Modica. Posa della prima pietra della nuova chiesa di San Massimiliano Kolbe.

Domenica scorsa, 12 febbraio, è avvenuta la posa della prima pietra della nuova chiesa di San Massimiliano Kolbe in via Modica-Gerratana a Modica. Dopo la Celebrazione eucaristica, presso il saloncino che da ormai dieci anni ospita la Comunità parrocchiale, si è svolto il rito di “posa della prima pietra”, alla presenza del parroco, don Paolo Alescio, del diacono, don Antonio Aprile, delle autorità e della comunità tutta.
Il rito della prima pietra per la costruzione di una chiesa è fondamentale (d’altra parte ci troviamo proprio alle fondamenta). La pietra è roccia, è dura. “Costruiamo sulla roccia – ha detto il Vescovo – e non sulle sabbie mobili. La pietra è un simbolo, il simbolo dell’amore di Dio che sta a fondamento dell’edificazione della vera Chiesa che non è il tempio di mura ma è il popolo santo di Dio”. Ricordiamo infatti con San Paolo “non sai tu che il tuo corpo è tempio santo di Dio e che lo Spirito di Dio abita in te, perciò rendete i sacrifici di soave odore attraverso il vostro corpo”. Così come anche Gesù d’altra parte ha detto: “tu non hai voluto olocausti di montoni di tori e di agnelli, un corpo mi hai dato, in questo corpo io vengo a fare la tua volontà”. Un corpo che fa la volontà di Dio: questo è tempio e casa di Dio.
Dunque, dire che una chiesa è costruita sul fondamento della pietra di Cristo, vuol dire che è edificata stabilmente sul suo amore. Egli stesso è la pietra che “scartata dai costruttori diventa pietra angolare”. “Chi sono i costruttori che scartano Gesù? – ha interrogato il Vescovo – i dominatori di questo mondo, coloro che si reggono con la propria sapienza, con le proprie logiche legate alla società dell’ipermercato. Coloro che con il potere economico finanziario riescono a ridurre in schiavitù nazioni intere e a comprare tanta gente”. Appunto altra è la sapienza di Dio che in Gesù viene data al mondo. “Nella concretezza di gesti dove l’amore non è platonico ma è testimonianza, vicinanza, cura, amicizia e soprattutto perdono, qui fondiamo la Chiesa”. Una chiesa viene costruita su queste fondamenta per essere il luogo dove persone umane chiedono perdono a Dio dei loro limiti e, nella sua misericordia, trovano quell’anergia d’amore che li rigenera dal di dentro e toglie da loro il cuore di pietra per far posto ad un cuore di carne. “Ecco perché è bello ritrovarsi in una chiesa spaziosa – ha proseguito il Vescovo – e non in uno scantinato, come in questo momento a san Massimiliano. Costruiamo una chiesa che possa accogliere tutto il popolo che ascolterà la Parola di Dio e, dopo averla ascoltata, si impegnerà a metterla in pratica. Dopo essersi cibato dell’Eucaristia e dopo averla vissuta si impegnerà sulle vie dell’amore praticando la giustizia e l’accoglienza verso tutti”.
Così dunque tra il tempio di mura e il tempio dell’umanità si creerà una simbiosi tale che noi saremo felici di aver costruito una chiesa così spaziosa e così bella. La chiesa di mattoni sarà immagine della Chiesa umana.