esibisce ma un predicatore che anche attraverso i testi della musica leggera vuole annunciare il Vangelo che ama”.