Zappulla. Il Vescovo visita Giorgio Pitino

Ieri pomeriggio, martedì 14 febbraio, il Vescovo, insieme a don Giovanni Vizzini e a padre Antonello Abbate, si è recato a far visita al giovane Giorgio Pitino. Giorgio, impossibilitato ad uscire da casa perché tracheotomizzato e in carrozzina, aveva già ricevuto la visita di Mons. Staglianò lo scorso ottobre. Nel loro primo incontro i due avevano a lungo discusso di calcio, argomento in cui Giorgio è davvero molto ferrato. Parlando di una squadra e di un’altra, viene fuori che entrambi sono tifosi del Crotone. Il nostro Vescovo, giocando in casa, nota il particolare interesse del giovane e decide di telefonare in maniera estemporanea al Presidente della squadra, suo amico d’infanzia. Malauguratamente, in quell’occasione, il Presidente non risponde al telefono, ma Mons. Staglianò promette a Giorgio che sarebbe tornato a fargli visita e che gli avrebbe anche fatto recapitare una maglia del Crotone calcio. Promessa mantenuta e portata a termine.
Nelle scorse vacanze natalizie, il nostro Vescovo ha incontrato personalmente il Presidente della squadra e parlato a lui di Giorgio e della sua passione calcistica. Entrambi hanno quindi pensato di far dono al giovane del completo sportivo ufficiale della squadra: borsone, tuta e kway. La felicità di Giorgio era alle stelle. Come se non bastasse, il Vescovo riprova a rintracciare estemporaneamente il Presidente, il quale questa volta risponde e si trattiene per una decina di minuti a chiacchierare con Giorgio, il quale non ha mancato di dargli suggerimenti tattici. “È bastato davvero poco per farci tutti contenti – ha detto don Giovanni Vizzini – sono piccoli avvenimenti che colorano una giornata grigia”. Al termine della visita, durata quasi un’oretta, il Vescovo e i sacerdoti si sono trasferiti presso la chiesa di San Giuseppe in Zappulla per celebrare la S. Messa. Ad attenderli un gruppetto di fedeli che, informati dell’inaspettata visita del Pastore, hanno ben pensato di farsi trovare in chiesa per celebrare l’Eucaristia. Il 14 febbraio il calendario cristiano festeggia i santi Cirillo e Metodio, patroni d’Europa, differentemente dal calendario “civile” che ricorderebbe san Valentino e quindi la “festa degli innamorati”. Da questo il Vescovo ha preso il via per dire l’importanza dei santi slavi: “Grazie a Cirillo e Metodio il Vangelo si è diffuso in Europa – ha detto – e certamente festeggiare loro, anziché san Valentino, non vuol dire non festeggiare l’amore, ma anzi festeggiare l’amore vero, quello che ci ha testimoniato Gesù morendo sulla croce. L’amore è un legame che mi impegna fino alla morte”. Infatti la testimonianza dei fratelli slavi, evangelizzatori d’Europa, fu proprio quella di “rischiare la vita per portare il Vangelo. L’amore vero è infatti quello che ci porta a rischiare per l’altro. L’amore vero si prova col fuoco”. Il Vescovo ha concluso ribadendo ancora una volta che l’autenticità dell’Eucaristia celebrata “si vede nella concretezza dei gesti di carità che da essa scaturiscono”. La celebrazione eucaristica è dunque maggiormente autentica quando diviene, nella Chiesa, impegno cristiano di carità verso gli altri. Un pomeriggio in cui si sono resi manifesti la carità di Cristo e la gioia di “vivere come fratelli”.