Pozzallo. 120° della nascita di La Pira. Il Vescovo Rumeo: il sogno di una Pace possibile

In occasione del 120° anniversario della nascita del Venerabile Giorgio La Pira (9 gennaio 1904), il “sindaco santo” di Firenze, padre costituente, cattolico fervente, figlio della diocesi di Noto (originario di Pozzallo), il  Vescovo della Chiesa netina, mons. Salvatore Rumeo, consegna alla comunità diocesana e alla società civile un messaggio che offre numerosi stimoli e suggestioni – specialmente in questo tempo drammatico di guerra e di disordini – per riflettere sul valore inestimabile della Pace, per la quale La Pira ha profuso generosamente il suo impegno di uomo politico, illuminato dalla sapienza del Vangelo.

“Il sogno della Pace”: è questo il titolo del messaggio del Presule netino, il quale esordisce affermando anzitutto che questa pace “è dono del Cielo” e che essa esige di essere custodita nel cuore dell’uomo: “Cercare la pace e custodirla – leggiamo nel messaggio – non è una scelta opzionale per il credente, bensì la vocazione fondamentale. Perché scegliere la pace è scegliere Cristo, cercare la pace è annunciare Cristo”.

Mons. Rumeo prosegue poi con un “ritratto” del Venerabile, l’uomo della preghiera, quale relazione con Dio e “questo rapporto in lui fu continuo e maturo”, al punto che “tutto scaturì dalla sua preghiera: le scelte, il dono di sé agli altri e il suo impegno in politica”.

Giorgio La Pira – sottolinea ancora il Vescovo – fu l’uomo povero, “prima di tutto una povertà interiore che lo spogliò del suo «io», che lo rese umile e fu una povertà esteriore che lo faceva spogliare anche dei suoi abiti dinanzi a chi era più povero”.

Da questa vita di preghiera e di contemplazione, prese forma il suo impegno sociale a favore dei poveri e degli ultimi, “con tutti gli uomini, di ogni classe, di ogni categoria sociale, e di ogni credo politico e religioso”.

Mons. Rumeo ricorda poi il periodo della sindacatura di La Pira a Firenze: “Un sindaco dal cuore aperto e dalle mani giunte, che si spinse a sanare i mali di una città che rinasceva dalle macerie della guerra”.

Nello stesso periodo La Pira organizzò i “Convegni della Pace”, aperti a personalità politiche e politiche di ogni nazione e sorretto dalla forza della fede, fu promotore instancabile di dialogo, “andò in Russia – scrive Rumeo – da Kruscev e in Vietnam, da Ho Chi Minh per domandare la pace. Sempre fiducioso nella preghiera volle che s’incontrassero i popoli monoteisti del Mediterraneo: cristiani, ebrei, musulmani”.

Dall’esempio di La Pira, il Vescovo di Noto trae una grande lezione di pace, auspicando che la strada da lui aperta, possa favorire anche oggi, in questo tempo precario di conflitti internazionali, legami di pace, secondo lo stile evangelico delle Beatitudini: “Occorre essere portatori di pace – leggiamo nel messaggio – anzitutto con il proprio comportamento giornaliero, vivendo in pace con Dio. Gli operatori di pace si sforzano di creare legami, di stabilire rapporti con tutti, appianando tensioni e mugugni. Perché Dio è la fonte della pace, e il Figlio Suo, il Principe della Pace”.

La Pace – evidenzia il Vescovo – nasce dalla capacità di incontrare l’altro, ma nella maniera proposta dal Vangelo, con un atteggiamento di umiltà, di accoglienza, di apertura del cuore: “Ci è chiesto di incarnare una modalità disarmata di presentarsi all’altro sull’esempio di Cristo, sospendendo ogni forma di giudizio, rinunciando alla logica del potere e testimoniando lo spirito della gratuità nella condivisione delle risorse, dei talenti e del tempo”.

Questa ricerca della pace, perché sia sincera ed efficace, deve passare attraverso l’uomo e non può prescindere da un autentico umanesimo, per “ricostruire il volto di una società più umana e rispettosa delle culture altre – scrive mons. Rumeo – abbattendo i muri della diffidenza e dello scetticismo nel tentativo di ridare all’uomo, imago Dei, la dignità perduta”.

Il Vescovo fa quindi emergere le criticità dell’attuale contesto sociale appiattito esclusivamente sul presente e sull’immediatezza di bisogni soggettivi, dove mancano “progetti che abbiano un respiro ampio ed una reale apertura al futuro”, dove è assente una riflessione seria e profonda sulla persona, “un centro unificante, una chiave di lettura esistenziale, un senso per ricercare e cogliere il significato della vita e dell’umano divenire, di fronte alla molteplicità e alla frammentarietà delle idee e delle esperienze”.

Mons. Rumeo conclude il suo messaggio esortando a fare affidamento sulla forza della speranza: “Si tratta di raccogliere, coltivare e far affiorare nel santuario della coscienza e nelle storie di vita delle persone, le tessere di un mosaico originario, che può essere ricercato e ritrovato anche dentro alla molteplicità dei singoli frammenti, anche nel vuoto di fragili domande, di risposte non trovate o non date: un progetto capace di donare speranza e pienezza ad ogni singola vita”.

Il Vescovo ricorda inoltre l’impegno della città di Pozzallo, luogo natale di Giorgio La Pira, nell’accoglienza di tanti migranti, gesto di squisita carità evangelica e di pace che nasce del rispetto del dolore e della sofferenza del povero e invita tutti alla “tre giorni” di Celebrazioni Lapiriane (11-13 gennaio 2024) che si svolgerà nella città marinara all’inizio del nuovo anno.

Prossimamente sarà pubblicato il programma dell’evento durante il quale, personalità religiose e politiche ricorderanno la grande figura del “sindaco santo”, vivendo un momento significativo – non solo di commemorazione – ma anche di impegno fattivo per promuovere quella cultura del dialogo, dell’ascolto, della pace, per la quale Giorgio La Pira ha speso la sua vita.

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Alessandro Paolino
Direttore UDCS