Premio Solidarietas 2018 a mons. Staglianò per la sua “Pop Theology”

 A Racalmuto, in provincia di Agrigento, nei locali della Fondazione Sciascia, si è svolta lo scorso 21 settembre, la cerimonia di consegna del “Premio Nazionale Solidarietas 2018” organizzato dal Movimento Cristiano Lavoratori di Agrigento, coordinato da Enzo Sardo, con il patrocinio della Fondazione Sciascia. Si tratta di un riconoscimento a coloro che si adoperano per una società più solidale e per la qualità della vita. 
Tra i premiati anche il nostro vescovo, mons. Antonio Staglianò, per il suo impegno pastorale verso i giovani e non, con la “Pop Theology”, un nuovo registro comunicativo che a partire dalla musica e dalle cosiddette “canzonette”, si propone di “svecchiare” e di rilanciare la predicazione del Vangelo. Sono stati premiati, inoltre, i docenti Francesco Lomanto, Lorenzo Ornaghi, Anna Maria Sermenghi, Francesco Pira, Giovanni Tesè, Nello Musumeci, lo scrittore Franz Pagot, il fisico Tommaso Parrinello, il magistrato Giovanbattista Tona e la Casa Editrice Salvatore Sciascia. 
Di seguito, l’intervista rilasciataci dal vescovo, al termine della manifestazione: 
 
Eccellenza, Lei è stato tra i premiati di questa edizione 2018 del Premio “Solidarietas” di Racalmuto. Quale contributo ha offerto questa manifestazione sui temi della formazione e della solidarietà, così necessarie nella società contemporanea?
 
Sono contento di aver partecipato al Premio “Solidarietas” 2018 di Racalmuto, non sono perché è stata messa in evidenza lo spessore umano, spirituale ed ecclesiale di Mons. Cataldo Naro, di venerata memoria, già arcivescovo di Monreale, al quale mi legava una profonda amicizia, ma anche perché è stato un grande evento culturale di comunicazione a servizio del Vangelo. 
Tutte le personalità premiate hanno offerto una bella testimonianza e penso che questo evento rappresenti un’interessante piattaforma di presenza e testimonianza di adulti che hanno a cuore le nuove generazioni. Ieri è stato detto che i giovani non sono sacchi da riempire, ma luci da accendere. Bisogna scommettere sulla loro creatività interiore, vanno educati ad acquisire un metodo, una via per diventare protagonisti, difendere il pianeta che noi adulti stiamo depredando.
 
Le personalità premiate, si sono distinte per il loro impegno nei vari ambiti della società: Chiesa, Cultura, Scuola, Politica. Da vescovo, quali suggestioni ha colto dai messaggi che i premiati hanno consegnato ai presenti? 
 
Le personalità premiate, hanno potuto offrire il loro messaggio, a partire dal loro concreto impegno nella società: come il giovane scienziato Tommaso Parrinello, responsabile di un satellite che da anni sta monitorando lo scioglimento dei ghiacciai. Il suo è stato un messaggio ecologico importante, dentro i cangianti fattori ambientali che stanno mettendo in serio pericolo il nostro pianeta, un invito a pensare con responsabilità al futuro che ci aspetta.
Un altro premiato, Francesco Pira, impegnato nella lotta contro il cyberbullismo e la violenza nel web, ha richiamato la nostra responsabilità educativa nello spazio dei social, dove spesso odio e atteggiamenti ostili non hanno limiti e confini e la necessità di una base etica della comunicazione per le nuove generazioni.
Un altro messaggio forte è arrivato da due figure educative di grande spessore: penso al Prof. Lorenzo Ornaghi, già ministro della Cultura e rettore dell’Università Cattolica di Milano, per la sua capacità semplice e immediata – questa è stata la motivazione del premio -, di trasmettere cultura con un linguaggio semplice, che arriva al cuore, che fa vibrare sentimenti ed emozioni. Come ha trasmesso anche la Preside del Liceo “Empedocle” Agrigento, Anna Maria Sermenghi, con il suo impegno nel mondo della scuola, per condurre i giovani nella scoperta valoriale dell’esistenza umana, contro il rischio della superficialità e della mediocrità. La Scuola, in questa direzione, deve divenire “luogo” umano e di educazione alla Civitas, di recupero dell’educazione ai valori dell’esistenza, dell’anima più che dell’immagine.
 
Il premio che le è stato conferito, è un riconoscimento al suo inedito modello comunicativo di predicazione: la Pop Theology. Cosa può dirci di questo “progetto teologico-pastorale” che da alcuni anni sta portando avanti, rivolgendosi soprattutto ai giovani?
 
Ho colto l’occasione della presenza del Preside della Facoltà Teologica di Sicilia, Francesco Lomanto, che ha evidenziato l’importanza della formazione dei giovani nella scienza teologica, per sottolineare la bontà della “Pop Theology” e la sua dignità epistemologica. Non si tratta soltanto di cantare e suonare, ma di un metodo per ripensare e riscrivere la Teologia contemporanea, che deve aprirsi al confronto con la cultura accademica, con le scienze umane, in un dialogo fecondo. Le canzoni, non sono semplicemente “canzonette”, ma hanno una loro dignità letteraria, una “mappatura” simbolica e valoriale. Per questo ritengo possano trovare un’applicazione pastorale ed essere di aiuto nella predicazione cristiana e nella pietà popolare, nelle nostre feste religiose, dove l’elemento “popolare” emerge con forza. La “Pop Theology” vuole veicolare questo: un messaggio sull’uomo, sulla sua umanità che risplende nell’umanità bella e buona del Vangelo.
Il Premio “Solidarietas”, è stato un evento di grande spessore: non solo per i contenuti dei messaggi dei premiati, che convergevano sull’importanza di ritornare a pensare, sulla scia del pensiero di Mons. Cataldo Naro, alla luce del Vangelo, ma anche perché è stato un evento “pop teologico”: due giovani cantanti, hanno animato la serata con intermezzi musicali e non è stato mero intrattenimento. I messaggi delle personalità intervenute hanno trovato eco nei contenuti delle canzoni proposte; la musica allora si fa messaggio, non un “addobbo”, un “riempitivo”, ma strumento per comunicare l’umano che risiede nell’uomo e che splende nella bellezza dell’umanità di Cristo.