Otto punti fondamentali per lo sviluppo del gemellaggio e Nuovo Protocollo

 La Diocesi di Noto (Italia) e la Diocesi di Butembo-Beni (R.D.Congo) hanno da anni realizzato un gemellaggio che nel tempo ha dimostrato segni di fecondità nell’arricchimento reciproco, nello sviluppo di esperienze di cooperazione, di integrazione, di dialogo, di interscambio culturale e spirituale. Considerata la bontà di questa iniziativa ed attese le incessanti trasformazioni culturali delle società globalizzate, le due Diocesi gemelle intendono ripensare e rilanciare il gemellaggio.

Premesso che:

– “Lo sviluppo dei popoli, in modo particolare di quelli che lottano per liberarsi dal giogo della fame, della miseria, delle malattie endemiche, dell’ignoranza; che cercano una partecipazione più larga ai frutti della civiltà, una più attiva valorizzazione delle loro qualità umane; che si muovono con decisione verso la meta di un loro pieno rigoglio, è oggetto di attenta osservazione da parte della chiesa” (Paolo VI, – Populorum Progressio) 
– La cooperazione missionaria tra le chiese, promossa e incoraggiata dal Concilio Vaticano II,
trova alimento e sostegno nella Dottrina Sociale della Chiesa e nel magistero di Benedetto XVI,
nell’Enciclica – Caritas in Veritate.
– restano confermati, benché bisognosi di approfondimento e di ulteriori precisazioni, gli “otto punti per lo sviluppo del Gemellaggio” qui riportati e contenuti nel precedente protocollo firmato il 13 gennaio 1988, dall’allora Vescovo di Noto S.E. Mons. Salvatore Nicolosi e il Vescovo di Butembo-Beni S.E. Mons. Emanuele Kataliko. Rilanciati dai loro successori S.E. Mons. Giuseppe Malandrino, S.E. Mons. Mariano Crociata e S.E. Mons. Melchisedeck Sikuli.

1. Rapporto spirituale
Un intenso rapporto spirituale attraverso anzitutto la preghiera vicendevole, nella profonda convinzione che fonte sicura di ogni opera di bene è Dio nostro Padre, in Cristo Signore e nel suo Spirito.

2. Conoscenza reciproca
Sviluppo di iniziative che permettono alle due Chiese gemellate di conoscersi a vicenda, di conoscere cioè sempre meglio l’una la situazione pastorale e sociale dall’altra, nonché le aspirazioni e i problemi vicendevoli.

3. Scambio di presenze
Incremento dello scambio di presenza di persone dell’una e dell’altra Chiesa, allo scopo di favorire maggiormente la conoscenza, l’aiuto e l’arricchimento reciproci.

4. Scambio di persone
Offerta di ospitalità a qualche alunno del seminario maggiore della Diocesi di Butembo-Beni presso il Seminario teologico di Noto e scambio temporaneo di presbiteri e di operatori pastorali laici tra le due Diocesi gemellate.

5. Scambi di specialisti
Scambio periodico fra le due Chiese di specialisti in discipline teologiche, pastorali, e sociali,allo scopo di tenere corsi di aggiornamento nelle rispettive Chiese gemellate.

6. Gemellaggio fra le parrocchie
Sviluppo del gemellaggio articolato fra parrocchie delle due diocesi, sotto il discernimento dei due Vescovi, di cui esiste già qualche esempio.

7. Microrealizzazioni sociali
Incremento di microrealizzazioni sociali  da parte della Chiesa di Noto nella Chiesa di Butembo-Beni, tenendo conto delle più urgenti priorità di quest’ultima.

8. Doppio comitato diocesano
Creazioni di un comitato o gruppo ristretto, composto da elementi dei rispettivi Consigli presbiterali e pastorali delle Due Diocesi che, in piena collaborazione con i due Vescovi e in profondo collegamento con le rispettive basi ecclesiali stimoli, coordini, e concretizzi sempre meglio il gemellaggio fra le due Diocesi, alla luce dei punti sopra esposti.
Tutto ciò premesso e considerato:
la Diocesi di Noto, nella persona di S.E. Mons. Antonio Staglianò e la Diocesi di Butembo-Beni nella persona di S.E. Mons. Melchisedeck Sikuli, manifestano la volontà di rinnovare il gemellaggio stabilendo nuove condizioni per una più precisa e reciproca assunzione di responsabilità, per la determinazione di più ampie modalità di mutua collaborazione.
Con il presente protocollo di cooperazione si intende:
– confermare gli 8 punti per lo sviluppo del gemellaggio concordati nel 1988 – in tutti gli aspetti che hanno attualità – e riportati integralmente nel presente protocollo;
– integrare il primo protocollo con le seguenti nuove proposte per una sua più ampia articolazione, organizzazione e sviluppo, attraverso le seguenti azioni:

1. Promozione del volontariato internazionale come risorsa specifica per lo sviluppo umano, nella società civile e nella comunità ecclesiale, italiana ed internazionale;

2. Promozione della concertazione tra gli Enti ed Organismi locali, nazionali ed internazionali stimolando azioni comuni tra i suoi membri e con altre organizzazioni che perseguono gli stessi obiettivi in un’ottica di cooperazione decentrata;

3. Raccolta fondi per il perseguimento degli obiettivi del presente protocollo, attraverso campagne istituzionali o specifiche che possano prevedere anche manifestazioni, spettacoli, vendite e iniziative varie;

4. Promozione e realizzazione di programmi e progetti di sviluppo tesi al miglioramento delle condizioni materiali e spirituali della popolazione delle due Diocesi gemelle;

5. Promozione di microimprese ed altre realtà imprenditoriali legate al territorio attraverso l’attuazione di attività finanziarie, etiche e di iniziative di microcredito;

6. Realizzazione di una struttura organizzativa idonea al perseguimento degli obiettivi del gemellaggio, attraverso la creazione di una O.N.G e l’istituzione di una segreteria operativa per singola Diocesi, con il ruolo di:
a. coordinamento, sviluppo, monitoraggio e controllo di tutte le iniziative progettuali;
b. attività di comunicazione e promozione delle iniziative del gemellaggio;
c. attività di educazione e sensibilizzazione sui temi della cooperazione internazionale e delle attività del gemellaggio all’interno dei territori delle Diocesi gemelle, con particolare attenzione ai giovani;
d. miglioramento delle sinergie;
e. realizzazione, implementazione ed organizzazione di un archivio, “memoria storica” delle attività, attuate, in itinere e di prossima realizzazione.

7. Realizzazione di progetti di carattere formativo, formativo-produttivi e formativoimprenditoriali nei seguenti ambiti:
a. Alfabetizzazione di base, educazione degli adulti, formazione dei formatori;
b. Formazione universitaria;
c. Formazione di quadri;
d. Sostegno alle associazioni locali per l’acquisizione di competenze gestionali.
e. Promozione delle minoranze etniche;
f. Formazione scolastica (qualificazione e aggiornamento degli insegnanti a tutti
i livelli);
g. Formazione professionale specifica in campo sanitario, agricolo-ambientale, economico, cooperativo e delle comunicazioni sociali;
h. Formazione e promozione della donna;
i. Sviluppo dell’artigianato locale;
j. Sistemi di risparmio e credito;
k. Attività cooperative;

8. Strutturazione, organizzazione e gestione di singoli accordi di programma e convenzioni su ogni singolo punto oggetto del presente protocollo d’intesa.
Sede di Bingo (R.D.Congo) lì, 16 gennaio 2010, Letto, sottoscritto e confermato S.E. Mons. Antonio Staglianò S.E. Mons. Melchisedeck Sikuli