Mons. Antonio Staglianò, vescovo di Noto, interviene ancora, in qualità di delegato della Conferenza Episcopale Siciliana per le migrazioni, sulla questione dei migranti, un problema “sempre più complesso politicamente, più delicato e drammatico umanamente” e sulla scelte messe in atto dal governo.
In particolare, Mons. Stagliano’ chiarisce il suo pensiero circa il “prima gli italiani” che è diventato quasi lo slogan della politica migratoria del governo: “I poveri italiani non dovrebbero esistere nella nostra democrazia avanzata – afferma il vescovo -, ma già che esistono, a nostra vergogna, e sono tanti, il governo non si impegna per loro ‘prima’, ma per loro si impegna ‘sempre’. Pertanto, proprio per il dovere politico del servizio al bene comune, è uno sbaglio logico mettere in rapporto i poveri italiani con i poveri africani, quel ‘prima’ e quel ‘dopo’, non ha senso, se non ‘populisticamente’ . E sul populismo c’è da osservare che non è affatto un ascolto dei bisogni del popolo e della gente, quanto piuttosto uno sfruttamento della visceralità che si sviluppa nel disagio sociale per altri scopi”.
Mons. Stagliano’ ha quindi esortato ancora a far prevalere apertura e umanità verso coloro che giungono sulle nostre coste, perché siano “sempre e immediatamente accolti per un diritto di umanità. Anzitutto ‘prima’ il diritto di umanità da parte nostra, per ‘restare umani’; e ‘dopo’ il diritto di umanità dei poveri africani che devono essere trattati ‘umanamente’ e accolti come ‘esseri umani’. Restiamo tutti umani quando salviamo la gente, quando la prendiamo in cura dentro relazioni affettive autentiche, quando diventiamo casa accogliente per tutti, quando abbiamo occhi per la miseria di altri e condividiamo il loro dolore, quando ci indigniamo nel considerare lo svilimento di umanità di tanti nostri fratelli, in questa ’emorragia di umanità’ tipica dell’attuale Occidentali’s Karma. Attenzione – così suggerisce la sapiente canzonetta di Francesco Gabbani -, quando la vita si distrae cadono gli uomini, e la scimmia si rialza’. Avrei potuto citare Nietzsche sulla vita umana che è in caduta libera e permanente, ma mi piace parlare un linguaggio ‘popolare’. Di fronte alla crisi sociale e umana del fenomeno migratorio, risorga splendente la nostra umanità, l’uomo si rialzi (non la scimmia vorace). Non è per nulla un ammonimento predicatorio del ‘pastore d’anime’, ma piuttosto una richiesta politica di un cittadino italiano”.
In particolare, Mons. Stagliano’ chiarisce il suo pensiero circa il “prima gli italiani” che è diventato quasi lo slogan della politica migratoria del governo: “I poveri italiani non dovrebbero esistere nella nostra democrazia avanzata – afferma il vescovo -, ma già che esistono, a nostra vergogna, e sono tanti, il governo non si impegna per loro ‘prima’, ma per loro si impegna ‘sempre’. Pertanto, proprio per il dovere politico del servizio al bene comune, è uno sbaglio logico mettere in rapporto i poveri italiani con i poveri africani, quel ‘prima’ e quel ‘dopo’, non ha senso, se non ‘populisticamente’ . E sul populismo c’è da osservare che non è affatto un ascolto dei bisogni del popolo e della gente, quanto piuttosto uno sfruttamento della visceralità che si sviluppa nel disagio sociale per altri scopi”.
Mons. Stagliano’ ha quindi esortato ancora a far prevalere apertura e umanità verso coloro che giungono sulle nostre coste, perché siano “sempre e immediatamente accolti per un diritto di umanità. Anzitutto ‘prima’ il diritto di umanità da parte nostra, per ‘restare umani’; e ‘dopo’ il diritto di umanità dei poveri africani che devono essere trattati ‘umanamente’ e accolti come ‘esseri umani’. Restiamo tutti umani quando salviamo la gente, quando la prendiamo in cura dentro relazioni affettive autentiche, quando diventiamo casa accogliente per tutti, quando abbiamo occhi per la miseria di altri e condividiamo il loro dolore, quando ci indigniamo nel considerare lo svilimento di umanità di tanti nostri fratelli, in questa ’emorragia di umanità’ tipica dell’attuale Occidentali’s Karma. Attenzione – così suggerisce la sapiente canzonetta di Francesco Gabbani -, quando la vita si distrae cadono gli uomini, e la scimmia si rialza’. Avrei potuto citare Nietzsche sulla vita umana che è in caduta libera e permanente, ma mi piace parlare un linguaggio ‘popolare’. Di fronte alla crisi sociale e umana del fenomeno migratorio, risorga splendente la nostra umanità, l’uomo si rialzi (non la scimmia vorace). Non è per nulla un ammonimento predicatorio del ‘pastore d’anime’, ma piuttosto una richiesta politica di un cittadino italiano”.