Catania. Convegno regionale ecumenismo e migrazioni. Mons. Staglianò: riconoscere il peso di ciò che ci unisce

 Le Chiese di Sicilia si sono riunite lo scorso 24 novembre a Catania, presso il Seminario arcivescovile, a 25 anni dalla pubblicazione del Direttorio per l’applicazione dei principi e delle norme sull’Ecumenismo. Per l’occasione si è svolto un convegno regionale, voluto ed organizzato dall’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso e dall’Ufficio per le Migrazioni della Conferenza episcopale siciliana. Presente il nostro vescovo, mons. Antonio Staglianò, con un suo intervento in veste di delegato dell’Episcopato siciliano per le migrazioni. Mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e delegato CESi per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso, introducendo i lavori, ha ricordato come in questi ultimi 25 anni si sia affievolito lo slancio ecumenico nello spirito del Concilio, mentre le divisioni tra i cristiani hanno continuato a ferire la Chiesa e le Chiese. Da qui – per il vescovo di Mazara – la necessità di “riprendere in mano il Direttorio e rilanciare la nostra volontà di operare per l’unità”. Mons. Salvatore Gristina, arcivescovo di Catania e presidente della Conferenza episcopale siciliana, ha rivolto ai presenti il saluto da parte dei vescovi dell’isola e ha evidenziato come “dall’ecumenismo arriva a tutta la Chiesa un forte incoraggiamento a vivere la nostra vita e la nostra fede”. Infine ha ringraziato gli intervenuti per l’impegno ecumenico profuso in questi anni. Erina Ferlito, direttrice dell’Ufficio regionale per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso ha richiamato la necessità di “un ecumenismo reale, concreto e frutto dell’impegno di tutti, ossia di chiunque professi la fede cattolica”. Mario Affronti, direttore dell’Ufficio Cesi per le Migrazioni, ha dichiarato come i migranti e l’azione pastorale a loro rivolta, possono condurre, nel cammino per l’unità dei cristiani e in genere del dialogo interreligioso, un contributo che non è solo antropologico-culturale, ma anche ecclesiologico e teologico, vivendo in prima persona “i problemi connessi con i concetti di identità e alterità su cui si gioca il destino del dialogo nel mondo di oggi”. Don Angelo Passaro ha invece trattato il tema del convegno dalla prospettiva biblica; don Antonino Pileri Bruno lo ha fatto muovendosi all’interno della riflessione teologica; il vescovo mons. Domenico Mogavero ne ha trattato gli aspetti nel vissuto della Chiesa locale. Mons. Antonio Staglianò, vescovo di Noto e delegato Cesi per le Migrazioni, ha osservato come “non possiamo risolvere le differenze con la vecchia formula del ‘guardare a ciò che ci unisce anziché a ciò che ci divide’. Ma potremmo fare passi avanti se insieme riconoscessimo il maggiore peso specifico di ciò che ci unisce rispetto a ciò che ci divide. Annunciare insieme il Vangelo – ha detto Staglianò – è certo il compito più arduo che ci sta davanti. Le difficoltà e le resistenze nel cammino di comunione verso l’unità sono inevitabili: come giungere alla comunione tramite la tensione della diversità? Lo faremo ‘anche’ attraverso alcuni punti fondamentali: la pedagogia della cattolicità; l’ospitalità data ai migranti più poveri; l’inserimento della Chiesa locale, attraverso la parrocchia, nei luoghi di fratture sociali, di più difficile convivenza; il dialogo interreligioso; la responsabilità pastorale del sacerdote nell’accogliere lo straniero”.