Il Viandante e l’Ombra #3

Forse comunità di individui non è un ossimoro? Chiese l’ombra perplessa. No! Lo è, eccome. Ci hanno spiegato i sapienti – come si legge nelle loro pergamene- che l’ossimoro è una figura retorica che accosta significati opposti al fine di ottenere un paradosso apparente. La parola greca stessa è un “ossimoro” perché mette insieme acuto (oxis) e ottuso (moros). Perciò l’ossimoro è sorprendente, creando un contrasto col deviare dal linguaggio comune. Apre a significati ancor più profondi. E comunque combinare “individuo e comunità” deve essere un ossimoro. L’individuo è un soggetto autocentrato – consapevolmente autonomo (legge a sé stesso) – con una propensione egotica strutturale, proclive al narcisismo. Il narcisismo? Esclamò l’ombra come per comunicare di aver sentito dire a molti che il narcisismo è la stoffa di tutti gli esseri umani. Il Viandante, però, la bloccò perché gli premeva non perdere il filo del discorso. “Di questo parleremo un’altra volta”, rintuzzò con sgarbo, come se si fosse sentito “punto nell’anima” da quello che l’ombra stava dicendo (ma non proferì). L’individuo cura il proprio interesse, come può avere a cuore il bene comune, sentire con altri i problemi di altri? Pareva pertanto impossibile al viandante che con “individui” si potesse costruire una comunità e benché “comunità di individui” fosse convintamente un ossimoro – e quindi un costrutto mentale a cogliere davvero la verità della “cosa”, qualcosa ancora non gli tornava. Perciò, penso di approfondire l’ossimoro per capire se non fosse poi come l’atomo, di cui si disse per tanto tempo che era indivisibile e poi si ipotizzò la sua necessaria infinita divisione. Anche per l’ossimoro d’altronde bisognava ammettere che il significato della parola è sempre a venire. Decise così di tornarci sopra, dopo aver ascoltato ancora per un poco il dibattito dei sapienti di quella agorà.
(Lo pseudo Nietzsche al tempo del Coronavirus)