Noto. Coronavirus. Il Vescovo: cosa davvero ci manca della Messa?

“Nel segno del pane ti vien dato il corpo e nel segno del vino ti vien dato il sangue, perché, ricevendo il corpo e il sangue di Cristo, tu diventi concorporeo e consanguineo di Cristo. Avendo ricevuto in noi il suo corpo e il suo sangue, ci trasformiamo in portatori di Cristo, anzi, secondo san Pietro, diventiamo consorti della natura divina” (Dalle catechesi di Gerusalemme).
 
Rispetto a questa verità/realtà eucaristica si comprende bene come la “Messa in digitale” non raggiunga l’effetto: il sacramento è corporeo in senso pieno, perciò necessita di quella familiarità-comunità (Papa Francesco) nella quale soltanto può splendere la “salvezza fatta carne”, l’amore fatto cibo. Oggi – in questo digiuno eucaristico imposto dalla pandemia – di cosa sentiamo davvero la mancanza? Della cerimonia rituale (per altro spesso distrattamente seguita, senza ascolto della Parola di Dio, senza ascolto della predica, senza cantare e senza rispondere, senza riconciliazione, senza perdono offerto, senza edificazione di relazioni amative, senza missione fuori dal tempio, senza vicinanza-cura-prossimità verso il sofferente e i poveri, etc)? O del sacramento dell’Eucarestia che – trasformandoci – ci rende concorporei e consanguinei, ci apre gli occhi sul dolore e le sofferenze dei fratelli, riempie il cuore del fuoco del perdono, non aspetta ma cerca i poveri per solidarizzare, convince i fratelli ad amare corporalmente (non poeticamente) e questo fa la Domenica, nel Giorno del Signore, insieme ad altri, “perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro celeste”?
 
Meditiamo e ognuno risponda per sè a questi interrogativi. Magari chiedendo perdono di tutte le volte che ha “virtualizzato” l’Eucarestia pur essendo fisicamente presente nel luogo del culto. Dopo la Pandemia, ritorneremmo alla “normalità di prima”? Speriamo proprio di No! Perché il Risorto fa nuove tutte le cose, anche le “nostre cose cattoliche”.
Ancora auguri,
 
+ don Tonino, vescovo di Noto