Pachino. Inaugurazione del Centro “Dopo di noi” nel X anniversario di consacrazione del Vescovo Antonio

In queste settimane di preparazione all’evento dell’apertura del “Dopo di Noi”, abbiamo sentito più volte ripetere la parola “miracolo”, attribuita a questa realtà che sta prendendo vita pian piano. Il “Dopo di Noi” può certamente essere definito un “miracolo della Carità”, che ci permette, quando la esercitiamo “sine modo”, di vedere portenti sulla terra. Nel giorno in cui la Chiesa celebra la solennità di San Giuseppe, sposo di Maria e padre “putativo” di Gesù, è provvidenziale dare inizio a questa esperienza di carità corporea. Il “Dopo di Noi” è una risposta generosa alle esigenze del territorio e del tessuto sociale della comunità pachinese. La sensibilità per i disabili, in questa nostra terra ed in particolar modo nella comunità parrocchiale di San Francesco d’Assisi e del Sacro Cuore, affonda le radici a diverse decine di anni fa.
L’Associazione “Agape” infatti, fu istituita nel 1987. Fin dalla sua nascita, si è occupata dell’assistenza a persone portatrici di handicap. L’Associazione arriva dopo un periodo in cui già i fedeli facevano esperienza di assistenza ed accompagnamento di persone affette da disabilità proprio in una stanza della casa canonica della parrocchia San Francesco, messa a disposizione dal parroco di allora, don Vincenzo Rametta.
Nell’Anno Santo del 2000 Mons. Giuseppe Malandrino, inaugura il Centro Diurno “Agape”, centro nato grazie alle donazioni giunte da moltissime famiglie della Città di Pachino, ma anche degli emigrati pachinesi a Toronto. Diventa così il simbolo per eccellenza della Carità, nella Diocesi di Noto. Quella del Centro Diurno, è stata un’esperienza che ha coinvolto tantissimi volontari nel corso del tempo, dando sempre più un taglio familiare e parrocchiale all’esperienza. Pian piano si è cercato di dare un assetto sempre più organizzato e competente all’esperienza in erba. Oggi il Centro ospita molti ragazzi, che attraverso esperienze mattutine e pomeridiane, impiegano il loro tempo per cercare di raggiungere un certo grado di autonomia in diversi campi. Significativa è anche la collaborazione con la scuola e il mondo del lavoro, che apre nuove prospettive di integrazione nel mondo che ci circonda. L’attività socioeducativa aiuta queste persone a sentirsi parte attiva del tessuto sociale.
Da qualche anno, presso il Centro è stato anche predisposto un laboratorio di trasformazione dei prodotti tipici locali, oltre che il laboratorio di ceramica che si occupa di “sfornare” delle vere e proprie opere d’arte fatte dai ragazzi con l’assistenza del personale. Riguardo l’esperienza del “Dopo di Noi”, essa nasce come prolungamento dell’esperienza diurna del Centro, per venire incontro ad alcune esigenze ben precise. Il “Dopo di Noi”, nasce da una profonda riflessione scaturita dalla presa di coscienza della realtà che i “primi ragazzi”, divenuti nel frattempo adulti si trovavano ad affrontare. È il problema della solitudine, quando i genitori e le famiglie, per ovvi motivi, non se ne sarebbero più potuti occupare. Il “Dopo di Noi” nasce come un sogno lungimirante di cura per questi ragazzi, continuando ad assicurare loro una famiglia. Una cura fatta non soltanto di relazioni, ma anche di professionalità. Tutto questo viene fatto assicurando ai ragazzi anche un’assistenza spirituale, affidata al parroco della comunità, visto che questa esperienza nasce sempre nella grande famiglia parrocchiale.
