Coronavirus. Il vescovo ai piedi della Madonna della scala per invocarne l’aiuto materno

Ieri, giovedì 19 marzo, solennità di San Giuseppe, il vescovo di Noto, mons. Antonio Staglianò, si è recato presso il Santuario diocesano della Madonna della Scala, Patrona della Diocesi, per celebrare (a porte chiuse) la S. Messa e rivolgere alla Vergine la supplica per invocarne l’intercessione materna in questo tempo drammatico in cui l’Italia e il mondo sono messi in ginocchio dall’epidemia di Coronavirus.
Durante la celebrazione il vescovo ha inoltre ringraziato il Signore in occasione dell’undicesimo anniversario della sua Consacrazione Episcopale.
Nella sua omelia, mons. Staglianò ha ricordato Giuseppe come “uomo giusto”, capace cioè di corrispondere al progetto di Dio assumendo la paternità terrena nei confronti di Gesù, manifestandogli nell’esercizio di questa amorevole custodia, la paternità divina, quella del Padre celeste, il Dio di Gesù Cristo, la cui giustizia è la misericordia.
Così il vescovo ha ribadito che questa giustizia di Dio non è più quella degli scribi o dei farisei, legata a una religione esteriore e formale sganciata dal cuore e dall’amore, la stessa giustizia oggi così malintesa dal cattolicesimo convenzionale, quella per cui si afferma – secondo una visione deformante del volto di Dio – che l’attuale pandemia sarebbe un castigo di Dio per i peccati degli uomini. 
Dio non agisce così, ha rimarcato mons. Staglianò, esortando nel suo messaggio i fedeli della diocesi a saper cogliere in questo tempo doloroso che stiamo vivendo un “segno dei tempi”, l’occasione propizia per riscoprirci più uniti e solidali, per chiedere a Dio di attivarci con coraggio e carità nella lotta contro questo male, perché il vero miracolo non sarà quello per cui Dio come un “deus ex machina” ci libererà come per magia da questo virus, ma sarà quello per cui ogni uomo si impegnerà di più, come San Giuseppe, a farsi custode premuroso di se stesso, della propria vita, del creato, dei doni di Dio, del fratello vicino o lontano.
Al termine della celebrazione, in ginocchio ai piedi della venerata effigie di Maria Scala del Paradiso, il vescovo ha rivolto la supplica da lui composta, per chiedere l’aiuto provvido della Madre in questo di particolare sofferenza.
 
(DI SEGUITO IL TESTO DELLA SUPPLICA E IN ALLEGATO IN FONDO ALLA PAGINA, IL FILE AUDIO DELLA PREGHIERA RIVOLTA DAL VESCOVO ALLA MADONNA)
 
Alla Madonna della Scala al Paradiso
Supplica del vescovo Antonio
(Solennità di San Giuseppe.
XI anniversario di Consacrazione Episcopale)
19 Marzo 2020

