Noto. Il Vescovo incoraggia preghiere nuove più aderenti alla rivelazione cristiana

In una lettera del 12 marzo scorso, indirizzata ai presbiteri della diocesi, all’inizio della pandemia di Covid-19 e del periodo di lockdown, il vescovo di Noto, mons. Antonio Staglianò, scriveva:

“Quanto invece alla nostra Diocesi, ho una proposta da farvi, immaginando come sarebbe bello che ognuno di noi (incoraggiando anche ciascun fedele della propria parrocchia), nel sostare prolungatamente in preghiera davanti a Gesù Eucarestia, riuscisse a tracciare, scrivendo, nuovi canti e inni spirituali con i quali chiedere a Dio che venga in nostro aiuto, che ci soccorra in questa calamità.
Scrivere significa anche ‘comunicare e condividere’, perché con la preghiera di alcuni, tutti possano pregare all’unisono, empaticamente sentendo gli uni i sentimenti degli altri e tutti sentendo ‘i sentimenti di Cristo’. Potremmo elaborare – facendolo nascere dalla carne umana sofferente per questi tempi tristi di pandemia – una sorta di ‘Salterio cristiano’ che corrisponda più direttamente alla novità del volto di Dio annunciato da Gesù, che lo Spirito del risorto testimonia nei veri credenti”.

Nei mesi successivi, il vescovo ha sostenuto per primo questo progetto, con la composizione di alcune preghiere, attingendo alla spiritualità dei salmi e proprio nei giorni scorsi, ha di nuovo sollecitato l’elaborazione di un “salterio cristiano”, presentando un nuovo “salmo” che fa diventare preghiera il progetto, “come fosse una esortazione dello Spirito – afferma mons. Staglianò – a ‘scrivere’ nuovi canti, inni, lodi e salmi al Signore”.

Questa “novità” non è un’invenzione del vescovo, ma è il “novum” della rivelazione del Dio di Gesù Cristo, “ricco di misericordia e di perdono – sottolinea il pastore della Chiesa netina – che non si adira, non si vendica, non fa il male, temi questi su cui si sta insistendo da tempo per meglio autenticare la nostra evangelizzazione e ‘parlare bene di Dio’, vincendo la tentazione di farci un dio a nostra immagine e somiglianza, cioè una falsa immagine di Dio che funzionerebbe secondo i dettami della nostra volontà”.

Pubblichiamo di seguito il Salmo composto da mons. Staglianò, con la sua esortazione a farlo diventare strumento della nostra preghiera.
 

Salmo c15
Salmi nuovi per lodare Agape
 
«Cantate al Signore un canto nuovo […] Acclami al Signore tutta la terra,
gridate, esultate con canti di gioia. Cantate inni al Signore con l’arpa,
con l’arpa e con suono melodioso» (Salmo 97)
 
I.
Scrivete per Agape salmi nuovi
cercate con intelligenza le parole giuste
per lodare questo nome, giorno e notte
invocate dallo Spirito il dono di sapienza
e vi sarà dato intelletto, fortezza e scienza.
 
Esultate dunque, con questi canti nuovi
trabocchi nei cuori la gioia in abbondanza
come custoditi nel grembo della madre
sicuri e sereni nell’abbraccio del Padre.
 
Salmodiate quali figli benedetti in Gesù
Figlio eterno di Dio, Dio lui stesso
nostro fratello e compagno in umanità
se fermamente in Lui crediamo adesso
la nostra vita è stabilita nella piena verità.
 
Cantate perciò salmi nuovi al Bel pastore
dona la sua vita, della morte è Signore
infinitamente grande è l’amore sulla Croce
per tutti riempie di senso l’umano soffrire
come Abele grida dal profondo della terra
per chi non ha mai avuto alcuna voce.
 
II.
In modo muovo, nel giubilo, ora salmodiate
perché è nuovo il volto di Dio che amate
Agape è solo amore, è sempre amore
-non c’è ira in Lui, non c’è vendetta
o odio o gelosia, piuttosto misericordia e grazia-
gioia che ogni paura porta via.
 
Dite bene del vostro Dio e non parlate invano,
i pensieri di Agape sono imperscrutabili agli umani
Dio è buono, solo Lui lo è
in sé stesso e oltre e dappertutto e cerca proprio me.
 
Con inni nuovi è giunto il tempo di pregare
elevando nuovi cantici, in Gesù, al Padre
da ogni male Egli tutti vuole dall’eterno salvare
 
Lodatelo ora con salmi adatti
alla sua definitiva rivelazione
nessuno entri più col nemico a patti
perché la morte è vinta, c’è vita di risurrezione.