L’esperienza del “Dopo di Noi”, è stata preceduta da una campagna di sensibilizzazione durata anni, per far conoscere tale realtà già esistente in altre parti. Sensibilità verso le scuole, verso le famiglie, non solo dei ragazzi del centro, ma anche le famiglie di quei giovanissimi che si affacciano per la prima volta nel mondo della disabilità. Vi è una legge particolare nella quale rientrano queste strutture che devono essere adeguate a determinate esigenze. Ciò che il “Dopo di Noi” realizza, è più che una comunità alloggio, ma dei veri e propri “gruppi appartamento”, la cui finalità principale è quella di cercare di far vivere il più possibile un’esperienza di autonomia, accompagnata da un’assistenza permanente.
Il primo modulo ad essere inaugurato è quello del piano terra, che potrà ospitare fino a sette persone. Si è scelta la data del 19 Marzo, perché è stato proprio Mons. Antonio Staglianò a porre la prima pietra, il 7 giugno del 2009. È stato desiderio del Vescovo quello di legare la ricorrenza del suo X anniversario di Ordinazione Episcopale, all’inizio di questa nuova esperienza di carità. È certamente una tappa importante, ma diventa di incoraggiamento per continuare attraverso il sostegno di tutti, per completare tale struttura nel minor tempo possibile. Possiamo definirlo il “miracolo della Carità”, perché quando degli uomini hanno a cuore il bene degli altri uomini, soprattutto di coloro che vivono nella sofferenza, lì senza ombra di dubbio c’è Dio. E quando un’opera riesce a completarsi attraverso la generosità del popolo, in questa generosità non possiamo che leggervi la Provvidenza di Dio.
Alla celebrazione del X anniversario, svoltasi presso la Chiesa del Sacro Cuore di Pachino, sono stati presenti oltre che Mons. Staglianò che ha presieduto la solenne Eucarestia, anche il Vescovo emerito della nostra Diocesi Mons. Giuseppe Malandrino che in tale felice circostanza ha ricordato il 64° anniversario della sua Ordinazione Presbiterale. Anche lui profondamente legato a tale esperienza che da sempre ha incoraggiato e apprezzato. Inoltre sono stati presenti molti sacerdoti e diaconi di tutta la Diocesi, insieme al Seminario di Noto. Significativi alcuni passi dell’omelia del Vescovo Antonio. Ci ha fatto riflettere sul significato del tempo che passa, ricordandoci che in realtà non è il tempo che passa ma siamo noi che passiamo nel tempo. Noi viviamo nel tempo perché possiamo realizzare qualcosa di buono attraverso la nostra donazione. Il Vescovo ha ricordato le numerose opere di Carità che hanno arricchito la nostra Chiesa locale in dieci anni di storia. Tutto opera dello Spirito che opera meraviglie. Se oggi ci ritroviamo a contare queste opere, è solo ed esclusivamente per rendere gloria a Dio per la Sua immensa bontà e provvidenza. Lo Spirito splende nelle opere di carità, lo possiamo percepire presente ed operante.
Mons. Staglianò ci ha ricordato come sia importante contemplare nell’opera del “Dopo di Noi” la forza dello Spirito Santo che ha spalancato i cuori degli uomini alla generosità. Quando è il Popolo di Dio a compiere un’opera, lì possiamo leggervi l’azione di Dio. I cuori di tutti dunque non possono che essere aperti a sentimenti di gratitudine per le opere che Dio compie, ed anche al pentimento, ci ha ricordato il Vescovo, che ci fa con umiltà riconoscere li dove abbiamo mancato in qualche cosa.
La Chiesa è mistero mariano. Maria non è solo per la devozione, ma è un modello da seguire. Così come Ella ha permesso che lo Spirito generasse in Lei il Figlio di Dio, noi dobbiamo permettere allo Spirito di generare in noi – e attraverso di noi – le opere di Dio.
Dopo la celebrazione è avvenuta la benedizione della nuova struttura. Accanto alla porta d’ingresso, dal Vescovo è stata benedetta un’immagine di Maria che accoglie quanti vengono a visitare questa casa e protegge quanti qui vengono ad abitare. Possa questo “miracolo della Carità”, portare i suoi frutti, sotto la provvida mano del Signore.