Il coraggio della testimonianza per salvare la nostra umanità

Nei giorni scorsi ha fatto notizia l’arresto di un gruppo di attivisti (tra loro anche suore, membri di parrocchie e altri esponenti cattolici) che hanno protestato contro le politiche sull’immigrazione messe in atto dagli USA, in particolare nei confronti dei bambini.
Il fatto è accaduto a Washington, al Senato, dove, incuranti degli avvertimenti degli agenti, cinque degli attivisti si sono sdraiati sul pavimento del Campidoglio formando una croce umana e in coro hanno intonato i nomi delle piccole vittime. Poco prima di manifestare, gli attivisti avevano anche pregato e letto i messaggi dei vescovi arrivati a sostegno di questa manifestazione di disobbedienza civile.
“Siamo qui perché il Vangelo ci obbliga ad agire e siamo indignati per il trattamento orribile riservato alle famiglie e in particolare ai bambini”. “Questo trattamento non può continuare nel nostro nome”, ha concluso una religiosa.
 
A margine di quanto accaduto, il vescovo di Noto, mons. Antonio Staglianò, delegato per le migrazioni in seno alla Conferenza Episcopale Siciliana, ha rilasciato un commento in cui rimarca il gesto “spirituale e mistico” di questo gruppo di attivisti, cioè la preghiera e la testimonianza coraggiosa e coerente del Vangelo: “In questo modo – ha dichiarato Staglianò – hanno dimostrato concretamente che la fede cristiana non è qualcosa di intimistico ma ha una grande rilevanza pubblica”.
“L’arresto è un gesto eclatante, certo, ma serve a far emergere meglio la forza del messaggio evangelico. Qui non è in gioco soltanto l’umanità dei bimbi migranti messicani ma si tratta di salvare la nostra umanità. Il cristianesimo è nel mondo perché gli uomini restino umani e non si trasformino in bestie, in aguzzini, in predatori”, ha evidenziato con vigore il presule netino.
Pubblichiamo di seguito l’intera dichiarazione del Vescovo di Noto:
 
 
Ha fatto bene la polizia americana ad arrestare preti, suore e laici che il 18 luglio scorso all’interno del Senato americano, a Washington, si sono riuniti per opporsi, pregando il Rosario, al trattamento inumano inflitto dall’amministrazione di Donald Trump ai bambini immigrati al confine tra gli Stati Uniti e il Messico. Molto probabilmente queste persone, che si sono sdraiate sul pavimento formando con i loro corpi una croce, sapevano di correre questo rischio ma a volte, come in questo caso, si arriva al momento in cui l’indignazione nei confronti del degrado umano – che attraverso le leggi dello Stato viene perpetrato su esseri umani innocenti – deve indurre i cattolici a dare testimonianza della propria fede, anche rischiando il carcere. È quello che è accaduto agli inizi del cristianesimo, quando per predicare Gesù Cristo, gli apostoli venivano incarcerati e trascinati davanti ai tribunali, affermando che il loro compito era obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. Quando il bambino non è rispettato, e viene trattato da criminale per la sola ragione di essere migrante o viene ucciso nel grembo, vuol dire che il degrado umano è arrivato al massimo della sua espressione.
L’arresto è un gesto eclatante, certo, ma serve a far emergere meglio la forza del messaggio evangelico. Qui non è in gioco soltanto l’umanità dei bimbi migranti messicani ma si tratta di salvare la nostra umanità. Il cristianesimo è nel mondo perché gli uomini restino umani e non si trasformino in bestie, in aguzzini, in predatori.
Queste persone hanno compiuto un gesto spirituale e mistico, qual è la preghiera, che gli è valso il carcere. In questo modo hanno dimostrato concretamente che la fede cristiana non è qualcosa di intimistico ma ha una grande rilevanza pubblica. Bisogna creare coordinate culturali, perché certi gesti possano essere compresi e giustificati e questi religiosi e uomini di buona volontà con la loro protesta mite lo hanno fatto. Non hanno annacquato il cristianesimo e hanno resistito all’inumanità che le politiche migratorie sovraniste della chiusura dei confini e dell’innalzamento dei muri stanno creando in tutto il mondo. In America, migliaia di immigrati, tra cui molti bambini, sono rinchiusi in strutture sovraffollate in condizioni agghiaccianti e senza adeguata assistenza.
Come cristiani viviamo dentro società regolate da leggi. Se uno disobbedisce alla legge, lo Stato lo arresta. Per noi lo scandalo non è l’arresto, ma tacere. Talvolta il comportamento del credente va in contrasto con la politica del momento e le leggi vigenti. Ma è proprio in casi come questo che la religione difende l’umano andando oltre le stesse leggi degli uomini. Resta infatti sempre l’eccedenza tra amore e legge. La testimonianza di Gesù è stata quella di un amore sconfinato che ha rischiato il consegnarsi alla legge per essere condannato a morte, così mostrando l’amore vero, l’unico capace di custodire l’umanità tra gli uomini: è l’amore che spinge il dono della vita fino alla morte. Grazie a questi cattolici, preti e suore, per la loro testimonianza cristiana.