Mons. Staglianò: non basta ostentare il Vangelo. Bisogna viverlo

Accogliere i migranti è un dettame del Vangelo. Questo è quanto ha ribadito nei giorni scorsi il nostro Vescovo, mons. Antonio Staglianò, in qualità di delegato della CESi (Conferenza Episcopale Siciliana) per le migrazioni, a commento della linea dura del governo sulle politiche migratorie.
Per il Vescovo non esiste una via alternativa per chi si professa cristiano: la scelta di chiudere i porti equivale alla chiusura del cuore e della mente e risulta essere contraria al Vangelo, nel quale Cristo esorta all’amore fraterno e alle opere di misericordia verso l’altro.
“Dire il Vangelo oggi con i fatti significa accogliere queste persone – ha dichiarato all’agenzia Adnkronos – e il ministro Salvini non può non registrare la disponibilità che i vescovi italiani hanno espresso. Mente chi dice che la nostra è una presa di posizione solo a parole, abbiamo aperto i nostri conventi, le nostre case, le nostre strutture”.
Mons. Staglianò, come in altre occasioni, ha inoltre rimarcato il fatto che, sulle responsabilità, sia necessario una redistribuzione sulla base di una concezione multilaterale. L’Unione Europea, non può defilarsi e anzi viene chiamata in appello per una risposta più incisiva.
Il Vescovo di Noto ha dunque messo l’accento su quanto è stato più volte evidenziato anche da Papa Francesco, che sui migranti è sempre puntuale, intervenendo decine di volte dall’inizio di quest’anno.
Mons. Staglianò è inoltre intervenuto sul recente comizio del ministro Salvini a Milano, nel quale ha ostentato il Rosario in mano affermando: “Mi affido al Cuore immacolato di Maria che ci porterà alla vittoria”.
“Non è che se uno perché va in chiesa e recita il santo rosario è sicuramente un cristiano. Un cristiano lo vedi se dà da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, se ha occhi per il dolore e la sofferenza degli altri. Si può anche non dire nessun rosario ma vivere un’opera di carità, perché come dice San Giacomo, il cristianesimo e il Vangelo splendono nei fatti operosi della carità”.
“Chiunque può consacrare sé stesso al Cuore immacolato di Maria – ha aggiunto – se Salvini lo ha fatto dal profondo del suo cuore ha fatto anche bene”. Anzi. Il Vescovo infatti ringrazia il ministro per “essersi affidato pubblicamente a Maria Santissima”, perché “di solito i politici si vergognano persino di pronunciare il nome di Dio, vivono l’autonomia delle realtà terresti a modo loro”. Ma quell’atto pubblico e il rosario o il crocifisso in mano “non indicano che chi lo fa stia praticando il Vangelo”, il quale è “fede operosa nella carità, cura dell’altro più debole”. Insomma, per il vescovo di Noto “stona che mentre ha il santo rosario in mano declini una posizione contraria a quella del Papa e chiuda all’accoglienza dei nostri fratelli”.
“Sbandierare un simbolo sacro e affidarsi alla Madonna non vuol dire necessariamente che si è cristiani, il cristiano lo vede negli atti di carità”. E poi “il Cuore immacolato di Maria fa vincere l’amore non la patria”.