Le eresie diffuse nel cattolicesimo odierno, alla radice

Omelia VI Domenica di Pasqua 17 Maggio 2020
17-05-2020

Con l’lncipit del Cantico spirituale di San Giovanni della Croce, il vescovo di Noto, nella Omelia della VI domenica di Pasqua chiarisce cosa è davvero “eretico” oggi, secondo Gesù. Eresia è non stare più nella Verità, è falsificare il volto di amore, volgendosi a “dottrine” non cristiane, cioè non fondate sulla Spirito di Verità (l’altro Paraclito, cioè lo Spirito santo della Pentecoste) il quale soltanto porta i cristiani alla “verità intera”, a tutta la verità, quella appunto che non è una “verità parziale”(=eresia, verità tagliata, non completa). La Verità cristiana è Gesù, la persona della Verità o la Verità in persona, perciò è Verità incarnata. Proprio questo “essere nella carne” (Carità vivente nel corpo) è condizione di “interezza della verità”: senza carne, questa carne dell’amore, infatti, non si vede l’Amore vero e perciò non si vede Dio che è amore. “Ciò che non vedo non lo conosco, diceva la grande mistica Hildegard von Bingen. Perciò, Gesù diceva a chi riceve lo Spirito di Verità: voi mi vedrete e mi conoscerete. La radice di ogni possibile eresia nel cattolicesimo odierno sta proprio qui: nell’attaccarsi intellettualmente alle dottrine (le proposizioni, i principi della fede, spesso le sapienze teologiche) perdendo di vista la pratica dell’amore. Secondo Gesù – come sostiene San Giovanni- chi non ama il fratello che vede, è un bugiardo, non vive nella Verità, anche se conosce a memoria tutto il catechismo. Le dottrine sono importanti, ma per essere “vere” devono corrispondere al Vangelo, cioè allo Spirito di Verità che le verifica proprio nel loro “farsi carne”, concretizzarsi nell’amore che Gesù ha comandato.