Mamma dolcissima, siamo Noi, i tuoi figli della Diocesi di Noto,

che qui – in questo luogo santo – ti veneriamo sotto il titolo di “Scala del paradiso”.
Un nemico invisibile, e ancora poco conosciuto,
minaccia le nostre esistenze e colpisce fino alla morte i nostri figli (fratelli, genitori, nonni e parenti e amici),
soprattutto quelli più deboli per età o malattia, i più fragili tra noi.
Aiutaci, ti supplichiamo.
Questo momento di pandemia ci affligge e ci angoscia,
ci riempie di paura.
Noi ci affidiamo a Te,
alla tua potente intercessione e lo facciamo con fede grande.
Tu conosci il nostro cuore.
Nel profondo dei nostri cuori contriti,
Tu stessa  – oh Madre –
puoi ascoltare la nostra invocazione, come un “gemito inesprimibile”.
Concretamente non sapremmo come formulare la nostra supplica,
le nostre tante richieste di soccorso.
Non sappiamo cosa effettivamente domandare: è un mistero la vita degli umani.
Parliamo, però, non tanto per “dire”, ma “per non essere condannati a tacere” (S. Agostino):
Dio è amore, è Provvidenza e abita una luce inaccessibile,
ma è anche accondiscendente, compagno di strada nel nostro dolore.
Ci poniamo, allora, soltanto “sotto il tuo manto” per partecipare della custodia premurosa con la quale Tu e San Giuseppe, tuo sposo,
avete accompagnato i primi passi di Gesù, Figlio benedetto del Padre e lo avete custodito,
proteggendolo da ogni male. Proteggi dal male anche noi “santa Maria” come facesti con Gesù.
Come bimbi svezzati in braccio alla Madre, noi confidiamo in Te, Mamma dolcissima,
perché possiamo fare, in questo mondo, la volontà del Padre,
quella che Gesù ci ha mostrato,
con la sua vita, morendo e risorgendo dalla morte.
– È volontà di amore e di perdono verso tutti, perciò, ti preghiamo di intercedere per noi presso il Padre, perché nel nome di Gesù perdoni le nostre colpe contro la creazione bella, la nostra casa comune, il paradiso terrestre, nel quale siamo venuti al mondo.
– È volontà di pace e di giustizia sulla terra, perciò ti preghiamo di intercedere per noi presso il Padre, perché nel nome di Gesù perdoni le nostre colpe contro milioni di fratelli che abbiamo affamato per bramosia di potere e di denaro, organizzando un sistema economico che “uccide” i poveri, li discrimina e li scarta, costringendoli alla miseria.
– È volontà di solidarietà, perciò ti preghiamo di intercedere per noi presso il Padre, perché nel nome di Gesù perdoni le nostre colpe provocate dall’egoismo di cuori chiusi e avidi, insensibili al dolore e alla sofferenza di tante persone sul pianeta.
– È volontà di amicizia e di fratellanza tra i popoli, perciò ti preghiamo di intercedere per noi presso il Padre, perché nel nome di Gesù perdoni le nostre colpe per tutte le volte che abbiamo ceduto alla smania di conflitto e di rissa, con calunnie e menzogne, pur di salvaguardare agli occhi del mondo la nostra maschera sociale e politica.
– È volontà di testimonianza e di fede matura, perciò ti preghiamo di intercedere per noi presso il Padre, perché nel nome di Gesù perdoni le nostre colpe per la nostra spesso tiepida religiosità, per quel cattolicesimo convenzionale che non ci trasforma la vita e ci impedisce di metterla al servizio del Vangelo e dell’Eucarestia di Gesù.
– È volontà di obbedienza ai suoi comandamenti, perciò ti preghiamo di intercedere per noi presso il Padre, perché nel nome di Gesù perdoni le nostre colpe causate dalla mancanza di empatia, dalla incapacità di “sentire i sentimenti dei fratelli con i sentimenti di Cristo”, per quando non abbiamo obbedito all’ammonimento di Gesù che ci chiedeva una “giustizia superiore” a quella di questo mondo, come anche un amore nuovo, capace di spingere il dono della vita fino alla morte.

Non ci abbandonare, Mamma dolcissima, in quest’ora di prova e di tentazione. Sii Tu la Scala che ci permette di salire al paradiso del cuore di Dio per ritrovarci in Lui, degni figli tuoi.

Fa che possiamo approfittare del tempo liberato dalle condizioni restrittive di questa pandemia, per convertire all’amore le nostre relazioni in famiglia, per recuperare il senso del dovere civico e delle responsabilità etiche in ogni settore, nel mondo del lavoro e della scuola, come anche nei campi dell’informazione, della comunicazione sociale, dell’arte e della religione.
Infondi nel cuore di tutti tanta sapienza e nella nostra intelligenza scava e costruisci una “immaginazione creativa”, perché possiamo scoprire vie davvero efficaci per sconfiggere il male invisibile che ci tormenta e ci rende insicuri.
La nostra gratitudine diventi tua benedizione per i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari, per gli amministratori della cosa pubblica, per i volontari, per i nostri sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose e i tanti fedeli (insieme a tanti “uomini di buona volontà”) che rischiano la loro vita per salvare quella degli altri e lottano e soffrono e talvolta muoiono da veri eroi e santi, in questo grande miracolo di amore che si espande più del Coronavirus e ci testimonia che gli esseri umani sono davvero “buoni”, creati a immagine e somiglianza di un Dio buono, solo e sempre amore.

I nostri morti, Mamma dolcissima, noi ti ricordiamo. Tu che sei Scala al paradiso, accompagnali, prendili per mano e conducili al paradiso della beatitudine e della vera pace.

Nelle zolle di una terra umana sofferente*
strappati dall’abbraccio degli affetti
spettatori, angosciati, siamo morenti*
in ogni dove, mentre la morte danza
ora davvero il cuore è penitente*
e fiorisce il pesco rosa della speranza.

Questa voce sia, oggi, ancor più forte*
del baratro dell’oceano e dei flutti tempestosi
ora che l’acqua ci giunge alla gola+
ricordaci il destino degli umani nella morte*
Risorgere in Gesù nel cielo con corpi luminosi

E così sia. Amen

 
+ Antonio
   Vescovo di Noto