Don Rosario Sultana (febbraio 2008)

E’ la prima volta che vedo l’Africa con i miei occhi. Avevo sentito parlare della diocesi di Butembo-Beni ma constatare di persona questo tipo di realtà condividendo con la gente la vita di tutti i giorni è un’altra cosa. Sento che questa esperienza ha cambiato in me anche l’idea che avevo di questo Paese. Mi sono accorto che l’Africa ha delle risorse che vengono dalla gente, dalla vita della gente. Una vita molto semplice ma ricca perché pur vivendo nel bisogno, spesso qui si manca anche del necessario per sopravvivere, le persone trasmettono gioia, sono contente, pacificate con se stesse. Questa serenità che hanno, a partire dalle poche cose che possiedono, a noi insegna parecchio perché l’occidente vive nel benessere, che è un benessere materiale, però molta gente sperimenta forme di depressione e di malattia legate alla psiche proprio perché ha tutto ma non ha ciò che veramente fa felice l’essere umano: la fraternità, la solidarietà, il fatto di saper gioire di quello che si possiede anche se è poco. La cosa che più di tutti mi ha colpito è che questa gente è povera, ma forse noi siamo più poveri di loro. Qui, infatti, il poco che c’è rappresenta tutto il necessario. I bambini soprattutto, ma anche le donne e gli uomini, sono sempre con il sorriso. La felicità vera, infatti, non è legata al piacere e al possesso. Essere felici vuol dire saper godere delle cose semplici della vita: una carezza, un sorriso, una stretta di mano. Ecco allora la grande lezione che ci viene da questa esperienza di condivisione e di gemellaggio: imparare dalle cose semplici quanto è bella la vita e apprezzare anche quelle cose che oramai noi diamo troppo per scontate.

 

Don Rosario Sultana,

parrocchia santa Caterina da Siena, Donnalucata